K metro 0 – Parigi – I Paesi più ricchi del mondo hanno deciso di destinare 9,8 miliardi di dollari per aiutare quelli più poveri a contrastare i cambiamenti climatici. Lo ha annunciato il Green Climate Fund venerdì, quando gli attivisti climatici hanno, tra le altre cose, criticato gli Stati Uniti per essersi rifiutati di
K metro 0 – Parigi – I Paesi più ricchi del mondo hanno deciso di destinare 9,8 miliardi di dollari per aiutare quelli più poveri a contrastare i cambiamenti climatici. Lo ha annunciato il Green Climate Fund venerdì, quando gli attivisti climatici hanno, tra le altre cose, criticato gli Stati Uniti per essersi rifiutati di contribuire e le altre nazioni per aver contribuito troppo poco. Il direttore esecutivo del fondo, Yannick Glemarec, ha spiegato che 27 Paesi hanno annunciato la concessione di aiuti al termine di un summit durato due giorni e tenutosi a Parigi. Il presidente Usa, Donald Trump, ha deciso di invece di fornire il proprio contributo, nonostante il suo predecessore, Barack Obama, avesse investito in passato ben 3 miliardi di dollari. Il tycoon dopo essersi insediato alla Casa Bianca, infatti, tra le prime mosse compiute da presidente volle trattenerne 2.
Il Climate Action Network, di cui fanno parte 1.300 organizzazioni non governative, ha rimproverato sia Washington che l’Australia per non aver partecipato. Avrebbero infatti “voltato le spalle ai più poveri” si sarebbero “isolati ancora una volta nella reazione all’emergenza climatica”, si legge nella nota della rete di organizzazioni, che ha poi speso parole anche per lo ‘scarso contributo’ di Canada, Paesi Bassi, Portogallo, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Austria e Belgio, chiedendo di rimediare. Armelle Le Comte, di Oxfam International, ha descritto l’atteggiamento degli Usa e dell’Australia “imbarazzante”. Glemarec di Green Climate Fund invece ha voluto trovare comunque degli aspetti positivi: “Troveremo altre risorse prima della conferenza annuale sul clima dell’Onu”, che si terrà a dicembre a Santiago del Cile. Glemarec ha poi concluso ricordando che i contributi extra andranno a incrementare la capacità del fondo da 1,4 miliardi di dollari l’anno a 2,4 miliardi per il periodo che va dal 2020 al 2024.
Nel frattempo, gli sforzi per trovare nuove soluzioni per contrastare i cambiamenti climatici e l’inquinamento continuano. Un giovane inventore olandese, Boyan Slat, sta lavorando duramente per ridurre la presenza di plastica dall’Oceano pacifico, utilizzando un nuovo dispositivo galleggiante, che andrà ad agire nei corsi fluviali per non far arrivare i rifiuti in mare. Il 25enne ha lasciato l’università per fondare Ocean Cleanup, con l’intento sviluppare e mettere all’opera un sistema per raccogliere la plastica che galleggia nell’oceano, inventato quando di anni ne aveva 18. Domenica ha svelato un altro pezzo del puzzle, l’‘Interceptor’, strumento che appunto ‘intercetterà’ i rifiuti già a partire dai fiumi. “Dobbiamo chiudere i rubinetti e questo significa evitare che la plastica raggiunga gli oceani in principio. I fiumi sono le arterie che trasportano i rifiuti dalla terra ferma al mare”. Anche alcune scuole si stanno schierando in prima linea per tamponare l’emergenza climatica, come la Auburn University, in Alabama, che ha deciso di investire circa 3 milioni di dollari in una campagna di sensibilizzazione indirizzata ai propri studenti. Il denaro proveniente dal National Science Foundation Research Traineeship sarà utilizzato per insegnare ai ragazzi come studiare questi fenomeni. Alcuni membri della facoltà lavoreranno con circa 85 studenti per creare un team interdisciplinare, che lavorerà su un arco temporale di 5 anni, dove saranno analizzati sia i sistemi naturali che le infrastrutture artificiali.