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Clima. Attivisti in Francia chiedono sforzi maggiori, Usa presto fuori dal trattato di Parigi

Clima. Attivisti in Francia chiedono sforzi maggiori, Usa presto fuori dal trattato di Parigi

K metro 0 – Parigi – Le corti francesi si stanno interrogando sulla questione riguardante l’utilizzo improprio di un ritratto presidenziale. Un nuovo movimento climatico, infatti, l’ha utilizzato per chiedere al presidente francese, Emmanuel Macron, di impegnarsi di più nella lotta ai cambiamenti climatici. Uno per uno gli attivisti di tutta la Francia hanno rimosso

K metro 0 – Parigi – Le corti francesi si stanno interrogando sulla questione riguardante l’utilizzo improprio di un ritratto presidenziale. Un nuovo movimento climatico, infatti, l’ha utilizzato per chiedere al presidente francese, Emmanuel Macron, di impegnarsi di più nella lotta ai cambiamenti climatici.

Uno per uno gli attivisti di tutta la Francia hanno rimosso circa 130 ritratti di Macron dai rispettivi uffici comunali quest’anno. Nonostante il presidente francese si sia proclamato in prima linea, non sta facendo abbastanza per cambiare le dannose abitudini del del proprio Paese. La rabbia nasce dal soprattutto dal fatto che la Francia è in ritardo negli obiettivi fissati di incrementare le fonti di energie rinnovabili e ridurre le emissioni. Parigi, infatti, è rimasta indietro rispetto a molte nazioni europee.

Tema attualissimo anche per gli Stati Uniti, il presidente Donald Trump ha più volte parlato della possibilità di abbandonare l’accordo di Parigi sul clima e finalmente, a partire da oggi, potrebbe farlo. Anche se per il processo di uscita si impiegherebbe un anno e non arriverebbe l’ufficialità fino al giorno successivo delle presidenziali del 2020. Nel patto in questione, circa 200 Paesi hanno delineato le operazioni utili a ridurre o controllare l’inquinamento, attraverso la gestione dei gas serra. È stato negoziato nel 2015, con moderata opposizione di Washington e Beijing, ed è entrato in funzione a partire dal 4 novembre del 2016. Tra i termini dell’accordo, anche una clausola che stabilisce che l’uscita di un Paese non può avvenire nei primi tre anni. Oggi sarà il primo giorno utile per gli Stati Uniti per iniziare il processo di abbandono, che può partire solamente con l’invio di una lettera alle Nazioni Unite. Servirà comunque un anno per ufficializzare il tutto, si arriverà quindi al giorno successivo alle elezioni.

Intanto, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, domenica ha annunciato di voler aumentare drasticamente il numero delle colonnine di ricarica per le auto elettriche in Germania, spingendo così i consumatori ad affidarsi a questo tipo di tecnologia, abbandonando i motori a combustione interna. Nel suo consueto podcast settimanale, Merkel ha spiegato di voler fornire il Paese di 1 milione di colonnine entro il 2030, quando al momento ne esistono solamente 21 mila. Oggi, la cancelliera tedesca ha incontrato i rappresentanti dell’industria automobilistica, per discutere con il settore il raggiungimento gli obiettivi prefissati sulle emissioni.

Il meeting globale sul clima del prossimo mese organizzato dalle Nazioni Uniti, invece, si terrà a Madrid, dopo che il Cile ha deciso di non ospitarlo più. Patricia Espinosa, a capo del dipartimento per il clima dell’ONU, ha spiegato che i rappresentanti della commissione che organizzano la conferenza annuale hanno accettato l’offerta della Spagna di organizzarlo nella capitale dal 2 al 13 dicembre. Mercoledì il presidente cileno, Sebastián Piñera, aveva annunciato la cancellazione dell’evento – e del summit Asia-Pacifico – per risolvere la questione della sicurezza nel proprio Paese a seguito delle proteste scatenatesi nelle ultime settimane, nelle quali sono morte almeno 12 persone.

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