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Attentato sul London Bridge: l’aggressore Usman Khan, già condannato per terrorismo

Attentato sul London Bridge: l’aggressore Usman Khan, già condannato per terrorismo

K metro 0 – London – Armati di un estintore e di una zanna di narvalo (un cetaceo), sono riusciti a placcarlo facendolo cadere a terra: sono i passanti “eroi”, che sul London Bridge hanno fermato il 28enne Usman Khan, ex detenuto per fatti legati al terrorismo, che il 29 novembre ha accoltellato diverse persone,

K metro 0 – London – Armati di un estintore e di una zanna di narvalo (un cetaceo), sono riusciti a placcarlo facendolo cadere a terra: sono i passanti “eroi”, che sul London Bridge hanno fermato il 28enne Usman Khan, ex detenuto per fatti legati al terrorismo, che il 29 novembre ha accoltellato diverse persone, uccidendone due, sul ponte simbolo di Londra. Nelle immagini diffuse sui social network, si vedono per la prima volta tre uomini inseguire il sospetto, ancora armato dei due coltelli. Uno di loro usa un estintore per destabilizzarlo, mentre un altro lo respinge con la zanna di narvalo, precedentemente sganciata da una delle pareti della Fishmonger’s Hall, la pescheria nelle vicinanze. Secondo la polizia metropolitana di Londra, l’attacco sarebbe effettivamente iniziato in questo edificio dove si è tenuto un evento chiamato “Impara insieme”, una conferenza per la riabilitazione dei detenuti, a cui ha partecipato l’attentatore. Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha lodato i cittadini intervenuti per fermare l’attentatore del London Bridge, sottolineando che uno di loro – il cuoco polacco che ha brandito una zanna di narvalo – è un cittadino europeo. “Ieri abbiamo visto cittadini normali, compresi londinesi di origine polacca, agire in maniera straordinaria”, ha detto il sindaco, citato dai media durante la sua visita sul luogo dell’attacco. Queste persone sono il meglio dell’umanità, e “quando dico il meglio di noi, comprendo i cittadini dell’Ue”, ha aggiunto Khan, da sempre contrario alla Brexit.

Ha intanto un nome la prima delle due vittime dell’attacco di London Bridge. Si chiamava Jack Merritt ed era un giovane laureato dell’università di Cambridge. Secondo le prime ricostruzioni è stato ucciso dal killer, Usman Khan, nella sala all’imbocco del ponte in cui il raid è cominciato, durante una conferenza sulla riabilitazione dei detenuti organizzata a Londra dallo stesso ateneo di Cambridge. Il padre lo ha ricordato come “un bello spirito”. Merritt, come il padre ha ricordato via Twitter, era coordinatore di uno dei corsi di quel progetto di recupero dei carcerati – condotto attraverso l’istruzione e denominato Learning Together – per discutere del quale si erano radunati ieri nella Fishmongers’ Hall vari docenti, studenti, educatori ed ex detenuti tra cui lo stesso Khan. Non è invece stato reso ancora pubblico il nome della seconda vittima, una donna. Mentre restano in ospedale tre persone ferite dall’accoltellatore, due donne e un uomo, almeno una delle quali in condizioni gravi.

E monta la polemica nel Regno Unito sulla scarcerazione anticipata di Usman Khan. Khan, residente nello Staffordshire, in Inghilterra, ma di origini pachistane, avrebbe dovuto scontare una pena di 16 anni – e un minimo di 8 effettivi – secondo una condanna inflittagli nel 2012 per aver fatto parte di un gruppetto ispirato ad al Qaeda che progettava un attentato contro la Borsa di Londra. Ma era stato rimesso in libertà condizionata nel dicembre 2018, dopo neppure 7 anni, tanto da poter partecipare ieri a una conferenza sulla riabilitazione dei detenuti nella sala in cui ha scatenato l’attacco, poi proseguito sul ponte. Il premier Boris Johnson stanotte ha invocato il rispetto della certezza della pena per i reati gravi, mentre l’ex capo dell’antiterrorismo britannica, Chris Phillips, ha accusato il sistema giudiziario di “giocare alla roulette russa” con la sicurezza dei cittadini.

 

di Beppe Pisa

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