K metro 0 – Parigi – Quest’oggi la Francia sta affrontando svariati disturbi al servizio di trasporto, visti gli scioperi indetti in tutta la nazione in risposta alla decisione del governo di riformare l’interno sistema pensionistico. Il presidente francese, Emmanuel Macron, si è incontrato con gli alti funzionari per organizzare al meglio la strategia per
K metro 0 – Parigi – Quest’oggi la Francia sta affrontando svariati disturbi al servizio di trasporto, visti gli scioperi indetti in tutta la nazione in risposta alla decisione del governo di riformare l’interno sistema pensionistico. Il presidente francese, Emmanuel Macron, si è incontrato con gli alti funzionari per organizzare al meglio la strategia per i giorni a venire.
Anche ieri, quarto giorno di sciopero, si sono registrati disagi ai trasporti, con la maggior parte dei treni francesi fermi, tra cui quelli delle linee internazionali. Quattordici linee della metropolitana di Parigi sono state chiuse, con solamente due linee – senza autisti a bordo – in funzione. Oggi, quinto giorno, sarà un test importante per verificare la solidità del movimento, sarà messa alla prova soprattutto la pazienza dei pendolari e dei turisti. Molti degli impiegati hanno lavorato da casa o hanno preso dei giorni di ferie quando lo sciopero è iniziato la scorsa settimana ma probabilmente non potrà continuare così ancora a lungo.
A tre settimane dal Natale, inoltre, i grandi magazzini di Parigi sono virtualmente vuoti, proprio a causa degli scioperi in corso e i negozianti cominciano ad essere preoccupati per il futuro delle proprie attività. Il primo ministro, Edouard Philippe ha incontrato con i ministri di governo coinvolti nella riforma pensionistica e successivamente con Macron. Quest’ultimo, esattamente a metà del proprio mandato, è convinto di poter portare a conclusione il proprio progetto e di poter modellare nei prossimi mesi l’economia francese. Dovrà afforontare un test decisivo alla fine di un anno turbolento, caratterizzato dalle proteste dei Gilet Gialli contro le sue iniziative economiche e fiscali. Proprio mentre le manifestazioni del movimento anti-goernativo imperversavano nelle città francesi, sono emerse parallelamente quelle per la riforma delle pensioni, che hanno portato i sindacati all’indizione di uno sciopero aperto. Tra le altre cose, il governo dovrà anche vedersela con gli attivisti climatici, che domenica sono scesi in strada nei pressi della Tour Eiffel, brandendo alcuni ritratti rubati del presidente Macron, per chiedere un impegno maggiore nella lotta ai cambiamenti climatici. La protesta fa parte di un movimento prettamente inusuale, che ha preso piede in Francia quest’anno, durante il quale gli attivisti sono riusciti ad impadronirsi di circa 130 ritratti precedentemente affissi nei municipi. ‘Il centrista che strizza l’occhio alle imprese’, secondo loro, non starebbe facendo abbastanza per ridurre le emissioni del Paese, anche se spesso si presenta come ‘Mr. Clima’ sui palcoscenici di tutto il mondo. Gli attivisti sono intervenuti proprio quando a Madrid si sta tenendo la COP25, summit dell’Onu sul clima. Macron si è scontrato con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulla necessità dei Paesi e delle multinazionali di ridurre le emissioni. Lo stesso presidente francese ha approvato l’introduzione di una tassa sui carburanti, la stessa che ha infiammato le proteste dei Gilet Gialli contro le ingiustizie economiche.
Intanto, dopo uno stallo di tre anni nelle negoziazioni tra le forze governative dell’Ucraina e i separatisti filorussi nell’est Ucraina, oggi si terrà un meeting all’Eliseo. All’incontro parteciperanno il presidente russo, Vladimir Putin, quello ucraino Volodymyr Zelensky, la cancelliera tedesca Angela Merkel e, appunto, Macron. Si ricomporrà quindi la formazione “Normandia” – ovvero quella composta dai Paesi che hanno partecipato alle cerimonie per l’anniversario del D-Day. Zelensky vuole assolutamente fare progressi e cessare le ostilità con i separatisti filorussi nell’est Ucraina a causa delle quali sono morte 14 mila persone dal 2014. Ieri, migliaia di persone sono scese in strada nella capitale di Kiev per chiedere al proprio leader di difendere gli interessi del Paese al summit.