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Dunja Mijatović : “Le politiche linguistiche dovrebbero tenere conto della diversità, proteggere i diritti delle minoranze”

Dunja Mijatović : “Le politiche linguistiche dovrebbero tenere conto della diversità, proteggere i diritti delle minoranze”

K metro 0 – Strasburgo – Le lingue sono ricchezze inestimabili. Ci consentono di comunicare con più persone, di farci capire meglio e di comprendere meglio altri punti di vista. Purtroppo, però, in molti Stati membri del Consiglio d’Europa, le lingue continuano a volte a essere utilizzate per mettere i gruppi gli uni contro gli

K metro 0 – Strasburgo – Le lingue sono ricchezze inestimabili. Ci consentono di comunicare con più persone, di farci capire meglio e di comprendere meglio altri punti di vista. Purtroppo, però, in molti Stati membri del Consiglio d’Europa, le lingue continuano a volte a essere utilizzate per mettere i gruppi gli uni contro gli altri.

Sottolinea, Dunja Mijatović in una relazione pubblicata del Consiglio d’Europa Impedire alle persone di utilizzare la lingua che considerano loro nei diversi contesti può comportare una violazione dei loro diritti in quanto individui. Più in generale, gli effetti negativi si producono anche su comunità intere; inoltre, l’impiego delle lingue figura spesso tra le sfide dei conflitti tra diversi gruppi o paesi vicini.

La lingua utilizzata è generalmente uno dei principali componenti dell’identità di una persona. Strumento di comunicazione, ha anche un forte valore simbolico nel determinare il modo in cui le persone sono percepite dall’esterno e il modo in cui si vedono loro stesse e concepiscono il loro ruolo nella società. La questione linguistica può dunque essere controversa e politicamente sensibile. Pertanto, l’impiego della lingua di Stato o della lingua ufficiale è spesso considerato come una prova di lealtà vesto lo Stato. In altri contesti, l’utilizzo di lingue minoritarie nello spazio pubblico (ad esempio, per indicare il nome delle strade, cosa che implica talvolta l’utilizzo di un altro alfabeto) è considerato o presentato come un richiamo indesiderato del carattere multiculturale e multilingue della società.

Sforzi internazionali per ridurre il potenziale di tensioni intorno alle questioni linguistiche

Nel 1996, l’OSCE ha nominato il suo primo Alto commissario per le minoranze nazionali ( HCNM ), il cui ruolo è quello di affrontare le cause delle tensioni etniche e prevenire conflitti tra o all’interno degli Stati su questioni relative alle minoranze nazionali, fungendo da meccanismo di allarme rapido.

A causa della loro sensibilità e potenziale di conflitto, le questioni relative alla lingua sono state oggetto di particolare attenzione da parte dell’OSCE / HCNM e del Comitato consultivo sull’FCNM, l’organismo di esperti incaricato di monitorare l’attuazione dell’FCNM.

Altri strumenti hanno contribuito alla creazione di un solido quadro internazionale per la protezione dei diritti delle minoranze nazionali, compresi i diritti relativi alle lingue. Includono la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche (1992) e la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del Consiglio d’Europa (1998).

Questo quadro internazionale offre una gamma di strumenti per regolare in modo pacifico ed equilibrato l’uso di lingue diverse nelle società sempre più diverse di oggi. Il mio ufficio ha più volte sollecitato i governi ad aderire a tali standard quando affrontano situazioni tese legate all’uso delle lingue.

Le norme internazionali forniscono utili indicazioni generali per affrontare le questioni linguistiche in modo conforme ai diritti umani. Ciò non significa che un approccio “taglia unica” sia praticabile o addirittura consigliabile. Occorre prestare attenzione a personalizzare le politiche linguistiche in base a ciascun contesto unico.

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