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Libano: il ministro della Difesa italiano Guerini incontra Hariri. Banche chiuse, cresce la tensione sociale

Libano: il ministro della Difesa italiano Guerini incontra Hariri. Banche chiuse, cresce la tensione sociale

K metro 0 – Beirut – Il primo ministro libanese uscente, Saad Hariri, ha ricevuto oggi il ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini. Presenti all’incontro l’ambasciatore d’Italia a Beirut, Massimo Marotti, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, l’ex ministro Ghattas Khoury e il consigliere militare di Hariri, generale Maroun Hatti. Le parti hanno

K metro 0 – Beirut – Il primo ministro libanese uscente, Saad Hariri, ha ricevuto oggi il ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini. Presenti all’incontro l’ambasciatore d’Italia a Beirut, Massimo Marotti, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, l’ex ministro Ghattas Khoury e il consigliere militare di Hariri, generale Maroun Hatti. Le parti hanno discusso delle relazioni bilaterali e dei programmi di cooperazione militare tra Libano e Italia.

Il ministro Guerini è atterrato questa mattina per una visita di 2 giorni nel Paese del Cedro, incontrerà anche il capo dello Stato Michel Aoun e il presidente dell’Assemblea nazionale Nabih Berri; in programma anche l’incontro con il contingente italiano dispiegato nel sud del Libano nel quadro della missione Unifil e nell’ambito della missione militare bilaterale Mibil

Nel frattempo, tutte le filiali delle banche libanesi rimangono chiuse anche domani e fino a data da definire. Lo ha annunciato oggi l’associazione degli istituti di credito del Libano, affermando di non poter riaprire fino a quando le autorità non presenteranno un piano di sicurezza per proteggere le filiali e gli impiegati da eventuali incidenti. Da quando sono cominciate le proteste anti-governative nel paese, le banche sono rimaste chiuse per due settimane consecutive. Hanno poi riaperto per alcuni giorni e hanno di nuovo chiuso i battenti una settimana fa: prima, prolungando di un giorno una festività religiosa e, poi, a causa di uno sciopero proclamato dagli impiegati bancari intimoriti dal deterioramento delle condizioni di sicurezza.

Nell’unica settimana di apertura ai primi di novembre, i correntisti hanno affollato gli sportelli e hanno cominciato a ritirare valuta, in dollari, dai proprio conti. Le banche avevano già imposto a settembre un razionamento della distribuzione del dollaro ai correntisti. Alla luce di questa nuova prolungata chiusura cresce la tensione sociale ed economica visto che cominciano a scarseggiare i risparmi nelle tasche dei cittadini.

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