K metro 0 – Varsavia – È stato preparato in tutta fretta dal partito di destra Diritto e Giustizia (PiS) in risposta alle sentenze della Corte di giustizia europea (Cgue) e della Corte suprema polacca, che ha messo in discussione varie riforme giudiziarie introdotte dai conservatori. Ieri il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro ha dichiarato
K metro 0 – Varsavia – È stato preparato in tutta fretta dal partito di destra Diritto e Giustizia (PiS) in risposta alle sentenze della Corte di giustizia europea (Cgue) e della Corte suprema polacca, che ha messo in discussione varie riforme giudiziarie introdotte dai conservatori. Ieri il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro ha dichiarato che il ddl”protegge e ripristina un normale stato delle cose nel sistema giudiziario polacco”. “Questa legge protegge lo stato di diritto democratico”, ha detto, che alcuni stanno cercando di minare innescando “caos, anarchia e illegalità”. Sfidando Bruxelles, il parlamento della Polonia ha approvato una legge che punisce i giudici critici nei confronti delle controverse riforme giudiziarie, una misura che i conservatori al governo reputano necessaria per evitare il caos giudiziario, ma che l’opposizione definisce una minaccia allo stato didiritto. Il voto è arrivato poche ore dopo che la Commissione europea ha invitato Varsavia a rimandare l’approvazione del disegno di legge, almeno fino alla consultazione di esperti internazionali. Il ddl ha superato lo scoglio della camera bassa del parlamento con 233 voti a favore, 205 contrari e 10 astensioni.
L’appello della Commissione europea alla Polonia affinché il Parlamento polacco non procedesse oltre nell’esame della bozza di legge sulla responsabilità disciplinare dei magistrati è dunque caduto nel vuoto, anzi è stato definito “fuori strada”, come ha dichiarato il portavoce del governo di Varsavia, Piotr Muller, che aggiunge di sperare che la Commissione non si sia espressa in malafede, ma semplicemente perché priva di informazioni corrette. Il portavoce della Commissione Ue, Christian Wigand, ha confermato le indiscrezioni di stampa per le quali è stata inviata una lettera al presidente polacco, al primo ministro e ai presidenti delle camere del parlamento di Varsavia con la richiesta di bloccare ogni ulteriore esame della proposta di legge e l’invito alle autorità polacche a consultare la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa sul progetto. La vicepresidente della Commissione europea per i Valori e la Trasparenza Vera Jurova ha inviato una lettera alle autorità polacche” manifestando “le preoccupazioni dell’Esecutivo comunitario” per il progetto di legge sui giudici. Lo rende noto un portavoce della Commissione. Nella sua lettera Jurova “incoraggia fortemente” Varsavia a “consultare la commissione Venezia del Consiglio d’Europa sul progetto di legge, ed invita tutti gli organi dello Stato a non procedere oltre con la normativa, prima di aver fatto tutte le necessarie consultazioni”. La Commissione europea ha spiegato il portavoce, “resta impegnata in un dialogo costruttivo con le autorità polacche e chiede chiarimenti. Continueremo a monitorare la situazione da vicino”. Al contrario, il Parlamento polacco si è espresso in modo diverso. “Ho la profonda convinzione che nella Commissione europea qualcuno purtroppo ha gonfiato la narrazione di quanto accade in Polonia e in relazione a ciò essa, io spero, ha presentato l’appello non in malafede, ma semplicemente per mancanza di informazioni corrette”, ha spiegato Muller.
Il deputato del Movimento 5 stelle Sergio Battelli, presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera, ha criticato la legge sulla responsabilità disciplinare dei magistrati in Polonia. “Con l’approvazione da parte del Parlamento polacco della legge bavaglio per i giudici che, di fatto, limita l’autonomia della magistratura sottoponendola al potere esecutivo, la Polonia si allontana sempre di più dallo stato di diritto e dall’Unione europea”, si legge in una nota di Battelli. “Una legge che consente al governo di licenziare i giudici che si oppongono alle riforme giudiziarie è un abominio, contraria a qualsiasi trattato comunitario. Ecco perché credo che l’Ue debba reagire in maniera forte e drastica a questi tentativi estremi di limitazione della libertà, anche arrivando a limitare l’erogazione dei fondi di coesione. Ci sono dei principi basilari nell’equilibrio di poteri in ogni democrazia che non possono in alcun modo essere calpestati. Chi lo fa deve essere isolato e sanzionato” conclude Battelli.
di Joseph Villeroy