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Università di Catanzaro: ”Educazione alla legalità” Il Generale Governale: serve consapevolezza nella lotta alla mafia

Università di Catanzaro: ”Educazione alla legalità” Il Generale Governale: serve consapevolezza nella lotta alla mafia

K metro 0 – Catanzaro – Grande rilievo e partecipazione di ieri, presso l’Università Magna Grecia del capoluogo calabrese, si è tenuto un convegno dal forte valore non solo simbolico, ma anche sostanziale, dal titolo ”Educazione alla legalità: la mafia teme più la scuola o la giustizia?’‘. Il principale relatore, è stato il Generale Giuseppe

K metro 0 – Catanzaro – Grande rilievo e partecipazione di ieri, presso l’Università Magna Grecia del capoluogo calabrese, si è tenuto un convegno dal forte valore non solo simbolico, ma anche sostanziale, dal titolo ”Educazione alla legalità: la mafia teme più la scuola o la giustizia?’‘.

Il principale relatore, è stato il Generale Giuseppe Governale, Comandante del ROS e Direttore della DIA. Sul valore che i giovani dovrebbero avere, nella consapevolezza e nella lotta alla mafia, il Generale ha mandato, in incipit, una stoccata alla tendenza dei laureandi odierni, a scegliere come indirizzo di studio prevalente, quello di scienze della comunicazione, evidenziando la contrapposizione radicale con i laureati in storia moderna e contemporanea, nell’anno 2017, che ammontano al numero di sole tre unità.

Il dato evidenziato, che può sembrare alieno da un coinvolgimento con la tematica oggetto del convegno, risulta invece, con la stessa, pregnante, se si voglia parlare riguardo l’importanza della conoscenza storica del Paese e popolo italiani, che risulterebbe essere trascurata dalle scelte accademiche, protese molto più verso ambienti dello spettacolo e della comunicazione.

Procedendo poi sulla trattazione del fenomeno mafioso, Governale si è poi soffermato su di un dato di rilevante importanza per il proliferare delle associazioni mafiose sul territorio meridionale, rappresentato dall’annosa spaccatura economica, politica e sociale fra il Settentrione ed il Meridione d’Italia.

Sarebbe ravvisabile nell’impoverimento del popolo meridionale, uno dei fattori principali che consentirebbe alle realtà mafiose di persistere nel territorio italiano.

In merito a ciò, il Generale ha inoltre evidenziato come la rilevanza del dato precedentemente espresso, vada ad incastrarsi con la oramai assidua e pregnante presenza mafiosa al Nord Italia, luogo in cui vi è il grande giro di capitali. Ha osservato come tale presenza criminale nelle Regioni Settentrionali italiane, sia dovuta sostanzialmente a due fattori soggettivi, come l’ingenuità o la mancanza di scrupoli, dei privati cittadini coinvolti. L’attenzione si è poi spostata anche sull’internazionalizzazione della criminalità organizzata e della ‘ndrangheta in particolare, che è riuscita, a detta di Governale, addirittura ad intaccare le istituzioni politiche australiane, tentando di imporre i nomi di coloro che dovessero essere candidati alle cariche parlamentari.

Altra importante tematica toccata, è stata quella relativa alle cerchie di potere e di interessi afferenti non solo al mondo dell’alta imprenditoria, ma anche addirittura agli ambienti altolocati della massoneria, che sembrerebbe fungere da zona grigia, che permette alle associazioni criminali organizzate, di muoversi all’interno della società e dell’imprenditoria italiane e non solo.

Insomma, un evento di grande respiro, quello tenutosi presso l’istituzione accademica calabrese, il quale il Generale spera che possa rendere i giovani di oggi, la dignitosa classe dirigente del domani.

di Emmanuel Giuseppe Colucci Bartone

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