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Tema degli abusi sempre attuale in Europa: manifestazioni in Francia e Bosnia

Tema degli abusi sempre attuale in Europa: manifestazioni in Francia e Bosnia

K metro 0 – Parigi – 137 donne in Francia sono morte per mano del proprio partner nel 2019, secondo i dati riportati da alcune organizzazioni che si occupano della questione. L’anno scorso il conto delle vittime si era fermato a 121 e la risposta del governo è già stata giudicata non sufficiente, secondo alcuni

K metro 0 – Parigi – 137 donne in Francia sono morte per mano del proprio partner nel 2019, secondo i dati riportati da alcune organizzazioni che si occupano della questione. L’anno scorso il conto delle vittime si era fermato a 121 e la risposta del governo è già stata giudicata non sufficiente, secondo alcuni critici la Francia avrebbe un particolare problema con la misoginia. Per questo l’esecutivo ha deciso di annunciare un dibattito nazionale sulla violenza domestica. Gli attivisti sono pronti a scendere in strada, intanto, il prossimo 23 novembre, con la speranza che le loro parole vengano finalmente ascoltate. Il tasso di femminicidi in Francia è più altro rispetto alla maggior parte dei Paesi in Europa, i dati più recenti forniti da Eurostat nel 2017 mostrano che molte più donne sono state uccise in Francia in confronto all’Inghilterra, Italia, Spagna o Svizzera. Solo la Germania ne ha contate di più. Marlene Schiappa, il ministro per l’Equità di genere, crede che in parte questi crimini siano dovuti a un retaggio culturale. “Credo che la società francese sia fondamentalmente sessista ed è difficile farla evolvere”, ha dichiarato ai microfoni della CNN e poi ha aggiunto: “Con il governo stiamo provando a vincere una battaglia culturale contro il sessismo e la misoginia ma sarà dura”. Il presidente francese, Emmanuel Macron, insieme al governo, ha deciso di mettere in campo delle misure per contrastare il problema, poi svelate a settembre dal primo ministro, Edouard Philippe: “Le donne francesi sono state seppellite dalla nostra indifferenza”.

Nel frattempo, l’ex leader scozzese Alex Salmond, uno dei politici più famosi del Paese, si è presentato in tribunale giovedì per rispondere alle accuse di crimini sessuali per aver tentato di stuprare una donna nella sua residenza ufficiale. Salmond dovrà far fronte a ben 14 accuse – una per tentato stupro, 11 per molestie sessuali e due per abuso sessuale – nei confronti di dieci donne. Il tentativo di stupro avrebbe avuto luogo a giugno 2014 presso la Bute House, la residenza del primo ministro scozzese a Edinburgo. Salmond ha respinto le sue accuse e assieme al suo avvocato si è dichiarato innocente, il processo inizierà quindi il prossimo 9 marzo. “Sono innocente e difenderò la mia posizione con forza” ha dichiarato il 64 enne uscito dal tribunale.

Il tema degli abusi però non riguarda solamente le donne ma si estende anche ad altre figure sociali come i bambini o a individui di particolari comunità. Circa mille persone si sono riversate nei pressi di un edificio governativo nella capitale bosniaca di Sarajevo dopo che un parlamentare dell’opposizione ha pubblicato delle foto scioccanti che mostrano bambini in condizioni particolari legati a letti e termosifoni in una struttura governativa. La manifestazione ha coinvolto genitori e parenti di bambini con disabilità, che hanno evidenziato le inefficienze di un sistema disfuzionale che condanna i ragazzi alla sofferenza. “Quando moriremo non ci sarà alcun sistema, legheranno tutti i nostri figli”, ha dichiarato Sabina Sunic, madre di una ragazza 17 affetta dalla sindrome di Down. Per quanto riguarda il tema dell’antisemitismo, un sondaggio effettuato dalla Anti-Defamation League, ha svelato che le tendenze sono maggiormente diffuse in Polonia, dove il sentimento in questione caratterizza il 48% della popolazione – rispetto al 37% del 2015 – e in Ucraina, dove interessa il 46% dei cittadini – rispetto al 32% del 2016. Il sentimento antisemita rimane diffuso anche in Ungheria, passando dal 40 al 42%. I governi di tutti e tre i Paesi sono stati criticati aspramente dai gruppi ebraici, nonostante questi si siano definiti a più riprese non antisemiti.

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