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Brexit. Juncker al lavoro sull’accordo con Londra, incertezze sul ‘backstop’

Brexit. Juncker al lavoro sull’accordo con Londra, incertezze sul ‘backstop’

K metro 0 – Bruxelles – Nonostante ci siano a disposizione ancora pochi giorni per risolvere le divisioni sulla Brexit, l’Unione europea sembra fiduciosa sulla buona riuscita delle trattative. All’interno del Parlamento europeo, risuonano le voci che raccontano come il dialogo tra le parti sia diventato ormai tra sordi a sole tre settimane dall’uscita del

K metro 0 – Bruxelles – Nonostante ci siano a disposizione ancora pochi giorni per risolvere le divisioni sulla Brexit, l’Unione europea sembra fiduciosa sulla buona riuscita delle trattative.

All’interno del Parlamento europeo, risuonano le voci che raccontano come il dialogo tra le parti sia diventato ormai tra sordi a sole tre settimane dall’uscita del Regno Unito dal blocco, che dovrebbe avvenire il prossimo 31 ottobre. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha rivelato di essere a lavoro con il negoziatore per la Brexit dell’Ue, Michel Barnier, su una soluzione in extremis. “Personalmente non escludo che si riesca ad arrivare ad un accordo. Io e Michel siamo ci stiamo lavorando”, ha dichiarato Juncker che ha chiesto al primo ministro britannico Johnson di smetterla di incolpare l’Ue per lo stallo nelle negoziazioni. Stallo che quindi, a sentire le sue parole, non sembrerebbe qualcosa di irreparabile. Johnson, ha promesso sin dal suo insediamento di portare a termine l’uscita del Paese dall’Unione, con o senza un accordo di divorzio e nella giornata di martedì ha sottolineato come l’intransigenza di Bruxelles stia rendendo impossibile la stipulazione di un accordo. “Non accettiamo questo gioco delle colpe che è partito da Londra”, ha ribadito Juncker.  La presenza del Regno Unito all’interno del blocco (durata quasi mezzo secolo) ha portato benefici economici e diplomatici. Se la Gran Bretagna dovesse portare a termine la Brexit, si tratterebbe di un inedito.

Nel frattempo, anche il primo ministro irlandese, Leo Varadkar, è intervenuto sulla faccenda, rivelando come l’Irlanda voglia una Brexit ‘deal’ ma non “ad ogni costo”. “Sarà veramente difficile trovare una soluzione entro la prossima settimana, francamente”, sono state le parole rilasciate da Varadkar a RTE dopo una conversazione telefonica di 40 minuti con Johnson. “In parole povere ciò che il Regno Unito ha fatto è stato ripudiare l’accordo negoziato in buona fede dall’ex premier Theresa May in due anni, per poi rimetterne metà sul tavolo definendola una ‘concessione’. E chiaramente non lo è”, ha concluso il leader irlandese. Nessuno sa cosa accadrà realmente, soprattutto per quanto riguarda la frontiera tra Irlanda e Irlanda del Nord. I politici, di tutte le fazioni, continuano a essere fiduciosi sul fatto che rimarrà aperta. La popolazione, comunque, è preoccupata per l’impatto a lungo termine delle ipotetiche modifiche. Nel periodo storico delle ‘frontiere rigide’, il commercio tra nord e sud era ostacolato. I camionisti impiegavano ore per superare i controlli e oltrepassare il confine monitorato da torrette, militari e posti di blocco. Fare avanti e indietro più volte al giorno era davvero complicato. Il timore maggiore riguarda l’impossibilità di muoversi liberamente in futuro, condizione che potrebbe danneggiare maggiormente le piccole compagnie. “Lo shock economico sarà così grande che non c’è modo di ammortizzarlo”, ha avvertito Daniel Donnely, portavoce per la Federazione delle Piccole Imprese nordirlandese.

Intanto giovedì la Commissione europea ha chiesto agli stati membri dell’Ue di interrompere le richiedeste di ribassi al loro contributo al budget del blocco se e quando il Regno Unito porterà a termine la Brexit. La richiesta fa parte di un messaggio più generale dai funzionari dell’Unione per comunicare agli stati membri di mettere a punto in tempi brevi, magari definendone i contorni entro fine anno, il piano di bilancio per il periodo che va dal 2021 al 2027.

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