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Slovacchia: la proposta di legge sull’aborto accende preoccupazioni in Europa

Slovacchia: la proposta di legge sull’aborto accende preoccupazioni in Europa

K metro 0 – Bratislava – Il tema dell’aborto è una questione estremamente delicata che coinvolge le donne di tutto il mondo. In quasi tutta Europa l’interruzione volontaria di gravidanza è consentita su richiesta della gestante, senza restrizioni. La questione dell’aborto oggi è sotto i riflettori in Slovacchia: i legislatori, infatti, stanno discutendo una proposta di

K metro 0 – Bratislava – Il tema dell’aborto è una questione estremamente delicata che coinvolge le donne di tutto il mondo. In quasi tutta Europa l’interruzione volontaria di gravidanza è consentita su richiesta della gestante, senza restrizioni.

La questione dell’aborto oggi è sotto i riflettori in Slovacchia: i legislatori, infatti, stanno discutendo una proposta di legge che costringerebbe le donne che vogliono interrompere la gravidanza, a sottoporsi a un’ecografia e ad ascoltare il battito cardiaco del feto.

Il disegno di legge è stato presentato da tre membri del Partito nazionale conservatore, che secondo quanto comunicano, il loro obiettivo è informare le donne su questa fase della gravidanza, prima di abortire. Questa proposta ha destato nel Paese una serie di preoccupazioni, molte sono state le proteste organizzate in queste settimane nella città: i manifestanti sostengono che il progetto di legge viola i diritti umani fondamentali delle donne, compresi i diritti alla privacy, all’autonomia e alla capacità di prendere decisioni mediche libere dalla coercizione.

A settembre scorso, il parlamento slovacco ha respinto altre quattro proposte di legge che tentavano di vietare o limitare l’aborto nel Paese, ma quest’ultima proposta normativa è stata approvata in prima lettura a ottobre.

Alcuni rappresentanti politici si sono scagliati contro questa nuova norma, Silvia Shahzad, del partito politico conservatore del Popolo Ordinario, ha affermato che voterà contro la proposta, aggiungendo: “Cercare di cambiare le opinioni delle donne sulla loro gravidanza con questo tipo di pressione, non è accettabile”.

Al momento in Slovacchia, l’aborto è legale su richiesta nelle prime 12 settimane di gravidanza ed è possibile successivamente solo per alcuni motivi medici. Anche altre organizzazioni, più di 20 circa, si fanno sentire contro questa proposta di legge. Amnesty International e Marie Stopes International hanno scritto ai parlamentari slovacchi, esprimendo la loro profonda preoccupazione per questa proposta di legge. “Se questa norma fosse approvata, la Slovacchia sarebbe l’unico stato membro dell’UE a imporre questi controlli dannosi per le donne”. Opinioni simili sono state espresse anche dai rappresentanti del Consiglio d’Europa.

In particolare, il commissario del Consiglio d’Europa per i diritti umani Dunja Mijatovic ha espresso preoccupazione per le proposte di emendamento alla legge sull’aborto slovacco. Con una lettera inviata ai parlamentari slovacchi il commissario ha chiesto di respingere l’emendamento, segnalando che il disegno di legge, così modificato, rischierebbe di limitare l’accesso delle donne all’esercizio dei loro diritti nel campo della salute sessuale e riproduttiva. Sul tema arrivano anche le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che non raccomanda un’ecografia di routine prima dell’aborto.

La situazione in Europa vede nella maggior parte dei Paesi l’aborto consentito su richiesta della gestante senza restrizioni, se non quelle imposte dalle settimane di gravidanza ed eventualmente dall’autorizzazione dei genitori nel caso di minorenni. Ci sono ancora molti Stati in cui l’aborto non è consentito se non in casi di straordinaria gravità. In Andorra, Malta e a San Marino nessuna eccezione specifica è prevista dalla legge. Più complessa la situazione in Polonia, che dal 1993 consente l’aborto solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, stupro e grave malformazione del feto. Analogo orientamento in Liechtenstein e nel principato di Monaco. In Gran Bretagna, Finlandia e Islanda a una donna è permesso di abortire solo in certi casi: per preservare la propria salute fisica e mentale, per una malformazione del nascituro, per uno stupro e a causa della propria condizione socioeconomica.

 

di Rossella Di Ponzio

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