K metro 0 – Strasburgo – Gli eurodeputati condannano con fermezza la repressione cinese degli uiguri e chiedono al governo cinese di chiudere immediatamente i “campi di rieducazione” nello Xinjiang. Si legge nella nota: “I deputati condannano fermamente il fatto che centinaia di migliaia di uiguri e persone di etnia kazaka siano stati inviati in
K metro 0 – Strasburgo – Gli eurodeputati condannano con fermezza la repressione cinese degli uiguri e chiedono al governo cinese di chiudere immediatamente i “campi di rieducazione” nello Xinjiang.
Si legge nella nota: “I deputati condannano fermamente il fatto che centinaia di migliaia di uiguri e persone di etnia kazaka siano stati inviati in “campi di rieducazione” politica sulla base di un sistema di polizia predittiva, e esortano il governo cinese a porre immediatamente fine alla pratica delle detenzioni arbitrarie di membri delle minoranze uigura e kazaka in assenza di capi d’accusa, di un processo o di condanne per reati, a chiudere tutti i campi e i centri di detenzione e a liberare immediatamente e incondizionatamente le persone detenute, compreso il vincitore del Premio Sacharov di quest’anno, Ilham Tohti.”
I documenti classificati (“China cables”) recentemente resi pubblici sembrano confermare che il governo cinese ha detenuto più di un milione di musulmani, soprattutto uiguri, in “campi di rieducazione” nella regione nord-occidentale dello Xinjiang. Le autorità cinesi hanno dichiarato che i “centri di formazione professionale” sono utilizzati per combattere l’estremismo religioso violento.
Internamento di massa e sorveglianza digitale intrusiva
Esistono solide informazioni secondo cui gli uiguri e altre minoranze etniche, principalmente musulmane, nella provincia dello Xinjiang sono soggetti a detenzioni arbitrarie, torture, a pesanti restrizioni delle pratiche religiose e a un’ampia sorveglianza digitalizzata, sottolinea il Parlamento. I deputati chiedono alle autorità cinesi di garantire ai giornalisti e agli osservatori internazionali un accesso libero alla Regione autonoma uigura dello Xinjiang per valutare la situazione nel territorio.
I deputati sono poi preoccupati dalle segnalazioni su atti di vessazione delle autorità cinesi nei confronti degli uiguri residenti all’estero al fine di indurli a rivelare informazioni su altri uiguri, a fare ritorno nello Xinjiang o a non parlare della situazione di tale regione, talvolta ricorrendo alla detenzione dei loro familiari.
Sanzioni contro le autorità cinesi
L’approccio adottato e gli strumenti utilizzati fino ad oggi dall’UE non hanno prodotto progressi tangibili nella situazione dei diritti umani in Cina, che è invece peggiorata nell’ultimo decennio. È essenziale che l’UE sollevi la questione della violazione dei diritti umani in Cina in ogni dialogo politico con le autorità cinesi. I deputati chiedono al Consiglio di adottare sanzioni mirate e di congelare i beni, se ritenuto opportuno ed efficace, contro i funzionari cinesi responsabili di una grave repressione dei diritti fondamentali nello Xinjiang.