K metro 0 – La Francia ha deciso di interrompere le esportazioni di armi verso la Turchia, armi che potrebbero essere utilizzate nell’offensiva contro i curdi in Siria. Tra le altre cose, Parigi ha anche chiesto un incontro immediato con la coalizione guidata dagli Usa che combatte gli estremisti dell’Isis. Il ministro della Difesa francese,
K metro 0 – La Francia ha deciso di interrompere le esportazioni di armi verso la Turchia, armi che potrebbero essere utilizzate nell’offensiva contro i curdi in Siria. Tra le altre cose, Parigi ha anche chiesto un incontro immediato con la coalizione guidata dagli Usa che combatte gli estremisti dell’Isis.
Il ministro della Difesa francese, insieme al ministro degli Esteri, hanno voluto ribadire nella giornata di domenica la propria contrarietà alle operazioni militari della Turchia, che sta ricevendo condanne da tutto il mondo. Nel comunicato rilasciato ieri si legge che la Francia spingerà per un intervento “europeo” nell’interruzione della vendita di armi all’incontro tra i ministri degli Esteri Ue di oggi. Anche la Germania ha annunciato sabato la stessa decisione presa di Parigi, nel tentativo di ostacolare le azioni della Turchia nel nord della Siria. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha tenuto meeting d’urgenza sulla sicurezza nella notte di domenica per discutere l’offensiva militare turca e ha spiegato che anche Berlino starebbe collaborando ad alcune iniziative per porvi fine. Ha poi parlato assieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel a Parigi, sottolineando come l’offensiva stia creando problemi umanitari “insostenibili e rischia di “aiutare l’Isis a riemergere nella regione”. Proprio Merkel, che nella mattinata di domenica si è intrattenuta telefonicamente con il presidente turco Erdogan, gli ha fatto eco, insistendo sul fatto che le azioni della Turchia in Siria vadano “bloccate” e ha aggiunto che nonostante la Turchia sia “legittimamente preoccupata per la sua sicurezza”, andranno trovate soluzioni per la regione. Entrambi i Paesi si coordineranno su alcune operazioni che verranno svelate “nelle prossime ore e nei prossimi giorni”.
Intanto, secondo quanto riporta AP, i curdi siriani hanno deciso di collaborare con il regime di Damasco per respingere l’avanzata della Turchia, che ha preso di mira i combattenti curdi. Si tratterebbe di una svolta cruciale, visto che le forze curde verranno impiegate assieme alle truppe governative nella parte settentrionale della Siria. L’esercito siriano ha varcato nelle ultime ore l’Eufrate ed è passato nelle vicinanze di Raqqa, città del nord siriano, dirigendosi verso il confine turco. L’annuncio è arrivato dopo la conferma del ritiro delle truppe statunitensi presenti nell’area per il caos causato proprio dall’offensiva turca iniziata cinque giorni fa. Tuttavia, già precedentemente all’invasione, il presidente Usa, Donald Trump, aveva ordinato alle unità militari di farsi da parte, decisione che gli alleati curdi hanno visto come un tradimento. Trump rimane fermo nella sua decisione, come ha ribadito domenica sera, descrivendosi come “un’isola a sé stante” e difendendo a spada tratta una mossa che è stata ampiamente criticata. Il tycoon è stato accusato di aver minato la stabilità del Medio Oriente e di aver messo a repentaglio le vite degli alleati curdi siriani, che hanno aiutato gli Stati Uniti a fronteggiare l’Isis in Siria.
La Turchia, comunque, vede i combattenti curdi come una minaccia terroristica per la propria sicurezza nazionale e ha messo a punto un’operazione militare nei loro confronti. Queste le parole di Trump al Values Voter Summit, incontro annuale di attivisti conservatori: “Non possiamo combattere guerre infinite. È arrivato il momento di portare a casa i nostri eroi, i nostri grandi soldati. È arrivato il momento”.
Il ministero della Difesa di Ankara ha aggiornato il bollettino dell’operazione militare ‘Fonte di pace si legge: “È salito a 550 il numero dei “terroristi neutralizzati” (cioè uccisi, feriti o catturati) nell’offensiva della Turchia contro le milizie curde nel nord-est della Siria.” Secondo gli ultimi aggiornamenti diffusi dalle Forze democratiche siriane a guida curda (Sdf), le vittime tra i loro combattenti sono invece 45, mentre l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus) ha dichiarato che le vittime sono almeno 112 miliziani curdi uccisi.