K metro 0 – Calabria – A 38 anni dalla sua morte, ad Acquappesa in contrada Zaccani, bivio per San Iorio, nel luogo esatto dove fu ucciso il giovane imprenditore Lucio Ferrami, vittima della ´ndrangheta, è stata deposta sotto la targa che lo ricorda una corona di fiori. Un momento che si rinnova ogni anno,
K metro 0 – Calabria – A 38 anni dalla sua morte, ad Acquappesa in contrada Zaccani, bivio per San Iorio, nel luogo esatto dove fu ucciso il giovane imprenditore Lucio Ferrami, vittima della ´ndrangheta, è stata deposta sotto la targa che lo ricorda una corona di fiori.
Un momento che si rinnova ogni anno, organizzato dall’associazione antiracket “Mani Libere di Cosenza” intitolata a Ferrami, che lancia, tramite il suo ricordo e il suo messaggio, il monito ai giovani e ai cittadini di opporsi alla criminalità.
Maria Teresa Morano, coordinatrice della regione Calabria Antiracket, che ha dato inizio alla commemorazione, ha detto: “In questo luogo ha avuto un epilogo tragico una storia positiva. È giusto ogni anno essere qui: guai a dimenticarsene”. Ad accompagnarla il presidente dell’Associazione Antiracket di Cosenza Alessio Cassano, la vedova Maria Avolio, il figlio Pierluigi, la sorella Franca Ferrami, uniti ai rappresentanti delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine, che hanno così mostrato la vicinanza e condivisione.
Hanno preso parte alla commemorazione anche un gruppo di studenti dell’istituto comprensivo “G. Cistaro” di Guardia Piemontese, che insieme ai loro insegnanti si sono resi protagonisti del 1° concorso di narrativa intitolato all’imprenditore ucciso. Forte anche la testimonianza di Alessio Cassano, che ha raccontato di essere stato anche lui vittima di un’estorsione e anche lui ha denunciato, solo che la conclusione è stata diversa. Oggi, a differenza di trentotto anni fa, le istituzioni e la cittadinanza non lasciano più soli nella battaglia.
“Dobbiamo tutti chiedere scusa alla famiglia di Lucio – ha affermato Don Ennio Stamile, referente regionale di Libera, per tutti quegli anni in cui sono stati lasciati soli a combattere una battaglia incredibile contro l’ingiustizia, l’omertà e la paura. Grazie al loro impegno oggi siamo qui a ricordare un giovane imprenditore innamorato della Calabria che ha saputo resistere a chi voleva offendere la sua dignità di lavoratore e di padre”.
Con l’occasione sono state premiate le tre giovani studentesse dell’IC “G. Cistaro” vincitrici della prima edizione del concorso di narrativa intitolato a “Lucio Ferrami”, che hanno sviluppato il tema “Essere cittadini consapevoli – La lotta all’illegalità inizia dai comportamenti quotidiani di ognuno”. A loro una targa e una borsa di studio messa a disposizione dalla famiglia Ferrami.
Ha concluso la celebrazione l’intervento del Vice Prefetto Vito Turco, il quale ha sottolineato che la piaga delle estorsioni non è ancora completamente debellata, anche se sono stati fatti notevoli passi avanti; la dott.ssa Teresa Bonfiglio della Questura di Cosenza, il Ten. Col. Michele Borrelli del comando dei Carabinieri di Cosenza, il Capitano della compagnia Carabinieri di Paola Giordano Tognoni, il maresciallo Cesare Alessandro della Tenenza della Guardia di Finanza di Cetraro, il Sindaco di Cetraro Angelo Aita e in rappresentanza del Comune di Acquappesa il Vice Sindaco Massimiliano De Caro, il Presidente della Fondazione Trame Armando Caputo, il Presidente della sezione provinciale dell’ANCRI Angelo Cosentino, i Presidenti delle sezioni dell’ANC di Cosenza e Fuscaldo Maurizio Saraceno e Antonio Martini e il direttore del periodico “Una voce dall’UniverSociale” Luigi Lupo.