K metro 0 – Madrid – In anni recenti, la Spagna è stato il Paese dell’Eurozona che ha mostrato la crescita più alta del Prodotto Interno Lord (PIL) e una delle più veloci nell’Ocse. E tuttavia, ciò è destinato a finire. Secondo le ultime previsioni pubblicate dall’Ocse in novembre, la crescita del Pil prevista per
K metro 0 – Madrid – In anni recenti, la Spagna è stato il Paese dell’Eurozona che ha mostrato la crescita più alta del Prodotto Interno Lord (PIL) e una delle più veloci nell’Ocse. E tuttavia, ciò è destinato a finire. Secondo le ultime previsioni pubblicate dall’Ocse in novembre, la crescita del Pil prevista per il Paese mediterraneo è del 2% nel 2019, che è ancora la più alta rispetto nell’area Euro (1,2% medio) ma al di sotto della media Ocse. La discesa della crescita economica si intensificherà nei prossimi anni, con una crescita del Pil prevista di un modesto 1,6% per il 2020 e 2021. È ancora più alta delle attese nell’Eurozona negli stessi anni, 1,1% nel 2020 e 1,2% nel 2021. Il rallentamento della crescita in questi anni lascia il Paese a notevole distanza dall’incremento di Paesi come la Cina, che corre al 6,16% quest’anno, e che, nonostante un rallentamento continuo dal 2012, resta pur sempre uno dei Paesi a più forte crescita, o come l’India, che cresce del 5,7%. Inoltre, le previsioni per il 2020 e il 2021 riportano la Spagna dietro Paesi come la Norvegia, il Canada e il Portogallo.
Questa situazione conferma il declino che la Spagna sta attraversando sul piano dei tassi di crescita del Pil, che oggi sembra molto distante da quel 2,9% e 2,4% raggiunti rispettivamente nel 2017 e nel 2018, e da quel 3,8% del 2015. E ciononostante, si prevede che la Spagna cresca a ritmi più elevati rispetto all’Unione europea. È importante pertanto considerare il ruolo giocato dai tassi di creazione di lavoro, che sebbene siano rimasti positivi, si sono però rallentati, riducendosi sensibilmente nell’anno trascorso, come mostrato nel grafico. Si prevede che il tasso d disoccupazione in Spagna sia in fase decrescente e che toccherà il 13,6% nel 2021. Le conseguenze della riduzione del tasso di crescita del Pil potrebbero essere assai gravi, dal momento che l’economia spagnola, a causa di ragioni strutturali, ha bisogno di una crescita forte del Pil per essere in grado di creare più occupazione. Prima della recessione, il tasso era stimato del 2%, ma dopo la recessione si stima che si sia ridotto attorno all’1,5%, e ciò porta conseguenze assai negative sul piano dell’occupazione. Ecco perché la previsione del tasso di crescita dell’1,6% suscita allarme per la situazione economica del Paese e perché è importante che esso si risollevi a livelli più elevati. Pertanto, alcuni sono preoccupati del fatto che la disoccupazione possa crescere ancora, e tornare ai livelli precedenti alla recessione finanziaria del 2007.
In ogni caso, se ciò accadrà, non si materializzerà nei prossimi due anni in condizioni normali, come prevedono sia l’Ocse, e come riportato nel grafico, che la Banca di Spagna, le quali prevedono un tasso di disoccupazione in riduzione nel prossimo biennio, anche se molto lentamente. Inoltre, altri fattori di incertezza, come la Brexit o i tassi americani, possono avere un impatto sull’economia spagnola. Se questa incertezza si riduce, gli investimenti potrebbero aumentare così come aumenterebbe anche la fiducia.
di Alfonso Aledo