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Genova, la piccola Tafida, finalmente arrivata al Gaslini

Genova, la piccola Tafida, finalmente arrivata al Gaslini

K metro 0 – Genova – Tafida è una bambina di 5 anni, originaria del Bangladesh, soffre di una grave lesione cerebrale che da 8 mesi la fa vivere in stato di minima coscienza. La famiglia ha chiesto di trasferirla al Gaslini di Genova, eccellenza a livello internazionale nella cura pediatrica delle malattie più gravi

K metro 0 – Genova – Tafida è una bambina di 5 anni, originaria del Bangladesh, soffre di una grave lesione cerebrale che da 8 mesi la fa vivere in stato di minima coscienza. La famiglia ha chiesto di trasferirla al Gaslini di Genova, eccellenza a livello internazionale nella cura pediatrica delle malattie più gravi e subito portata per il ricovero in terapia intensiva.

I medici del Gaslini, che da mesi seguivano lo stato di salute della piccola, presso il Royal London Hospital alla presenza dei colleghi inglesi, hanno detto: “Noi diciamo sempre che il ‘prendersi cura’ precede anche le cure mediche e ne moltiplica gli effetti – ha spiegato Paolo Petralia direttore del Gaslini – significa che l’accudimento è in grado di potenziare gli effetti benefici delle cure mediche e questa è ormai un’evidenza scientifica”. L’équipe medica del Gaslini ha preso in carico la bambina all’ospedale londinese, dopo che i medici inglesi si erano arresi.

All’aeroporto, ad attendere Tafida, la mamma e i medici, c’erano Paolo Petralia, il vicepresidente dei Giuristi per la Vita Filippo Martini, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, gli assessori alla Salute Sonia Viale e alla Famiglia Francesca Fassio. “Siamo certi che sia nelle mani di straordinari pediatri, tra i migliori in assoluto”, ha detto il presidente Toti, “e nelle mani del buon Dio. Forniremo loro tutto ciò che è in nostro potere”.

Non si ha l’assoluta certezza che al Gaslini la piccola paziente possa miracolosamente risvegliarsi da questa sua minima coscienza in cui si trova da febbraio, ma nessuno poteva negargli il diritto alla vita che i suoi genitori chiedevano semplicemente di poterle garantire, a proprie spese in Italia, in uno dei migliori ospedali pediatrici nel vecchio continente.

Con il nuovo governo abbiamo rinnovato la richiesta di cittadinanza italiana per la piccola, ma ancora non abbiamo ricevuto risposta”, dichiara Filippo Martini, l’avvocato che segue la famiglia Raqeeb, – tutto questo potrebbe tutelare la piccola, come cittadina di un altro Paese, se dovesse un giorno tornare in Inghilterra, e adesso aiuterebbe economicamente la famiglia a sostenere le cure sanitarie. Sollevato per il lieto fine il dottor Petralia, ha commentato: “È stata la madre a rivolgersi al Gaslini, perché il figlio di una sua amica, che a Londra avevano dato per spacciato, qui è stato curato e ora sta bene. Quello di Tafida è un precedente importante per altri futuri casi”.

 

di Patrizia Grandi

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