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Clima. Gli studenti italiani a Madrid per la Cop 25

Clima. Gli studenti italiani a Madrid per la Cop 25

K metro 0 – Madrid – “Noi giovani dall’Italia e dal mondo protesteremo a Madrid fuori dai palazzi del potere, perché non c’è più tempo”: a dirlo è Giacomo Cossu, Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. “I potenti della Terra fanno tanti proclami per la difesa dell’ambiente, ma secondo le Nazioni Unite stiamo andando verso

K metro 0 – Madrid – “Noi giovani dall’Italia e dal mondo protesteremo a Madrid fuori dai palazzi del potere, perché non c’è più tempo”: a dirlo è Giacomo Cossu, Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. “I potenti della Terra fanno tanti proclami per la difesa dell’ambiente, ma secondo le Nazioni Unite stiamo andando verso un aumento della temperatura terrestre di 3,2 gradi anziché rispettare il limite di 1,5 previsto dagli Accordi di Parigi. Non ci sono politiche sufficienti per la transizione ecologica, i governi continuano a dare sussidi per le fonti fossili: in Italia ammontano a 19 miliardi e questa Legge di Stabilità non prevede una riduzione sufficiente. Siamo davanti ad un Green New Fake italiano, altro che green new deal. Con gli scioperi globali stiamo denunciando la catastrofe, ma la politica continua a tutelare gli interessi delle grandi multinazionali. Ora basta, vogliamo decidere noi sul nostro futuro” che “viene prima degli interessi del mercato” prosegue Cossu. “Parlano di innovazione e futuro, ma non investono sull’istruzione – afferma Giulia Biazzo, Coordinatrice nazionale di Unione degli Studenti – senza la diffusione della conoscenza e’ impossibile cambiare sistema economico. Vogliamo l’istruzione gratuita, la garanzia del diritto allo studio per tutta la nostra generazione. Nelle scuole vogliamo imparare con metodi democratici, impegnandoci a disegnare noi stessi quale sarà la società in cui vivremo. Vogliamo immaginare le città del futuro in cui restare, non da cui emigrare come avviene oggi, in cui vengano garantiti i diritti sociali”. “Il settore della ricerca scientifica è in gran parte finanziata dai privati che usano combustibili fossili – riferisce Camilla Guarino, Coordinatrice nazionale di Link Coordinamento universitario – questa è una grave responsabilità della politica, che non finanzia la ricerca pubblica.

Anche la Legge di Stabilità del nostro Governo prevede pochissime risorse per l’università e la ricerca. Così non è possibile alcuna transizione ecologica, né è possibile innovare il sistema produttivo per garantire alla nostra generazione posti di lavoro di qualità e non dannosi per l’ambiente”.

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