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Spagna. Accordo di governo tra socialisti e Podemos. La questione della Catalogna

Spagna. Accordo di governo tra socialisti e Podemos. La questione della Catalogna

K metro 0 – Madrid – Il leader del partito socialista spagnolo, Pedro Sánchez, e quello di Podemos, Pablo Iglesias, hanno annunciato ieri di aver raggiunto un accordo preliminare per la formazione di un governo di coalizione, due giorni dopo le elezioni nazionali indette per superare l’impasse politico. Ciononostante, i voti in parlamento non sarebbero

K metro 0 – Madrid – Il leader del partito socialista spagnolo, Pedro Sánchez, e quello di Podemos, Pablo Iglesias, hanno annunciato ieri di aver raggiunto un accordo preliminare per la formazione di un governo di coalizione, due giorni dopo le elezioni nazionali indette per superare l’impasse politico. Ciononostante, i voti in parlamento non sarebbero ancora sufficienti senza l’appoggio di altri gruppi.  Pedro Sánchez, ha ottenuto ben 120 seggi su 350, non raggiungendo quindi la maggioranza. Podemos ne ha ottenuti 35.

Si sono presentati insieme agli organi di stampa, i due leader per chiarire che il primo ministro, secondo quanto stabilito l’accordo, sarà Sánchez e Iglesias il suo vice. Nei prossimi giorni inizierà il dialogo con gli altri partiti per ottenere un sostegno maggiore. Proprio la distanza tra i due, dopo le elezioni di aprile, è stata una delle ragioni principali alla base per l’indizione delle ultime votazioni, quella di domenica è stata la quarta in 4 anni. I due dissero di non avere fiducia l’uno nell’altro e non si riuscì a raggiungere un compromesso. Ieri, invece, la situazione era totalmente capovolta: hanno firmato l’accordo di fronte alle telecamere e si sono anche abbracciati. “La Spagna ha bisogno di un governo stabile, non uno temporaneo. Uno solido, non uno di prova. E ne ha bisogno ora”, ha dichiarato Sánchez, sottolineando come l’obiettivo è completare il mandato di quattro anni.

L’avvocato generale della Corte di giustizia europea, Maciej Szpunar, è intanto intervenuto sulla questione dell’elezione di Oriol Junqueras al Parlamento europeo. Secondo Szpunar proprio quest’ultimo, e non la Spagna, dovrà decidere se il leader catalano possa diventare un parlamentare. “A Madrid non dovrebbe essere permesso di sospendere il suo mandato”, ha dichiarato. Le opinioni legali non sono giuridicamente vincolanti ma sono spesso seguite dalla corte. “Anche se non si tratta della decisione finale sulla questione, è pur sempre una buona notizia”, ha detto Ska Keller, presidente del gruppo dei Verdi/EFA nel Parlamento europeo, con cui Junqueras è alleato. “Speriamo che le parole dell’avvocato generale vengano confermate della corte”, ha aggiunto Keller. “Abbiamo sempre difeso il diritto del nostro collega di ottenere un posto all’interno del Parlamento”.

La polizia francese poi, sempre nella giornata di martedì, ha fermato 18 manifestanti favorevoli per l’indipendenza catalana e ha utilizzato spray al peperoncino e manganelli per respingerli. I dimostranti avevano bloccato una stazione doganale al confine per più di 24 ore. Le autorità hanno rimosso i veicoli e i detriti, per poi annunciare la riapertura della strada al traffico nelle ore successive. Le azioni degli agenti hanno portato vari disagi, alcuni protestanti sono stati visti piangere sotto l’effetto degli spray. Tuttavia, l’amministrazione regionale ha dichiarato di non aver registrato nessun ferito nelle operazioni portate avanti in mattinata. La protesta, programmata tre giorni, è iniziata lunedì ed è stata organizzata da un gruppo di attivisti chiamata Tsunami Democratic, che ha messo in piedi varie dimostrazioni, alcune violente, sin dall’incarcerazione dei dodici leader separatisti catalani per il loro ruolo nella spinta indipendentista del 2017.

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