K metro 0 – Guardinghi, indecisi, sulla difensiva. È lo stato d’animo, in questo novembre, dei supermanager che decidono cosa e quanto acquistare per le proprie aziende, così da far quadrare i conti; sono gli uomini che dalla tolda dei grandi gruppi scrutano le tendenze del mercato. Su questi professionisti si basa il Pmi (Purchasing
K metro 0 – Guardinghi, indecisi, sulla difensiva. È lo stato d’animo, in questo novembre, dei supermanager che decidono cosa e quanto acquistare per le proprie aziende, così da far quadrare i conti; sono gli uomini che dalla tolda dei grandi gruppi scrutano le tendenze del mercato. Su questi professionisti si basa il Pmi (Purchasing manager index), un indice che testimonia le previsioni a breve-medio termine dell’economia.
Il Pmi è uno degli indicatori più attesi da chi opera in borsa, ma anche dai consigli di amministrazione che si apprestano a mettere in cantiere idee e progetti per l’anno prossimo.
I segnali per l’area Europa non sono drammatici ma neppure buoni. Assistiamo a una leggera risalita nel settore manifatturiero ma scende quello dei servizi. Per capire i numeri che seguono bisogna sempre tenere presente che i parametri Ihs Markit che producono la formulazione dell’indice PMI, indicano la soglia di 50, sopra la quale c’è espansione economica mentre sotto, al contrario, è contrazione.
Leggiamo ora i dati diffusi nella tarda mattinata di oggi, 22 novembre, per l’area Europa: il PMI manifatturiero è salito lievemente da 45,9 punti di ottobre a 46,7 punti in novembre (un incremento di 0,8). Un brutto colpo riceve invece l’indice dei servizi che va a quota 51,5 rispetto a 52,2 punti del mese precedente. Il peggior risultato conseguito negli ultimi 10 mesi.
Come si vede il miglioramento del manifatturiero non riesce a compensare la performance negativa dei servizi.
Preoccupano soprattutto i dati che arrivano dalla locomotiva tedesca. Qui abbiamo un buon incremento del PMI manifatturiero 43,8 punti (a ottobre 42,1) mentre i servizi segnano un leggero decremento passando dai 51,6 di ottobre ai 51,3 di novembre. Nel complesso la Germania resta sotto la soglia dei 50 punti, attestandosi a 49,2. Un livello che la mette un gradino sotto quello della media generale dell’Europa: 50,3.
Seppur attese nelle grandi linee, queste nuove rilevazioni offrono l’occasione per giudizi non certo ispirati all’ottimismo. Chris Williamson, chef business economist della IHS Markit commenta così: “Le imprese restano intimorite dalla guerra commerciale, dalla Brexit e dal generale rallentamento della domanda. L’incertezza sul futuro economico e politico – aggiunge – spinge quindi le aziende ad avere una maggiore avversione al rischio”.
Nelle stesse ore durante le quali venivano diffusi i nuovi dati PMI, la presidente di BCE, Christine Lagarde parlava ai banchieri europei riuniti a Francoforte, cercando di rincuorarli e spronandoli all’azione: “L’economia globale è incerta ma è anche il momento delle opportunità”.Aggiungendo: “Abbiamo una possibilità unica di rispondere a un mondo che sta cambiando e che pone sfide, investendo sul nostro futuro, rafforzando le nostre istituzioni comuni e dando nuovo vigore alla seconda economia del mondo”.
di Andrea Lazzeri