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Spagna. Verso il governo. Espulsi 3 diplomatici boliviani

Spagna. Verso il governo. Espulsi 3 diplomatici boliviani

K metro 0 – Madrid – I due partiti di sinistra che stanno cercando di formare il primo governo di coalizione della Spagna dopo diversi anni, hanno deciso di unire le forze e ieri hanno annunciato un programma che comprende l’aumento delle tasse per i ricchi e della spesa sociale. Sarà fondamentale, al fine di

K metro 0 – Madrid – I due partiti di sinistra che stanno cercando di formare il primo governo di coalizione della Spagna dopo diversi anni, hanno deciso di unire le forze e ieri hanno annunciato un programma che comprende l’aumento delle tasse per i ricchi e della spesa sociale. Sarà fondamentale, al fine di poter comporre il nuovo esecutivo, l’astensione del partito indipendentista catalano.

L’ok definitivo per l’alleanza tra tra i socialisti del primo ministro ad interim, Pedro Sanchez, e gli anti-austerity di Podemos, dipenderà soprattutto da un politico separatista finito in prigione, ovvero Oriol Junqueras,vice presidente della Catalogna fino al 2017. La procura spagnola, lunedì, in una mossa che potrebbe facilitare la formazione della coalizione, ha chiesto di rilasciare temporaneamente il leader di ERC, così che possa giurare da nuovo membro del parlamento europeo. Il partito di Junqueras controlla 13 dei 350 seggi del Congresso dei Deputati spagnolo, e i suoi voti saranno cruciali per superare lo stallo politico che non hanno risolto le due elezioni nazionali tenutesi quest’anno. La legge spagnola, comunque, permette l’esistenza di governi di minoranza ma unicamente nel caso in cui ricevano più voti a favore che contrari alla camera bassa del parlamento. Tuttavia, anche con il sostegno del piccolo partito nazionalista basco, Sánchez e Iglesias necessiterebbero l’astensione dal voto di ERC. Una decisione verrà presa la prossima settimana ma verrà favorevolmente influenzata dalla mossa della procura nei confronti di Junqueras. I due leader lunedì hanno annunciato il proprio accordo di governo, un documento di 50 pagine che comprende più tasse per coloro che guadagnano di più (comprese le aziende), alcuni piani per aggiustare la riforma del lavoro approvata nel culmine della crisi finanziaria (nel 2012) e l’aumento della spesa per le politiche sociali. Sanchez e Iglesias, un tempo nemici, sono riusciti a diventare partner di governo e hanno anche intenzione di ritirare una legge sulla sicurezza nazionale emanata da un precedente governo conservatore e di innalzare il salario minimo, che è al momento di 1.050 euro.

Nel frattempo, il governo ha dichiarato tre diplomatici boliviani come “persone non gratae”, una contromossa legata alla frattura diplomatica avvenuta con l’ex colonia spagnola. L’intenzione sarebbe infatti quella di rispondere all’annuncio del presidente ad interim della Bolivia, Jeanine Añez, di voler espellere l’ambasciatore messicano e due diplomatici spagnoli per aver tentato di estradare un ex assistente governativo del precedente leader boliviano, Evo Morales. Si tratterebbe rispettivamente di Maria Teresa Mercado, Cristina Borreguero e Alvaro Fernandez .

L’esecutivo socialista di Sanchez ha inoltre aggiunto che i tre hanno a disposizione 72 per lasciare il Paese. La Bolivia ha accusato lo staff dell’ambasciata spagnola di aver cercato di infiltrarsi all’interno della missione messicana a La Paz per arrivare all’ex assistente di Morales – che ha rassegnato le dimissioni a novembre dopo settimane di protesta per la sua controversa rielezione e che al momento è in esilio in Argentina. In particolare, Arturo Murillo, ministro dell’Interno nel governo di transizione di Añez, domenica ha avanzato l’ipotesi di un tentativo di estradizione di Juan Ramon Quintana, braccio destro di Morales ricercato dalle autorità boliviane. Il tutto sarebbe stato scatenato da un incontro avvenuto venerdì tra Borreguero e l’ambasciatore del Messico ma Madrid ha escluso l’ipotesi in questione, negando qualsiasi coinvolgimento e spiegando come la propria decisione sia una risposta “al gesto ostile del governo boliviano di dichiarare due diplomatici spagnoli personae non gratae”.

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