K metro 0 – Strasburgo – Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha annunciato il vincitore con parole chiare: Ilham Tohti si è impegnato molto per rappresentare i diritti della minoranza uigura in Cina. Sebbene sia sempre stato una voce moderata per la riconciliazione, è stato condannato nel 2014 all’ergastolo per “separatismo”, in un
K metro 0 – Strasburgo – Il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha annunciato il vincitore con parole chiare: Ilham Tohti si è impegnato molto per rappresentare i diritti della minoranza uigura in Cina. Sebbene sia sempre stato una voce moderata per la riconciliazione, è stato condannato nel 2014 all’ergastolo per “separatismo”, in un processo che ha provocato una protesta da parte di governi europei e organizzazioni per i diritti umani.
“Il Parlamento europeo, oltre a esprimere tutto il suo sostegno per il lavoro da lui portato avanti, chiede alle autorità cinesi che venga immediatamente rilasciato“.
La Conferenza dei Presidenti, composta dal Presidente del Parlamento europeo e dai leader dei gruppi politici, ha scelto il vincitore, Tohti, che compirà 50 anni venerdì, “Ha lavorato per oltre 20 anni sulle questioni della minoranza uigura e sulla promozione del dialogo e della comprensione interetnica in Cina”, ha dichiarato il Consiglio d’Europa, il principale organo europeo per i diritti, dopo aver nominato Tohti per il premio Vaclav Havel.
Il premio, che consiste in un certificato e €50.000, verrà consegnato durante una cerimonia ufficiale il 18 dicembre a Strasburgo.
L’attivista Tohti, prima del suo arresto ha fondato un sito web UighurOnline, in lingua Uighur e cinese, denunciando le violazioni dei diritti umani e le tensioni etniche nella regione a seguito dell’oppressione da parte del regime. Il sito è stato chiuso a seguito del suo arrestato, secondo il Committee to Protect Journalists.
Gruppi esperti di diritti affermano che oltre un milione di uiguri e altre minoranze etniche, per lo più musulmane, sono stati radunati nei campi di internamento nello Xinjiang, dove le autorità nella regione nord-occidentale hanno installato un ampio sistema di sorveglianza, che combina metodi tra cui telecamere ad alta tecnologia per il riconoscimento facciale, sniffer WiFi e visite a domicilio, secondo Human Rights Watch.
Inizialmente la Cina ha negato l’esistenza dei campi, ma ora afferma che sono “scuole di formazione professionale” necessarie per combattere il terrorismo. L’indagine dell’AFP, su una ricerca di oltre 1.500 documenti governativi dell’anno scorso, ha scoperto che i campi erano gestiti più come prigioni che come scuole, con taser e gas lacrimogeni tra le attrezzature fornite ai campi.
Il ministero degli Esteri cinese ha definito Tohti un “separatista che sostiene il terrorismo estremo”.
Mentre gli Stati Uniti hanno annunciato in questo mese che stavano inserendo nella lista nera 28 entità cinesi collegate a politiche repressive nello Xinjiang e che avrebbero frenato i visti per i funzionari cinesi coinvolti nella “detenzione o abuso” di uiguri, kazaki o membri di altre minoranze nella regione.