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Germania. Il travaglio politico della Cdu, partito di Angela Merkel, si riverbera nel congresso di Lipsia

Germania. Il travaglio politico della Cdu, partito di Angela Merkel, si riverbera nel congresso di Lipsia

K metro 0 – Berlino – Si è aperto a Lipsia il congresso della CDU, il partito della cancelliera tedesca Angela Merkel. La riunione si preannuncia tempestosa, mentre cresce la fronda contro l’erede designata dallo stesso capo del governo di Berlino alla guida del partito, Annegret Kramp-Karrenbauer. Kramp-Karrenbauer, meglio nota con le iniziali AKK, è

K metro 0 – Berlino – Si è aperto a Lipsia il congresso della CDU, il partito della cancelliera tedesca Angela Merkel. La riunione si preannuncia tempestosa, mentre cresce la fronda contro l’erede designata dallo stesso capo del governo di Berlino alla guida del partito, Annegret Kramp-Karrenbauer. Kramp-Karrenbauer, meglio nota con le iniziali AKK, è reduce da un anno molto difficile alla guida del partito crstinao-democratico, del quale ha preso il timone da Merkel all’ultimo congresso. La Merkel fa una breve apparizione al congresso nel tentativo di lasciare il ruolo di protagonista a Kramp-Karrenbauer. Akk ha ammesso questa settimana di aver commesso errori quest’anno e ha indetto il congresso dei circa mille delegati per lavorare su questioni politiche chiave.

Kramp-Karrenbauer, ex premier del piccolo stato occidentale della Saarland, spera di ottenere supporto al suo intervento al congresso, nella città dell’est di Lipsia. In una serie di interviste in vista della kermesse, Kramp-Karrenbauer ha insistito sul fatto che il partito dovrebbe concentrarsi su questioni importanti per gli elettori, sulla sua responsabilità nel processo di selezione del candidato per sostituire la Merkel come cancelliere e nella guida della campagna elettorale 2021 della Cdu. “Questo per me è un giorno speciale perché’ il 22 novembre del 2005 sono stata eletta come cancelliera della repubblica Federale tedesca al Bundestag“: lo ha detto Angela Merkel dal palco del congresso della Cdu a Lipsia, ricordando l’anniversario della sua prima elezione alla guida del governo tedesco esattamente 14 anni fa. La cancelliera ha poi ringraziato il suo partito, la Cdu, di averla sostenuta e di continuare a sostenerla come cancelliera da 14 anni. Questi anni sono “motivo di umiltà e gratitudine”, ha detto Merkel. Nessuno lo dice, ma nel “gioco degli specchi” di questo congresso – come lo ha definito qualche delegato – la vera posta in gioco è dunque l’eredità di Angela Merkel, la cancelliera “eterna”, che da mesi non si esprime sulle questioni interne al partito che un tempo fu di Adenauer e di Kohl. Il punto è che AKK è riuscita nell’equilibrismo di lodare la cancelliera e l’esecutivo attaccando i tanti che si sono esercitati nel tirassegno verso Merkel, al tempo stesso prendendo in maniera decisa le distanze da quello stesso governo di cui la Cdu è tuttora la forza principale. “Non è una strategia di successo per la campagna elettorale continuare ad attaccare la politica dell’esecutivo“, scandisce la leader della Cdu. “Per il nostro partito e per chi conduce la campagna elettorale è un danno se si continua sempre a dire agli elettori che niente è andato bene negli ultimi 14 anni”. Certo, ammette AKK, quello passato “è stato un anno difficile” per la Cdu, ma “non ci lasceremo trascinare da questi discorsi distruttivi”. Per poi aggiungere: “Se pensate che vogliamo la stessa Germania, allora rincalziamoci le maniche e cominciamo a lavorare”. Applausi a non finire: la tanto annunciata “rivolta” preconizzata prima dell’assise di Lipsia si sgonfia in un batter d’occhio. Ma il resto del suo intervento di 90 minuti è stato interpretato dai più come una decisa presa di distanza dall’era Merkel.

È un continuo “guardare avanti”, è un continuo mettere i paletti all’esperienza della Grosse Koalition, soprattutto nel rapporto con gli alleati socialdemocratici, che rappresentano l’architrave della Grosse Koalition di cui Frau Merkel è l’emblema: “Vogliamo benessere per tutti, non assistenza sociale per tutti”, tuona la presidente del partito attaccando le politiche sociali della Spd. Il benessere “deve essere realizzato economicamente, prima di venire distribuito”, aggiunge AKK, “e questa rappresenta una differenza tra noi e i socialdemocratici”.

E pure sulla difesa del clima – battaglia che la cancelliera spesso si è intestata, tanto da meritarsi l’appellativo di “Klimakanzlerin”, Kramp-Karrenbauer tiene a porre il suo accento da forza centrista, moderata, cristiana: “La difesa del clima non l’hanno inventata i Verdi, né Greenpeace”, attacca. “Anche per la Cdu la difesa del clima e dell’ambiente è un dovere”. Ma sia chiaro, aggiunge, che questo non può assolutamente significare la fine del motore a combustione: “Dobbiamo continuare a costruirlo in Germania, ma ciò deve avvenire in futuro in modo compatibile con la riduzione di Co2”. Non è un caso, infatti, che AKK abbia incassato il sostegno del suo arci-avversario, Friedrich Merz. Il quale, parlando dopo la leader, ha giurato la propria “lealtà”, rinunciando platealmente ai toni critici. La presidente della Cdu ha detto Merz, “ha fatto un discorso combattivo, coraggioso e volto a guardare avanti, e per questo noi tutti la ringraziamo“. Come si ripete tra le fila dei mille delegati di Lipsia, anche questo rappresenta a suo modo un colpo di scena. E non è neanche un caso che l’ex capogruppo Merz spari pure lui ad alzo zero sui socialdemocratici: “Non saremo mai come loro”. Anzi, “la Spd è strutturalmente sleale. Mentre noi siamo leali alla nostra presidente, ai vertici del partito e del governo”.

Niente male per un Congresso che era stato annunciato come un “tutti contro tutti”. Un altro tema su cui sembrano tutti d’accordo è il muro innalzato nei confronti dell’Afd, il partito dell’ultradestra, nonostante che qualcuno, nelle province e negli ambienti più a destra, evocasse l’opportunità di un dialogo.

 

di Joseph Villeroy

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