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Il nuovo Regno Unito di Boris Johnson tra la Brexit, la Ue e il corteggiamento di Trump

Il nuovo Regno Unito di Boris Johnson tra la Brexit, la Ue e il corteggiamento di Trump

K metro 0 – Irlanda – Londra dovrebbe co-ospitare la prossima fase dei negoziati post-Brexit con Bruxelles in un cambiamento simbolico che segna la posizione del Regno Unito al di fuori dell’UE dopo il 31 gennaio, scrive il quotidiano londinese The Guardian. Il luogo più probabile per i colloqui che coinvolgeranno i team guidati da

K metro 0 – Irlanda – Londra dovrebbe co-ospitare la prossima fase dei negoziati post-Brexit con Bruxelles in un cambiamento simbolico che segna la posizione del Regno Unito al di fuori dell’UE dopo il 31 gennaio, scrive il quotidiano londinese The Guardian. Il luogo più probabile per i colloqui che coinvolgeranno i team guidati da Michel Barnier per l’UE e un ministro non ancora identificato per il governo britannico è il Cabinet Office a Whitehall. Bruxelles è stata al centro dell’attenzione negli ultimi tre anni, in quanto il Regno Unito è rimasto uno Stato membro dell’UE. Ma il controllo dell’UE sulle conferenze stampa presso la sede della Commissione europea a Berlaymont ha irritato l’ex segretario di Brexit David Davis, che ha evitato la visita a causa della tendenza di Barnier a monopolizzare la copertura mediatica. Con il Regno Unito che negozia come “paese terzo”, le regole sono destinate a cambiare. Per 11 mesi dopo il ritiro del 31 gennaio, il Regno Unito rimarrà nel mercato unico e nell’unione doganale dell’UE. Ma non sarà più uno Stato membro e i funzionari a Bruxelles si aspettano che la sede dei negoziati venga divisa.

Intanto, il governo britannico ha fatto sapere che aumenterà il numero dall’estero di scienziati e ricercatori idonei a ottenere il visto con procedura accelerata in maniera tale da attrarre sempre più esperti anche dopo la Brexit. “Vogliamo assicurarci che il Regno Unito continui a essere all’avanguardia dell’innovazione, quindi abbiamo bisogno di un sistema d’immigrazione che attragga le menti più brillanti da tutto il mondo“, ha spiegato il ministro dell’Interno, Priti Patel, annunciando il raddoppio da 62 a oltre 120 del numero di borse di studio che permettono di accedere alla procedura accelerata per il visto. Il premier Boris Johnson già ad agosto aveva promesso di allentare le regole per gli scienziati in modo da affrontare la carenza di talenti nel Paese.

Nel frattempo, il presidente Usa, Donald Trump, ha colto l’occasione storica e ha invitato il primo ministro britannico, Boris Johnson, alla Casa Bianca per il nuovo anno. Lo riporta il Sunday Times, secondo il quale l’invito è stato formulato dopo le elezioni del 12 dicembre, in cui i conservatori hanno ottenuto una schiacciante vittoria. “Sono state ventilate alcune potenziali date, a metà gennaio, ma non è ancora stato concordato niente formalmente”, ha scritto il giornale citando una fonte vicina alla Casa Bianca.  “È chiaro che entrambe le parti vogliono che accada all’inizio del 2020″, ha aggiunto la testata britannica. Secondo il Mail On Sunday, Johnson sarebbe riluttante all’idea di compiere la visita prima di portare a casa la Brexit il 31 gennaio, come promesso e stabilito; preferirebbe andare negli Usa dopo il rimpasto di governo, previsto a febbraio, quando si prevede nomini il ministro Michael Gove come nuovo negoziatore con la Ue per l’accordo commerciale. Questo potrebbe permettere a Johnson di portare con sé Gove nella missione a Washington. Il Regno Unito vuole stringere un nuovo accordo di libero scambio post Brexit con gli Usa e in molti temono che, tra le altre cose, porti a un massiccio ingresso degli Stati Uniti nel sistema sanitario britannico. Dopo la recente vittoria di Johnson alle urne a dicembre, Trump ha twittato che ora i due Paesi sono liberi di stringere un “enorme” accordo commerciale dopo l’uscita del Regno Unito dalla Ue.

“A causa di Brexit la Gran Bretagna e tutta l’Europa hanno subito e subiranno “danni inutili”. E se il Regno Unito, dopo Brexit, vorrà rientrare nell’Unione europea “sarà sempre il benvenuto”. Così il vicepresidente della commissione Ue, Frans Timmermans, in una “lettera d’amore” pubblicata dal Guardian. Scrivendo sul ‘The Guardian’, Timmermans, ex ministro olandese degli Esteri, che è stato al fianco di Jean-Claude Juncker, afferma di aver iniziato ad amare il Regno Unito e il carattere del suo popolo durante un periodo trascorso alla scuola britannica a Roma, la scuola inglese di Saint George. “Conosco i vostri punti di forza e le vostre debolezze – prosegue Timmermans ricordando i dubbi che la Gran Bretagna ha sempre avuto riguardo al progetto europeo – So che vi credete unici e diversi. E ovviamente lo siete per molti versi, ma forse meno di quanto pensiate”. “Mai – continua Timmermans – smetterete di riferirvi all’Europa come ‘il continente’. Vi aiuta a creare una distanza di cui pensate di avere bisogno. Ma questo impedisce di comprendere che noi tutti abbiamo necessità di un po’ di distanza gli uni dagli altri. Tutte le nazioni europee sono uniche. Le nostre differenze sono una fonte di ammirazione, sorpresa, disagio, incomprensione, ridicolo, caricatura e, sì, anche amore”. E se il Regno Unito, dopo Brexit, vorrà rientrare nell’Unione europea “sarà sempre il benvenuto”.

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