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Clima: allarme, 150 mln di persone a rischio inondazione entro il 2050

Clima: allarme, 150 mln di persone a rischio inondazione entro il 2050

K metro 0 – New Jersey – A causa del riscaldamento climatico, circa centocinquanta milioni di persone nel mondo sono a rischio inondazione e vivono su terreni che saranno al di sotto della linea dell’alta marea entro il 2050. Una panoramica scioccante, lo rivela uno studio di Climate Central, un’organizzazione scientifica con sede in New

K metro 0 – New Jersey – A causa del riscaldamento climatico, circa centocinquanta milioni di persone nel mondo sono a rischio inondazione e vivono su terreni che saranno al di sotto della linea dell’alta marea entro il 2050.

Una panoramica scioccante, lo rivela uno studio di Climate Central, un’organizzazione scientifica con sede in New Jersey, pubblicata su Nature Communications. Secondo la ricerca, l’innalzamento del livello dei mari potrebbe colpire un numero di persone tre volte maggiore entro metà del secolo rispetto a quanto si pensasse, minacciando di cancellare alcune grandi città costiere del mondo. Tante sono le persone che nel 2030 avranno bisogno di aiuti umanitari per i disastri naturali dovuti al riscaldamento globale e all’impatto che avrà su società ed economia.

Il sud del Vietnam potrebbe quasi scomparire, inclusa gran parte di Ho Chi Minh City, e oltre 20 milioni di cittadini, quasi un quarto della popolazione, vivono in zone che saranno inondate. In Thailandia, invece, più del 10% della popolazione vive attualmente in zone che probabilmente saranno inondate entro il 2050, mentre in precedenza la percentuale era solo dell’1%. In pericolo soprattutto la capitale Bangkok.A Shanghai, in Cina, l’acqua minaccia di consumare il cuore della metropoli e molte altre città circostanti. Le nuove proiezioni suggeriscono pure che gran parte della capitale finanziaria dell’India, Mumbai, rischia di essere spazzata via. A rischio poi c’è il patrimonio culturale in città come Alessandria, in Egitto, che potrebbe finire sott’acqua.

Mentre in altri luoghi la migrazione causata dall’innalzamento dei mari potrebbe innescare o aggravare conflitti regionali. Per esempio, Bassora, la seconda maggiore città dell’Iraq, potrebbe essere per lo più sott’acqua entro il 2050. E in tal caso, gli effetti potrebbero essere avvertiti ben oltre i confini del paese secondo John Castellaw, generale in pensione dei Marine che era capo di gabinetto del Comando Centrale Usa durante la guerra in Iraq.

Una situazione drammatica che richiede un imponente sforzo economico: gli aiuti alle popolazioni dovuti ai disastri naturali sono stimati tra i 3,5 e i 12 miliardi di dollari all’anno, in una situazione già oggi critica per l’aumento delle emergenze e la carenza nel trovare fondi. Una cifra destinata a lievitare, nello scenario più pessimistico, fino a 20 miliardi se non si invertirà la tendenza.

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