K metro 0 – Roma – Nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, occupata da oltre 2000 studenti, entrò il 30 maggio 1969 Dario Fo per presentare in anteprima assoluta il suo “Mistero Buffo”. Fu l’inizio di un percorso che attrasse subito centinaia di migliaia di persone, la maggior parte delle quali non frequentavano il teatro
K metro 0 – Roma – Nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, occupata da oltre 2000 studenti, entrò il 30 maggio 1969 Dario Fo per presentare in anteprima assoluta il suo “Mistero Buffo”. Fu l’inizio di un percorso che attrasse subito centinaia di migliaia di persone, la maggior parte delle quali non frequentavano il teatro nei circuiti classici e convenzionali. Riproposto dal 1969 ad oggi in oltre 5000 allestimenti, in Italia e all’estero, nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche, nei teatri, e anche nelle chiese! Arricchito di volta in volta da nuove e diverse giullarate, “Mistero Buffo” è uno straordinario impasto comico-drammatico le cui radici affondano nel teatro popolare, quello delle sacre rappresentazioni medievali (chiamate misteri), dei giullari e della commedia dell’arte.
Per anni Dario Fo ( a cui nel 1997 è stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura), insieme alla moglie Franca Rame, ha raccolto documenti di teatro popolare di varie regioni italiane e li ha ricostruiti in questo spettacolo dal sapore ironico e profetico che diverte, stimola, affascina coinvolgendo anche le più giovani generazioni, affrontando con le “giullarate” tematiche sempre attuali come il potere, l’ingiustizia, la fame, la ribellione, la ricerca di una vita degna da condividere gioiosamente. Monologhi senza scenario, senza musica, senza costumi, che sollecitano l’immaginazione e la partecipazione degli spettatori, al punto da rendere quasi visibile, sulla scena, una molteplicità di personaggi, di oggetti e di luoghi. Con una recitazione che ci riporta di colpo alle origini della tradizione orale, della narrazione pura che trova la sua forza nella ricchezza del racconto e nella mimica dell’attore. Ed è proprio questo che ha influenzato le generazioni teatrali successive a Fo, in particolare il diretto allievo e grande amico Mario Pirovano, che oggi si impegna a portare nei teatri di tutto il mondo i testi del suo Maestro, come ha fatto ieri alla Sala Umberto di Roma, per festeggiare i primi 50 anni di Mistero buffo, con bravura eccezionale, tempi perfetti e risate a catena del pubblico. Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia teatrale Forame- è andato in scena dopo un incontro pubblico, moderato da Mattea Fo (figlia di Jacopo Fo), con la partecipazione di Felice Cappa, autore, regista e amico di Dario e Franca; Maria Teresa Pizza, ricercatrice e studiosa, assistente della copia di artisti e Mario Pirovano che ha raccontato il suo primo incontro a Londra con Franca Rame e Dario Fo e il sodalizio durato poi tutta la vita con la coppia, sia a teatro che nella vita. Un sodalizio che oggi continua con il figlio Jacopo e la nipote Mattea, entrambi convinti sostenitori dell’attore, come testimonial del teatro di famiglia.
La rassegna dedicata a Dario e Franca continua stasera, sempre alla Sala Umberto, alle ore 21, con il monologo Tutta casa, letto e chiesa con Valentina Lodovini, per la regia di Sandro Mabellini. Uno spettacolo sulla condizione femminile, dove si ride molto, ma alla fine resta addosso una grande amarezza. Scritto da Franca Rame e andato in scena per la prima volta a Milano nel 1977, in appoggio alle lotte del movimento femminista, il testo è tuttora allestito in oltre trenta nazioni, perché la condizione della donna, purtroppo, è simile ovunque.
di M. Antonietta Schiavina