K metro 0 – Bruxelles – Il conseguimento della laurea dovrebbe spalancare subito le porte al mondo del lavoro, ma non è sempre così. A dimostrarlo sono i dati dell’Eurostat, che riportano le percentuali dei laureati che hanno trovato lavoro dopo 3 anni dal conseguimento del titolo nel Vecchio Continente. Nel 2018, il tasso di occupazione
K metro 0 – Bruxelles – Il conseguimento della laurea dovrebbe spalancare subito le porte al mondo del lavoro, ma non è sempre così. A dimostrarlo sono i dati dell’Eurostat, che riportano le percentuali dei laureati che hanno trovato lavoro dopo 3 anni dal conseguimento del titolo nel Vecchio Continente.
Nel 2018, il tasso di occupazione per i neolaureati ha raggiunto il 90% o più in 75 regioni, concentrate in gran parte della Repubblica Ceca, Germania, Paesi Bassi, Austria e Svezia, con la regione della Germania sud-orientale del Niederbayern, che registra il più alto tasso di occupazione regionale per neolaureati (98%).
Al contrario, meno di un terzo dei neolaureati era impiegato in quattro regioni dell’UE, tre erano nel sud Italia: Sicilia (27%), Basilicata e Calabria (entrambe 31%), mentre la regione greca della Sterea Ellada fa poco meglio (34,4%). La prima cosa che si evince, analizzando i dati, è la differenza tra la percentuale di laureati in Italia che lavorano e quella degli altri Paesi europei, soprattutto se si analizzano i dati della Repubblica Ceca, della Germania, dei Paesi Bassi, dell’Austria e della Svezia.
Secondo l’ufficio statistico europeo nel 2018 in Italia, il 59,8% dei laureati, lavora a tre anni dall’ottenimento del titolo di studio, si tratta quindi di quasi sei laureati su 10, troppo poco rispetto alla media europea. Infatti, nonostante la percentuale dei laureati italiani che lavorano sia aumentata del 10% rispetto al 2014, la media europea, che si attesta invece all’83,5%, rimane lontanissima. L’Italia si posiziona così al penultimo posto in Europa, prima della Grecia.
Un altro dramma è l’occupazione femminile soprattutto al Sud Italia: solo il 16,8% delle giovani siciliane trova lavoro entro tre anni dal diploma, mentre nella provincia autonoma di Bolzano l’85,3% delle coetanee trova lavoro e la media nazionale è al 43,6%.
In Germania le donne trovano lavoro nell’88,3% dei casi, mentre su base regionale si supera il 90%. Se guardiamo alle donne laureate, troviamo in Calabria la percentuale più bassa con il 21,6%, in Sicilia il 29,1%. In Europa le donne lavorano a tre anni dal titolo nell’82,1% dei casi, mentre l’Italia è al 58,1% dimostrando la dura vita delle donne lavoratrici nel nostro Paese. Prima la provincia di Bolzano all’82,6% (sopra la media europea), seconda il Veneto al 76,2%, a seguire la Lombardia al 72,9% e la Campania al 42%.
Per quanto riguarda i diplomati italiani che lavorano, sempre secondo i dati dell’Eurostat, nel Bel Paese la percentuale dei diplomati occupati, a tre anni dalla maturità, si attesta a circa il 10% in meno rispetto a quella dei laureati, ossia 48,9%. Anche in questo caso, il divario con gli altri Paesi europei rimane abbastanza importante. Nell’Unione infatti la percentuale di diplomati che lavorano a tre anni dal conseguimento del titolo si afferma al 76,5%.
di Rosella Di Ponzio