K metro 0 – Kiev – Alcuni funzionari ucraini e i separatisti sostenuti dalla Russia hanno annunciato martedì di aver iniziato il ritiro delle truppe nell’est del Paese, una mossa con cui si spera possa sbloccarsi il processo di pacificazione. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha visitato la zona di Luhansk, dove era atteso da alcuni veterani
K metro 0 – Kiev – Alcuni funzionari ucraini e i separatisti sostenuti dalla Russia hanno annunciato martedì di aver iniziato il ritiro delle truppe nell’est del Paese, una mossa con cui si spera possa sbloccarsi il processo di pacificazione.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha visitato la zona di Luhansk, dove era atteso da alcuni veterani armati, arrivati per ostacolare le operazioni. Il ministro degli Esteri, Vadym Prystaiko, ha dichiarato ai media locali che il tutto era stato preannunciato già dalla mattinata di ieri. La conferma è arrivata anche da uno dei leader separatisti della regione, Rodion Miroshnik. Il cospicuo disarmo nell’est Ucraina, rimandato per settimane, è visto come lo sforzo finale per permettere ai capi di Stato di Ucraina, Russia, Francia e Germania di discutere un trattato di pace per il conflitto che ha portato alla morte di 13 mila persone dal 2014. L’impegno del governo Zelenskiy nell’operazione ha scatenato proteste nella capitale di Kiev e in altre città in tutto il Paese, molti credono che la decisione possa portare a delle concessioni nei confronti della Russia. Mosca, nonostante le ripetute smentite, ha sostenuto economicamente i ribelli e ha inviato truppe regolarmente oltre il confine. Vladislav Surkov, consigliere del presidente russo Vladimir Putin, ha accolto positivamente il ritiro delle truppe e ha spiegato che il summit potrà finalmente avvenire se lo stesso processo avrà successo anche in altre zone della nazione. Rappresentanti di Russia, Ucraina e dei ribelli, si sono incontrati nella capitale bielorussa di Minsk ieri, per programmare le mosse future; Martin Sajdik, rappresentate dell’OSCE, ha mediato il dialogo tra le parti e al termine della riunione ha rivelato che si è intavolato il disarmo anche per un’altra zona, nei pressi del villaggio di Petrovske. Natalian Nikanorova, ambasciatrice dei ribelli, ha sottolineato come sia già stata definita una data per l’inizio delle operazioni nell’area, ma al contempo non ha voluto renderla pubblico.
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha detto ai giornalisti al porto di Odessa del Mar Nero che la NATO accoglie con favore gli sforzi dell’Ucraina di ritirare le armi pesanti a est, l’ultimo ostacolo prima dei tanto attesi colloqui di pace tra i leader di Ucraina, Russia, Francia e Germania. I colloqui mirano a porre fine a un conflitto bellico tra truppe governative e separatisti sostenuti dalla Russia. Stoltenberg, che visitò quattro navi della NATO che si fermarono da Odessa durante la pattuglia del Mar Nero, ha detto anche che la Russia aveva una “responsabilità speciale” nel conflitto e sollecitò Mosca a “ritirare tutte le loro truppe e i loro ufficiali” dalla zona.
La Russia ha negato l’invio di truppe per sostenere i separatisti.
Zelensky ieri ha anche affrontato la questione del mercato energetico, esponendo la pianificazione futura: “I nostri piani per il prossimo futuro comprendono una massiccia privatizzazione di dozzine di società attrattive per gli investimenti, l’introduzione di regole operative efficienti nei mercati dell’energia e la liberalizzazione dei processi aziendali eliminando le restrizioni nel campo delle relazioni sindacali e dei movimenti di capitali”. Nel frattempo, sono ancora attuali le schermaglie diplomatiche tra Kiev e Mosca sul tema. Naftogaz, compagnia ucraina, ha chiesto un risarcimento del valore complessivo di 11 miliardi di dollari a Gazprom, in risposta alla possibile cessazione del transito di gas. Ad annunciarlo su Facebook è stato proprio il direttore esecutivo del gruppo, Yuri Vitrenko: “Non ho perso tempo, perché stavo lavorando ad una causa contro Gazprom in un nuovo processo di arbitrato”. I rapporti tra Ucraina e Russia, quindi, raggiungono una nuova fase, in attesa degli esiti dei colloqui trilaterali con la Commissione europea. Non è ancora chiaro, infatti, come verrà delineata la nuova mappa del gas in Europa, in particolare il passaggio del gas russo attraverso l’Ucraina. L’accordo attuale, in vigore da ben dieci anni, scadrà a dicembre mentre il prossimo vertice è programmato per fine novembre.