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L’usura divora la Lombardia: Imprenditori nel mirino del racket, ma pochi denunciano

L’usura divora la Lombardia: Imprenditori nel mirino del racket, ma pochi denunciano

K metro 0 – Milano – Danneggiamenti, minacce, visite poco cordiali e spesso botte. Sono le angherie che subiscono imprenditori e negozianti di mezza Italia. A Milano, prima e dopo Expo, l’antimafia ha dovuto intervenire anche su segnalazione di Confcommercio che ha promosso una indagine, in collaborazione con Confcommercio Milano, dal titolo eloquente: “Insieme per la

K metro 0 – Milano – Danneggiamenti, minacce, visite poco cordiali e spesso botte. Sono le angherie che subiscono imprenditori e negozianti di mezza Italia. A Milano, prima e dopo Expo, l’antimafia ha dovuto intervenire anche su segnalazione di Confcommercio che ha promosso una indagine, in collaborazione con Confcommercio Milano, dal titolo eloquente: “Insieme per la sicurezza”. Uno studio sui fenomeni della criminalità nel capoluogo lombardo e nella provincia, elaborato dall’Università degli Studi Bicocca, che secondo il presidente della commissione antimafia del consiglio comunale di Milano, David Gentili, faceva affiorare un dato allarmante. “Da un lato tre imprenditori su dieci affermano di avere ricevuto richieste di denaro, di cose o pressioni per fare assumere persone amiche, dall’altro sono ancora pochi quelli che denunciano”.

È stato così possibile tracciare una mappa del racket: nel 59% dei casi sono piccoli gruppi criminali a mettere in atto le minacce. Mentre in un caso su quattro entra in gioco la criminalità organizzata e i più attivi comunque sono gli italiani che agiscono in due casi su tre. Le zone prese maggiormente di mira sono i comuni dell’hinterland, l’area nord della città e la zona nord-est della provincia. Mentre chi ha un’attività in centro e nei quartieri meridionali è meno esposto. I commercianti sono i più vessati e le criticità maggiori si registrano a Gaggiano e dintorni, a Milano nella zona Niguarda-Bicocca, a est della provincia a Vaprio d’Adda e a sud-est nei comuni di Cerro al Lambro, Dresano, San Zenone al Lambro e Vizzolo Predabissi. Gli imprenditori non devono però fare i conti solamente con le intimidazioni. Il 10% degli intervistati ha infatti dichiarato di essersi trovato coinvolto in episodi di concussione.

Sulla coraggiosa iniziativa di Confcommercio, Gentili si era espresso con toni forti: “È allarmante soprattutto constatare che nonostante l’anonimato molti imprenditori non abbiano risposto al questionario, probabilmente per paura di ritorsioni”.  Gli aveva fatto eco il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione dell’iniziativa “Legalità mi piace”: “L’illegalità – aveva detto – è un’insopportabile tassa occulta aggiuntiva che le imprese non possono più permettersi di pagare. I più colpiti sono gli esercizi commerciali che svolgono un’importante funzione di presidio del territorio. Soprattutto gli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare i crimini sono un argine contro la malavita e non vanno lasciati soli”.

Soldi e terrore. Con addosso lo sguardo di chi vuole farti abbassare gli occhi per metterti paura. Una sfida, ma anche un’allusione, una sospensione del discorso che minaccia, che fa sudare freddo, che fa temere per te, per i tuoi affetti, per le tue cose. È il metodo delle mafie, del pizzo, dell’estorsione, dell’usura. Un mostro che si nutre di timore e di silenzio, che trasforma la debolezza in connivenza. È il metodo del business illecito. Infatti, quella del racket delle estorsioni e dell’usura è un affare da 25 miliardi di euro che finiscono nel bilancio di Mafia Spa. Pizzo e strozzinaggio sono naturalmente una parte del volume di affari sporchi, stimato attorno ai 140 miliardi di euro, cifra che comprende tutte le altre fonti di guadagno illecito della criminalità organizzata, la cui parte del leone la fa sempre la droga, con 65 miliardi. Infiltrazioni della mafia nel mondo imprenditoriale che spaziano dall’agroalimentare ai servizi alle imprese e alla persona. Dagli appalti per le forniture pubbliche al settore immobiliare e finanziario. Quanto ai reati, secondo Sos Impresa, la criminalità organizzata ne commette oltre 1.300 al giorno, cioè più di 50 ogni ora. E la cifra è per difetto.

L’anno nero è stato il 2009, con oltre 200 mila commercianti vittime degli strozzini e della mafia. Con un fenomeno inedito: usura a giornata. Denaro prestato al mattino e richiesto la sera, con un ricarico del 10%.

 

di Michele Focarete

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