K metro 0 – Belgrado – La Russia ha annunciato mercoledì che invierà un sofisticato sistema missilistico contraereo alla Serbia nonostante la minaccia di sanzioni arrivata dagli Stati Uniti. L’agenzia statale russa TASS ha spiegato che il sistema Pantsir-S sarà consegnato alla Serbia “nei prossimi mesi come da accordi presi”. L’ambasciatore statunitense per i Balcani
K metro 0 – Belgrado – La Russia ha annunciato mercoledì che invierà un sofisticato sistema missilistico contraereo alla Serbia nonostante la minaccia di sanzioni arrivata dagli Stati Uniti.
L’agenzia statale russa TASS ha spiegato che il sistema Pantsir-S sarà consegnato alla Serbia “nei prossimi mesi come da accordi presi”. L’ambasciatore statunitense per i Balcani occidentali, Matthew Palmer, nel suo intervento all’emittente macedone Alsat M ha avvertito Belgrado che con l’acquisto di armamenti russi rischia “sanzioni severe” e poi ha aggiunto: “Speriamo che la Serbia, nostro partner, ci pensi due volte prima di avviare una transazione del genere”. Palmer, che era a colloquio con il presidente serbo, Aleksandar Vucic, ha tra le altre cose criticato la decisione dell’Unione europea di non aprire alle trattative per l’entrata nel blocco di Macedonia del Nord e Albania, definendola un “errore storico” che manda un cattivo messaggio alla regione dei Balcani. Gli Usa faranno di tutto per persuadere l’Unione a fare un passo indietro prima del meeting tra i leader che si terrà a maggio in Croazia. “L’America vuole che i Balcani occidentali abbiano una prospettiva europea”.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha rifiutato di accogliere altre nazioni, che si andrebbero ad aggiungere alle 28 attuali, fino a che le procedure di allargamento non saranno riformate. Tra i principali oppositori anche i Paesi Bassi, che hanno respinto in toto la candidatura dell’Albania. La decisione è un duro colpo per la regione, la prospettiva di entrare a far parte dell’Ue ha infatti incoraggiato i Paesi a mettere a punto nuove riforme e alla riconciliazione dopo il conflitto a seguito dello smembramento dell’ex Jugoslavia negli anni ‘90. Proprio gli Stati Uniti si stanno impegnando per far ripartire il dialogo tra Serbia e Kosovo, la cui dichiarazione d’indipendenza del 2008 non è stata riconosciuta da Belgrado, con lo scopo di arrivare alla normalizzazione delle relazioni. La Serbia rimane un alleato chiave soprattutto per la Russia, nonostante la sua volontà di entrare nell’Unione europea, e a conferma di ciò ha promesso di rimanere fuori dalla NATO e si è rifiutata di unirsi alle sanzioni occidentali nei confronti di Mosca per il conflitto in est Ucraina. Vucic, in un’intervista rilasciata a un’emittente nazionale martedì, ha ribadito che il Paese procederà nella trattativa di acquisto del sistema missilistico e che cercherà di evitare qualsiasi scontro con l’America.
Nel frattempo, la commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha criticato aspramente il ministro della Difesa serbo per aver promosso un libro che tenta di negare l’offensiva portata avanti dalle forze serbo-bosniache nella città di Tuzla nel 1995, causando 71 morti. Mijatovic ha evidenziato come “diffondere falsità e disinformazione in un contesto post-bellico è un gioco pericoloso, che mette a rischio i progressi fatti in direzione della pace e della riconciliazione”. Il libro, intitolato “Tuzla Gate Staged Tragedy”, cerca di rinnegare fatti documentati internazionalmente e dalle corti locali. Non solo, gruppi di attivisti per i diritti umani, insieme ad alcuni funzionari bosniaci, lo hanno criticato per aver partecipato all’evento promozionale martedì. Il ministro, in passato, ha anche sponsorizzato libri di ex-agenti accusati di crimini di guerra nei conflitti jugoslavi.