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Strasburgo. Ue, la Commissione Von der Leyen passa con 461 voti

Strasburgo. Ue, la Commissione Von der Leyen passa con 461 voti

K metro 0 – Strasburgo – A seguito della conclusione del processo delle audizioni, il Parlamento europeo ha approvato la nuova Commissione, presentata mercoledì 27 novembre in Plenaria dalla presidente eletta Ursula von der Leyen. Con una votazione per appello nominale, i deputati hanno approvato il nuovo collegio di commissari con 461 voti favorevoli, 157

K metro 0 – Strasburgo – A seguito della conclusione del processo delle audizioni, il Parlamento europeo ha approvato la nuova Commissione, presentata mercoledì 27 novembre in Plenaria dalla presidente eletta Ursula von der Leyen. Con una votazione per appello nominale, i deputati hanno approvato il nuovo collegio di commissari con 461 voti favorevoli, 157 contrari, 89 astensioni.

Durante il suo discorso, la presidente eletta della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ribadito gli impegni assunti in Aula a luglio e quelli assunti dai commissari designati nel corso delle audizioni. La rappresentanza femminile nella Commissione è la più alta di sempre: oltre alla presidente eletta, prima donna a capo della Commissione, l’attuale composizione della Commissione comprende 11 donne e 15 uomini, ovvero il maggior numero di donne commissari ad oggi. La nuova Commissione deve essere formalmente nominata dal Consiglio europeo. Il suo mandato quinquennale dovrebbe iniziare il 1° dicembre.

Dopo che lei stessa ha ottenuto a luglio per la sua approvazione un ristretto margine di 9 voti, Von der Leyen ha invece ricevuto ampio appoggio alla sua squadra di commissarie e commissari. I gruppi che hanno votato a favore o si sono astenuti hanno però avvertito di non intendere darle un “assegno in bianco”, come ha detto il romeno Dacian Ciolos, presidente dei liberali di Renew Europe al Parlamento europeo. Il voto per l’investitura non era segreto, favorendo così la disciplina all’interno dei gruppi. L’insediamento avverrà sabato 1° dicembre, un mese in ritardo rispetto a quanto inizialmente previsto. Fra candidature riviste (tre, numero senza precedenti), una Brexit tuttora in divenire, e nomine fortemente criticate, la formazione del team della ex ministra della Difesa della cancelliera Angela Merkel è stata complessa.

I 154 deputati socialdemocratici avevano annunciato prima del voto che avrebbero votato “in gran maggioranza” a favore dell’investitura, così come i 108 liberali di Renew. Tuttavia, ci sono stati anche eurodeputati socialisti che avevano annunciato l’astensione. L’astensione è stata scelta anche dai verdi. Tra i punti più criticati è stata la designazione del commissario all’Allargamento ungherese, visto dai detrattori come un appoggio alle posizioni anti-Ue del governo di Viktor Orban, e del francese Thierry Breton, ceo uscente della società Atos, come commissario al mercato unico e digitale. “Il conflitto d’interesse è inerente al vostro portafogli“, ha dichiarato la deputata tedesca Ska Keller rivolgendosi a lui e aggiungendo di “non poter accettare”. La Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (Gue), così come l’estrema destra, avevano annunciato che avrebbero votato contro.

L’Europa si trova in una condizione unica per guidare il cambiamento: sul clima, sulla digitalizzazione e per una visione geo-politica del suo ruolo. Il fatto che oggi siamo in grado di avere un’ampia maggioranza stabile lo considero un voto a favore di un’agenda di cambiamento. Non vedo l’ora di iniziare” dice Ursula von der Leyen durante la conferenza stampa dopo il voto del Parlamento europeo. “Sono molto felice e onorata per la maggioranza schiacciante che è frutto del lavoro di molte persone”, ha aggiunto. Inoltre, “la migrazione è un fenomeno che rimarrà negli anni, il nostro ruolo è quello di sviluppare un concetto globale di migrazione, questo comporta molte sfaccettature diverse: dobbiamo trattare il tema della gestione della migrazione in modo umano, ma efficace”.

Ursula von der Leyen ha sostenuto che “ciascuno stato membro dovrà mostrare solidarietà e contribuire alla gestione della migrazione in toto – ha aggiunto – La Ue deve poter sviluppare un concetto sostenibile che affronta il fenomeno”. E poi, aggiunge, “sono convinta che è nel nostro interesse strategico avvicinare a noi il più possibile i Balcani occidentali, Macedonia e Albania, due paesi ai quali abbiamo chiesto molte cose, hanno fatto molto perché abbiamo aperto i negoziati ma ora bisogna convincere i membri del Consiglio”. Infine, la presidente eletta Ursula Von der Leyen ha voluto affermare un punto strategico di rilievo nella sua conferenza stampa: “la Ue non sarà mai un’alleanza militare come la Nato”. Infatti, “la Ue ha molti strumenti a disposizione per agire come attore internazionale: aiuti allo sviluppo, investimenti, costruzione della difesa comune, strumenti di sostegno dei Paesi vicini”. I paletti sono stati posti dalla presidente Von der Leyen, ora dovrà vedersela coi capi di Stato e di governo dei 27 paesi della Ue.

Per il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, un obiettivo ambizioso è avere meno divisioni tra gruppi di Stati. “Venezia, ma non solo Venezia: l’emergenza che abbiamo avuto, il dissesto idrogeologico, le condizioni difficili del nostro paese”, ha detto a chi gli ha fatto presente che von der Leyen ha citato il caso di Venezia parlando in aula in merito alle calamità naturali che hanno colpito i paesi europei in queste settimane. “Ma se ci guardiamo intorno in tutti i paesi europei stiamo osservando una accentuazione di fenomeni climatici estremi. Alla fine, a livello internazionale, c’è solo un grande attore che può essere all’avanguardia del cambiamento climatico ed è l’Unione europea. Purtroppo, gli Stati Uniti hanno rinunciato agli Accordi di Parigi e quindi la leadership che lo si voglia o no, spetta all’Unione europea. Questa Commissione effettivamente lo vuole”, ha detto. “Oltre a quelle del rilancio dell’economia, dobbiamo trovare una linea comune europea comune sui temi dell’immigrazione, dobbiamo concentrarci sull’innovazione tecnologica, le nuove politiche industriali, dobbiamo trovare uno spazio internazionale più forte all’Ue, tenendo insieme la nostra diplomazia, la nostra forza commerciale e il ruolo della moneta
unica”, ha spiegato parlando delle altre priorità che lo riguardano come commissario all’Economia e che toccano la Commissione. “Io lavorerò molto per rafforzare il ruolo della moneta unica come moneta di scambio a livello internazionale. Aggiungerei una cosa che mi piacerebbe molto poter aiutare a fare: dobbiamo costruire un po’ più di legami e un po’ meno di divisioni permanenti tra i diversi gruppi di Stati: nord, sud, est, ovest. È chiaro che è molto facile da dire e molto più difficile da fare. Però, visto che quando si parte bisogna avere obiettivi ambiziosi, uno degli obiettivi ambiziosi secondo me è avere meno divisioni e questo può venire solo dalla spinta della Commissione e del Parlamento europeo insieme”, ha concluso.

 

di Joseph Villeroy

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