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L’Etichetta che divide l’Europa. Forti pressioni a favore del Nutri-Score

L’Etichetta che divide l’Europa. Forti pressioni a favore del Nutri-Score

K metro 0 – Bruxelles – Si annuncia Battaglia nel parlamento europeo sul Nutri-Score, il sistema di etichettatura alimentare che, sviluppato in Francia rende possibile capire a colpo d’occhio quanti grassi e altri valori nutrizionali ha un determinato alimento. È una piccola striscia colorata sull’etichetta con una serie di voti dalla A alla E. Lo

K metro 0 – Bruxelles – Si annuncia Battaglia nel parlamento europeo sul Nutri-Score, il sistema di etichettatura alimentare che, sviluppato in Francia rende possibile capire a colpo d’occhio quanti grassi e altri valori nutrizionali ha un determinato alimento. È una piccola striscia colorata sull’etichetta con una serie di voti dalla A alla E. Lo scopo è sollecitare il cittadino a un consumo consapevole e, in definitiva, a salvaguardare la salute prevenendo la lunga serie di malattie che derivano da un’alimentazione disordinata o, peggio, a base di “junk food”.

Sarà uno scontro molto duro dagli esiti tutt’altro che scontati. L’argomento è sui banchi dell’Europarlamento già da alcuni anni ma in queste ultime settimane ha ripreso quota sulla spinta dell’avanzata dei movimenti ambientalisti e sulla svolta verde di cui Macron è divenuto alfiere. Come tutta le volte che si toccano la cassaforte del sistema agroalimentare, si scatenano interessi miliardari e, di conseguenza, si muovono governi e diplomazie di mezzo mondo. Fino a oggi si era registrato un sostanziale impasse tra le nazioni, in pratica ciascuna ha deciso come meglio credeva. Un equilibrio che non poteva durare a lungo ed è divenuto sempre più precario. Anche perché i colossi multinazionali, come Nestlè o CocaCola, hanno cominciato ad attuarlo piazzando sugli scaffali dei Paesi ostili al nutri-score, vaste gamme di prodotti etichettati. In questo modo, silenziosamente, i consumatori vengono abituati al nuovo metodo che, per sua natura, è molto semplice e non richiede letture concentrate sul retro della confezione per capire il valore nutrizionale dell’alimento.

Dalla scorsa settimana il gruppo dei Verdi a Bruxelles ha deciso di rilanciare con forza conscio di poter trovare forti alleati in questa stagione politica. I francesi, che per primi hanno adottato, prima sperimentalmente poi obbligatoriamente, l’etichettatura colorata. Spagna e Belgio hanno seguito a ruota e, da qualche settimana, anche la Germania ha stabilito che si adeguerà alla richiesta dei grunen. Nel dibattito dell’assemblea europea, il fronte di chi vuol rendere obbligatoria l’etichettatura con la striscia colorata, appare oggi molto esteso e con rappresentanti che hanno un alto peso specifico.

I favorevoli si trincerano dietro i risultati benefici ottenuti nella sperimentazione francese, citando quanto riportano gli scienziati. Il papà del nutri-score, il professor Serge Hercbeng, della facoltà di medicina di Parigi 13, riporta le conclusioni a cui è giunto lo studio dei ricercatori d’Oltr’Alpe: “Con questo punteggio nutrizionale ridurremo la mortalità del 3,4%. Significa – ha aggiunto – 7500 morti in meno per malattie legate alla cattiva alimentazione”.

Nella trincea degli oppositori gli italiani sono in prima linea. E sono scatenati. Qui si giocano le sorti di oltre 4 miliardi di italian-food rinomato in tutto il mondo. La principale organizzazione degli agricoltori, la Coldiretti, parla di “inganno delle etichettature che rischiano di indurre a semplificazioni con effetti dannosi per la salute”. Toni analoghi a quelli usati dalla Federazione italiana industria alimentare che fa l’esempio dell’olio extravergine d’oliva: “E’ stato penalizzato per i grassi, nonostante le sue numerose proprietà benefiche, quali il potere antiossidante o l’attività di prevenzione dei disturbi cardiovascolari”. Basti pensare che in Francia l’olio extravergine d’oliva è classificato come plus mauvais dell’olio di colza. Intuibile l’allarme che circonda i produttori dei formaggi tipici o dei prosciutti, per non parlare del mitico lardo di Colonnata.

 Sarà uno scontro molto duro e di questo è pienamente cosciente il ministro italiano delle politiche agricole, Teresa Bellanova che, all’Adnkronos, dichiara: “ Intendo fare dell’etichettatura un punto qualificante della nostra azione di governo in Europa. Abbiamo il dovere e il diritto di difendere il nostro settore agroalimentare”.

Nei prossimi mesi sapremo come andrà a finire. Nel frattempo, dall’UE giunge una buona notizia a rallegrare la tavola degli italiani. Gli spaghetti all’amatriciana hanno ricevuto il marchio europeo SGT (specialità tradizionale garantita) e nel disciplinare europeo è scritta anche la ricetta. Particolare che mette fine alla furiosa diatriba tra chef stellati, tra quelli che nel soffritto mettevano la pancetta e i sostenitori del guanciale. L’Europa Unita ha stabilito che, nell’amatriciana ci va il guanciale, ma non un guanciale qualunque, bensì quello “amatriciano a base triangolare”. Il piatto è servito.

di Andrea Lazzeri

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