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Europa, smartphone: cresce la dipendenza, si controlla almeno 200 volte al giorno

Europa, smartphone: cresce la dipendenza, si controlla almeno 200 volte al giorno

K metro 0 – Roma – La dipendenza da smartphone o da qualsiasi altro mezzo tecnologico connesso alla rete rappresenta una vera e proprio patologia che coinvolge una cospicua fetta di persone in tutto il mondo. Secondo i dati più recenti di una ricerca realizzata da Recovery Data, azienda specializzata in recupero dati, emerge quanto

K metro 0 – Roma – La dipendenza da smartphone o da qualsiasi altro mezzo tecnologico connesso alla rete rappresenta una vera e proprio patologia che coinvolge una cospicua fetta di persone in tutto il mondo.

Secondo i dati più recenti di una ricerca realizzata da Recovery Data, azienda specializzata in recupero dati, emerge quanto il cittadino europeo sia dipendente dagli smartphone, tanto che l’uso di quest’ultimi ha iniziato a influenzare anche i rapporti sociali. A causa dello smartphone, infatti, si litiga almeno una volta al mese in famiglia. Dati ancora più allarmanti riguardano proprio l’uso smisurato e senza controllo dello stesso: il 57% delle persone, infatti, controlla lo smartphone appena sveglio e l’83% legge le e-mail di lavoro durante la notte. Ma il dato più impressionante è un altro: si controlla lo smartphone almeno 200 volte al giorno toccandolo almeno 1000. L’utilizzo giornaliero del telefono vale per più dell’83% in tutti gli stati europei e la diffusione degli smartphone in rapporto alla popolazione si avvicina al 90%. Questo significa che quasi tutti possiedono uno smartphone e lo usano almeno una volta al giorno. I principali utilizzi sono: ricerca di informazioni sul web, controllo delle e-mail, attività sui social network, ricerca di prodotti da acquistare e ascolto di musica.

E l’Italia come si posiziona? Secondo i dati diffusi dal Censis nel 2018 nel Bel Paese il numero dei cellulari ha superato quello delle tv: 43,6 milioni di smartphone contro 42,3 milioni di televisori.  Il 25,8% di chi possiede uno smartphone non esce di casa senza il caricabatteria al seguito. Oltre la metà (il 50,9%) controlla il telefono come primo gesto al mattino o l’ultima attività della sera prima di andare a dormire.  Sono stati i giovani under 30 i pionieri del consumo, passati da un’utenza pari al 26,5% nel 2009 all’86,3% dell’ultimo anno. A partire dal 2016 si registra un’impennata anche tra i giovani adulti (30-44 anni), fino ad attestarsi oggi al 90,3%.

Questa dipendenza da dispositivi tecnologici connessi continuamente alla rete potrebbe avere conseguenze negative anche per la salute, molti studiosi parlano di nomofobia (dipendenza da smartphone o dipendenza dal cellulare), termine coniato recentemente per indicare un comportamento a rischio molto frequente nella popolazione a livello mondiale. La definizione deriva da uno studio condotto in Gran Bretagna dall’ente di ricerca Yougov, che ha rilevato che più della metà degli utenti che usano il cellulare tendono a mostrare uno stato ansioso quando lo perdono o quando appunto diventa fuori uso. Che dire una vera e propria malattia che crea situazioni di malessere che vanno di conseguenza curate.

di Rossella Di Ponzio

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