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Malta. Assassinio di Daphne Galizia, Il governo perde pezzi

Malta. Assassinio di Daphne Galizia, Il governo perde pezzi

K metro 0 – La Valletta – Come in un brutto film di gangster, dove i cattivi sparano e ammazzano, poi scappano mentre la polizia insegue a tutta velocità, ma alla fine si scopre che i più cattivi di tutti, i capi della grande piovra, vestono in giacca e cravatta, e l’unico botto che hanno

K metro 0 – La Valletta – Come in un brutto film di gangster, dove i cattivi sparano e ammazzano, poi scappano mentre la polizia insegue a tutta velocità, ma alla fine si scopre che i più cattivi di tutti, i capi della grande piovra, vestono in giacca e cravatta, e l’unico botto che hanno fatto è quello di qualche tappo di champagne nei loro sfavillanti palazzi del potere. Ecco il canovaccio che fa tremare Malta in queste ore, una sceneggiatura scritta più di due anni fa, macchiata dal sangue di Daphne Caruana Galizia, giornalista d’inchiesta che faceva parte del team internazionale incaricata di raccontare il filone maltese dei Panama paper.

L’avevano bersagliata con decine di querele intimidatorie, le avevano sgozzato il cane e, infine, il 16 ottobre del 2017, le hanno chiuso definitivamente la bocca con un’autobomba piazzata sulla strada di casa. Ma uccidere la cronista cinquantatreenne non è servito a nulla. Il governo di La Valletta sta sgretolandosi sotto l’urto di verità a lungo sussurrate ma finalmente ricostruite anche dagli investigatori. Nella piazza del parlamento, una folla inferocita ha atteso l’uscita del premier e dei ministri per bersagliarli di monetine e uova marce. Come sottolinea il corrispondente della BBC che segue la diretta, “è un fatto senza precedenti, qui a Malta il popolo non è abituato a proteste così clamorose”. E The Guardian rincara la dose: “Dopo questa vicenda, niente sarà più uguale a Malta”. Insomma, è diffusa la sensazione di assistere a un cambio epocale, una rottura non più sanabile di consolidate consorterie che hanno inquinato la vita politica per mezzo secolo.

Il governo perde pezzi: si dimettono il capo di gabinetto Keith Schembri, (chiamato in causa dal miliardario Yorgen Fenech) il ministro del turismo Konrad Mizzi e il titolare delle finanze Chris Cadorna. Resiste, disperatamente attaccato alla poltrona, il primo ministro Joseph Muscat.

La polizia continua con gli interrogatori e nuovi sviluppi sono attesi a breve. Riavvolgiamo, dunque, la pellicola e scorriamo le immagini delle ultime settimane.

Il 20 novembre il re delle sale da gioco Yorgen Fenech viene inseguito dalle motovedette della polizia mentre sul suo yacht stava cercando di raggiungere le acque internazionali. Mister Casinò è una vecchia conoscenza di Daphne Caruana Galizia, che ha scritto come giocasse sporco e truccasse le carte utilizzando il fondo segreto “Dubai 17 Black” – una delle migliaia società offshore rivelate dai Panama paper- per corrompere politici a ottenere favori dal governo. L’accusa che gli inquirenti muovono a Fenech è di essere il mandante dell’attentato mortale.

Ammanettato Fenech e messo di fonte alla prospettiva di un ergastolo, è saltato il banco. L’imprenditore decide di vuotare il sacco in cambio di un consistente sconto di pena. Le jeux sont fait: il capo di gabinetto del governo, uomo di fiducia del primo ministro, viene chiamato in causa insieme al collega del dicastero delle Finanze, Cadorna. Inevitabili le dimissioni.

Per i figli della giornalista uccisa si incomincia a intravedere un poco di luce alla fine di un’incubo che sembrava infinito. Loro – e soprattutto il figlio Matthew – non si erano mai arresi, raccogliendo il testimone strappato alla madre. Instancabilmente hanno continuato a tenere viva la rete internazionale dei reporter che in tutto il mondo scavano nel letamaio dei Panama paper ed hanno impedito che sulla vicenda calasse il silenzio. Ben 45 giornalisti e 18 testate (tra cui Guardian, New York Time, l’Espresso) si sono uniti nel cosiddetto Daphne Project per continuare il lavoro della collega. Così si è giunti a svelare i contatti tra il ministro delle finanze Cadorna e uno degli assassini materiali.

Lo stesso gruppo di giornalisti ha fatto emergere i legami tra il fondo segreto 17-Black e società legate a Panama riconducibili a un ministro e al capo di gabinetto del governo maltese. Su questa scia si sono mosse anche le istituzioni e gli organismi europei che, ripetutamente, hanno chiesto a Malta di svolgere un’inchiesta indipendente. Solo all’inizio di quest’anno, vedendo il discredito internazionale accumularsi sulla testa, il premier Muscat ha offerto di ritirare le numerose e costosissime cause per diffamazione intentate contro la giornalista e – di conseguenza – anche contro i suoi eredi. In cambio chiedeva che i figli dichiarassero che le affermazioni della madre sono “un falso”. Sdegnata la risposta del giovane Matthew: “Muscat è solo assetato di sangue”.

di Andrea Lazzeri

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