K metro 0 – Mosca – L’esercito russo ha dichiarato di aver mostrato la sua ultima arma ipersonica agli ispettori Usa. Lo ha rivelato il ministro della Difesa martedì, agli Stati Uniti sarebbe stato mostrato un motoaliante ipersonico, viste le condizioni di trasparenza comprese nell’accordo nucleare. Il nuovo velivolo verrà impiegato regolarmente a partire da
K metro 0 – Mosca – L’esercito russo ha dichiarato di aver mostrato la sua ultima arma ipersonica agli ispettori Usa. Lo ha rivelato il ministro della Difesa martedì, agli Stati Uniti sarebbe stato mostrato un motoaliante ipersonico, viste le condizioni di trasparenza comprese nell’accordo nucleare. Il nuovo velivolo verrà impiegato regolarmente a partire da dicembre. L’Avangard è stato presentato dal presidente russo, Vladimir Putin, già nel 2018 assieme ad altri prototipi. In quell’occasione sottolineò l’abilità dello stesso di poter effettuare manovre precisissime per arrivare agli obiettivi predefiniti, una caratteristica che renderebbe qualsiasi sistema di difesa inutilizzabile.
Il ministro degli Ester, Sergey Lavrov, intanto, ha avvertito i curdi della Siria che fare affidamento su Washington non “porterà niente di buono” e li avrebbe accusati da Lavrov di non aver seguito l’accordo tra Russia e Turchia, che ha bloccato l’avanzata turca in Siria. Tra le altre cose, ha sottolineato come questi ultimi stiano cercando di rimanere alleati con gli Stati Uniti, evitando in ogni modo il dialogo con il governo siriano. Le forze Usa e quelle curde hanno combattuto assieme l’Isis per anni e il sostegno di Washington ha permesso la creazione di un governo indipendente nell’est della Siria. Tuttavia, le truppe americane sono state ritirate da gran parte del Paese a ottobre, spianando la strada all’offensiva della Turchia nei confronti dei curdi. Mosca, che sostiene il governo siriano, ha spinto per una tregua. Gli alti diplomatici di Germania e Norvegia, invece, hanno respinto le domande sulla rilevanza della NATO, evidenziando come l’alleanza necessiti coesione politica per avere successo. Il ministro degli Esteri norvegese, Ine Eriksen, è intervenuto a un forum tenuto alla Koerber Stiftung di Berlino. Queste le sue parole riportate da AP: “Tutto quello che facciamo come alleanza militare, la nostra forza, dipende fondamentalmente dalla nostra coesione politica”. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha ribadito il concetto: “L’unità politica va mantenuta. Una scissione tra l’America e l’Europa non andrebbe a vantaggio di nessuno”. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha ripetutamente criticato i membri della Nato per non aver investito abbastanza sul settore della difesa, definendo l’alleanza come “obsoleta”.
Nel frattempo, a un anno dalla nomina per il premio Sakharov dell’Unione europea per i diritti umani, il regista ucraino Oleg Sentsov è riuscito finalmente a ritirarlo martedì. Sentsov è stato rilasciato dopo esser stato incarcerato in una prigione russa con l’accusa di terrorismo. Durante la cerimonia che si è tenuta al Parlamento europeo a Strasburgo, in Francia, Sentsov ha voluto mettere in guardia i parlamentari da Putin – che ha aperto ai colloqui di pace – considerati i tanti ucraini uccisi e imprigionati dalla Russia. “Non mi fido di Putin e chiedo a voi di non farlo. Vi tradirà, non vuole la pace né in Donbass né in Ucraina. Ci vuole vedere in ginocchio”, ha dichiarato. Un altro prigioniero ucraino, il giornalista Roma Suschenko, ha raccontato i tre anni passati in carcere dopo esser stato accusato di spionaggio da Mosca. In quel periodo, Suschenko – che ha sempre respinto le accuse – ha rivelato di aver dipinto cattedrali, fari e paesaggi come terapia psicologica. Ha utilizzato materiali non convenzionali come ketchup, té e bucce di cipolla assieme a penne e matite per dare vita ai propri dipinti. “E’ l’unica cosa che poteva tenermi in vita”, le sue parole riportate da AP. Sushchenko ha lavorato come reporter per Ukrinform, l’agenzia nazionale ucraina, ed è stato incarcerato nel 2016 per poi essere rilasciato a settembre, all’interno di uno scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina.