K metro 0 – Washington – Mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è a Londra per il meeting con i leader della Nato, la Camera ha pubblicato un resoconto della commissione di intelligence sull’impeachment che evidenzia nel dettaglio la violazione nei confronti dell’Ucraina. Il documento sarà alla base del dibattito per decretare se
K metro 0 – Washington – Mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è a Londra per il meeting con i leader della Nato, la Camera ha pubblicato un resoconto della commissione di intelligence sull’impeachment che evidenzia nel dettaglio la violazione nei confronti dell’Ucraina. Il documento sarà alla base del dibattito per decretare se il 45esimo presidente debba essere rimosso o meno dal proprio incarico. Le 300 pagine stilate dai democratici spiegano come Trump abbia usato impropriamente i propri poteri e come, nel corso delle indagini, abbia ostacolato il Congresso nella procedura. “Attraverso la procedura di impeachment si è scoperto che il presidente Trump, personalmente e attraverso alcuni agenti all’interno e all’esterno del governo statunitense, ha sollecitato l’ingerenza di una nazione estera, l’Ucraina, per permettere la propria rielezione”, si legge nella prefazione al resoconto redatta da Adam Schiff e poi ancora: “Il presidente ha messo i propri interessi personali e politici al di sopra di quelli degli Stati Uniti, con l’obiettivo di disgregare l’integrità del processo delle elezioni presidenziali e mettendo a rischio la sicurezza nazionale”. Le condizioni per destituire un presidente sono spiegate in breve nella costituzione, una definizione fa ancora discutere duecento anni dopo. “Il presidente, il vice presidente e tutti i funzionari civili degli Stati Untiti, dovranno essere destituiti se colpevoli di: tradimento, corruzione o di altri gravi crimini e misfatti”. Per i democratici, l’abuso risiede nel fatto che Trump ha cercato di trarre benefici politici personali dal piano di aiuti militari riservato all’Ucraina e approvato dal Congresso – tentando di ottenere informazioni attraverso un’indagine condotta da una forza straniera sul potenziale rivale delle presidenziali 2020 Joe Biden e, più in generale, sui democratici.
Nel frattempo, Washington è alle prese con una serie di provvedimenti economici nei confronti di alcuni Paesi. Nel corso del mandato di Trump, infatti, non sono mancate sanzioni per svariati motivi: nazioni che avrebbero tentato di rubare segreti commerciali, o che hanno introdotto una tassa che non è andata a genio del presidente Usa o per la svalutazione della propria valuta. Il tycoon ha tenuto fede a quanto promesso in campagna elettorale, modificando la politica estera degli Stati Uniti seguendo il motto “America-first” e applicando un approccio protezionista nei confronti dei partner commerciali. Finora, tuttavia, è stato frenato, per quanto possibile, dal Congresso. Sul tavolo c’è innanzitutto la guerra commerciale con la Cina; negli ultimi 17 mesi, le due economie più potenti del mondo si ritrovano nel più complicato impasse dal 1930. Trump, poi, lunedì ha deciso di distruggere l’accordo che ha permesso l’esenzione per Argentina e Brasile da dazi sull’acciaio e sull’alluminio – rispettivamente del 25% e del 10%. Washington aveva acconsentito e ha accettato quote sulle esportazioni verso gli Stati Uniti ma ora le due nazioni sono accusate di aver manipolato verso il basso il valore della propria moneta, così da permettere ai propri esportatori di beneficiare di un vantaggio – sleale – sul prezzo nei mercati esteri. Infine, Trump lo scorso anno ha convinto Messico e Canada a riscrivere il North American Free Trade Agreement. La sua versione – l’U.S.-Mexico-Canada Agreement, o USMCA — non è ancora stata approvata dal Congresso. Il patto è effettivo dal 1994, il NAFTA originale ha eliminato molte delle barriere commerciali tra le tre economie e ha contribuito a creare un potente blocco regionale.