K metro 0 – Berlino – La polizia tedesca ha chiesto domenica a 900 uomini di eseguire il test del DNA per risolvere l’omicidio di una 11enne della città di Grevenbroich, avvenuto 23 anni fa. La ragazza, Claudia Ruf, fu rapita, stuprata e soffocata ma l’assassino non è stato ancora scovato dal lontano 1996. Il
K metro 0 – Berlino – La polizia tedesca ha chiesto domenica a 900 uomini di eseguire il test del DNA per risolvere l’omicidio di una 11enne della città di Grevenbroich, avvenuto 23 anni fa. La ragazza, Claudia Ruf, fu rapita, stuprata e soffocata ma l’assassino non è stato ancora scovato dal lontano 1996. Il suo corpo è stato ritrovato ad Euskirchen, a 70 km a sud di Grevenbroich. Un caso che ha scosso la nazione e che ora è tornato attuale. I 900 uomini tra i 14 e i 70 anni all’epoca dell’uccisione, si sono sottoposti al tampone orale per identificare il proprio DNA. Le autorità lo scorso mese hanno bussato porta a porta per consegnare le richieste e per fare alcune domande. Il test del DNA è inoltre stato annunciato nella piazza antistante la chiesa nel quartiere di Hemmerden a Grevenbroich.
Sempre nella giornata di domenica, nel vicino Belgio, migliaia di persone sono scese in strada a Bruxelles per sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne. Ai piedi di molti manifestanti delle scarpe di colore rosso, a simboleggiare le vittime di femminicidio. “Le scarpe rosse rappresentano le donne uccise dagli uomini. Ci sono stati un centinaio di casi negli ultimi tre anni”, ha spiegato Julie Wauters del gruppo Mirabal. Non ci sono però statistiche ufficiali che possano confermare la tendenza, come riporta Mirabal. Su uno dei display utilizzati domenica campeggiava la scritta: “Sono io la prossima?”. La polizia ha stimato che circa 10 mila persone hanno partecipato alla protesta, alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Onu il 17 dicembre 1999.
Altri eventi si sono tenuti anche a Parigi, dove i dimostranti hanno invaso le principali arterie della città per chiedere un risveglio nazionale sulla questione e più investimenti da parte del governo per prevenire la violenza domestica contro le donne, un problema definito dal presidente Emmanuel Macron “la vergogna della Francia”. Un’ondata di bandiere viola e di cartelli – alcuni con scritto “Stanche degli stupri” – hanno sfilato dal Place de l’Opera arrivando fino al versante orientale della Capitale, una mobilitazione senza precedenti tesa ad onorare anche le 130 donne uccise quest’anno in Francia dal proprio partner, una media sconvolgente di un omicidio ogni due o tre giorni. Nonostante la Francia abbia spesso portato in giro per il mondo il vessillo della lotta per i diritti delle donne ha anche uno dei tassi più alti di violenza domestica d’Europa, in parte per la scarsa risposta alle denunce sugli abusi. Molte delle vittime di quest’anno avevano infatti già chiesto aiuto alla polizia. Alla marcia di domenica – una delle più grandi di quest’anno a Parigi – hanno partecipato star della televisione e del cinema che si sono unite agli attivisti per dire basta al femminicidio. La protesta è andata in scena con l’obiettivo di mettere pressione al governo, prima dell’annuncio – che avverrà nella giornata di oggi – sulle nuove misure per contrastare il problema. Tra queste dovrebbero esserci il sequestro delle armi nei confronti di persone sospettate di violenza domestica e una pseudo-riforma del processo di addestramento della polizia, così che le denunce non vengano più ignorate.