K metro 0 – Roma – L’essere invisibili come ben sappiamo è impossibile per noi esseri umani, perché rientra nelle facoltà di avere poteri paranormali, ma nella realtà purtroppo è possibile per chi nasce in una parte sfortunata del mondo. L’Unicef nel suo rapporto pubblicato oggi ha lanciato un allarme forte e chiaro: un bambino
K metro 0 – Roma – L’essere invisibili come ben sappiamo è impossibile per noi esseri umani, perché rientra nelle facoltà di avere poteri paranormali, ma nella realtà purtroppo è possibile per chi nasce in una parte sfortunata del mondo.
L’Unicef nel suo rapporto pubblicato oggi ha lanciato un allarme forte e chiaro: un bambino su quattro, sotto i cinque anni, non viene registrato alla nascita, non esistendo così né per il Governo né per la legge. Sono piccoli esseri che non hanno nemmeno un nome né tanto meno un’identità. Nel mondo sono 166 milioni i bimbi invisibili. Il titolo del rapporto “Registrare alla nascita ogni bambino entro il 2030: siamo sulla strada giusta?”, pone le basi per il raggiungimento di questo obiettivo che dovrebbe essere semplicemente un diritto per tutti gli esseri umani in ogni angolo della terra. Lo studio analizza i dati di 174 paesi e mostra che la percentuale di bambini sotto i 5 anni registrati a livello globale è aumentata circa del 20% in 10 anni, dal 63% al 75%. Non registrando un bambino alla nascita, gli si nega la possibilità di avere un’istruzione, cure mediche o altri servizi vitali, esponendoli senza dubbio a rischi di sfruttamento e abuso.
Alcuni progressi globali sono stati realizzati principalmente in Asia meridionale, soprattutto in Bangladesh, India e Nepal. In India il numero di bambini registrati è salito dal 41% tra il 2005 e il 2006, all’80% tra il 2015 e il 2016. Negli ultimi anni, l’Unicef ha lavorato con il Governo dell’India per dare priorità alla registrazione alla nascita negli Stati, incrementando e migliorando l’accesso ai centri di registrazione. La maggior parte dei paesi dell’Africa subsahariana è indietro, invece, rispetto al resto del mondo, con l’Etiopia al 3%, lo Zambia all’11% e il Ciad al 12%. A livello globale le barriere per la registrazione comprendono mancanza di conoscenza su come si registra un bambino alla nascita, spese elevate per la registrazione o per l’ottenimento di un certificato, spese aggiuntive per una tarda registrazione e lunghe distanze alla struttura di registrazione più vicina.
Nel rapporto, infine, l’Unicef pone 5 soluzioni per proteggere tutti i bambini dall’essere invisibili: prima di tutto fornire a ogni bambino il certificato alla nascita; dare a tutti i genitori maggiori possibilità, a prescindere dal genere, per registrare la nascita di un bambino; collegare la registrazione alla nascita ad altri sistemi per facilitare i diritti di ogni bambino alla salute, alla protezione sociale e all’istruzione; investire in soluzioni tecnologiche sicure e innovative per facilitare la registrazione e coinvolgere le comunità.
di Rossella Di Ponzio