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Capracotta (Isernia): una “passeggiata“per non dimenticare

Capracotta (Isernia): una “passeggiata“per non dimenticare

K metro 0 – Molise – Domenica 20 ottobre 2019 il Comune di Capracotta, importante località climatica e sciistica, comune più alto dell’Appennino dopo l’aquilano Rocca di Cambio, in collaborazione con la Pro-loco e il Club Alpino Italiano, ha organizzato una “passeggiata indietro nel tempo”, un percorso lungo tre ore nei luoghi che furono teatro

K metro 0 – Molise – Domenica 20 ottobre 2019 il Comune di Capracotta, importante località climatica e sciistica, comune più alto dell’Appennino dopo l’aquilano Rocca di Cambio, in collaborazione con la Pro-loco e il Club Alpino Italiano, ha organizzato una “passeggiata indietro nel tempo”, un percorso lungo tre ore nei luoghi che furono teatro del Secondo Conflitto Mondiale. Nel 1943 Capracotta e le zone vicine furono devastate dalla guerra e dalle sue atrocità, come ad esempio l’esecuzione dei fratelli Rodolfo e Gasperino Fiadino. Nei giorni dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943 i Tedeschi arrestarono e condannarono a morte i fratelli, che furono portati in località “sotto il monte” e fucilati. A Capracotta esiste una lapide che ricorda l’eroismo dei fratelli Fiadino, proprio nel luogo dell’esecuzione.

Il percorso di 3 ore della passeggiata è iniziato a Largo dei Sartori, poi  passaggio nella pineta di San Giovanni, Colle Cornacchia, da cui si ammira la vallata del Sangro, la Majella, Guado di Coccia, zona di Gamberale, Castel del Giudice, fiume Sangro, la ex masseria Campanelli, il bosco della Difesa, Prato Gentile infine il Giardino della Flora Appenninica.”Sono trascorsi 76 anni e i più giovani tendono a dimenticare. Da qui la ‘passeggiata’ che punta a ripercorrere i luoghi attraversati dai prigionieri in fuga dal campo di Sulmona per raggiungere gli alleati sul Trigno, attraversando il Sangro e l’Alto Molise”, ha reso noto in un comunicato il Comune di Capracotta.

Candido Paglione, sindaco di Capracotta ha aggiunto: “Vogliamo fare di questo appuntamento una tappa fissa del nostro autunno. Coltivare la memoria è opera doverosa e meritoria, anche se in Italia e in Europa sembra spirare un vento leggermente diverso rispetto al recente passato, contro i totalitarismi la guardia non va mai abbassata. Dunque, ricordare è cosa sacrosanta. Farlo in un modo che consente la valorizzazione del nostro paesaggio ci sembra cosa ancora più apprezzabile“.

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