fbpx

Aja, Rohingya: Aung San Suu Kyi respinge le accuse di “Genocidio”

Aja, Rohingya: Aung San Suu Kyi respinge le accuse di “Genocidio”

K metro 0 – Aja – La leader birmana Aung San Suu Kyi ha dichiarato oggi, davanti alla Corte penale internazionale dell’Onu all’Aja, che l’accusa di ‘genocidio’ nei confronti della minoranza musulmana dei Rohingya: “È profondamente sbagliato e controproducente parlare di genocidio contro i Rohingya in Birmania”. Così riportano i media internazionali. Nel processo che

K metro 0 – Aja – La leader birmana Aung San Suu Kyi ha dichiarato oggi, davanti alla Corte penale internazionale dell’Onu all’Aja, che l’accusa di ‘genocidio’ nei confronti della minoranza musulmana dei Rohingya: “È profondamente sbagliato e controproducente parlare di genocidio contro i Rohingya in Birmania”. Così riportano i media internazionali.

Nel processo che si è aperto ieri, alla Corte dell’Aja, che giudica le controversie tra gli Stati, e che ha preso avvio dopo la denuncia per genocidio mossa contro la Birmania da parte della Repubblica del Gambia e con il supporto dell’Organizzazione della cooperazione islamica, (OIC) e su inchieste dell’Onu che hanno raccolto oltre 600 testimonianze nei campi profughi del Bangladesh, e secondo le quali il genocidio è ancora in atto.

“Un altro genocidio si sta svolgendo proprio davanti ai nostri occhi eppure non facciamo nulla per fermarlo – ha accusato in aula il procuratore generale Abubaker Marie Tambadou -. Questa è una macchia sulla nostra coscienza collettiva. Non è solo lo stato del Myanmar che è sotto processo qui, ma è la nostra umanità collettiva”.

Oltre 700mila Rohingya sono stati costretti a fuggire nel Bangladesh e 10mila sono stati massacrati dall’esercito birmano.

La premio Nobel che difende i militari birmani ha tuttavia ammesso che: “non c’è alcuna prova dell’intento genocida, e che questo non può essere l’unica ipotesi” nel caso Rohingya. “Non si può escludere che i militari abbiano usato una forza sproporzionata”.

La leader birmana ha poi citato altri processi trattati dal principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, quelli della Croazia e della Bosnia contro la Serbia, dove la Corte non ha riconosciuto l’accusa di genocidio. Aung San Suu Kyi ha concluso spiegando che in Birmania c’è una profonda cooperazione tra militari e civili e che il processo di democratizzazione del Paese è in corso. Se l’accusa di genocidio fosse confermata, questo processo sarebbe sicuramente compromesso.

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: