K metro 0 – Istanbul – L’operazione turca contro la milizia curda nel nord-est della Siria è cominciata. “L’esercito turco ha avviato con l’Esercito siriano libero (Els) L’offensiva Fonte di pace contro le organizzazioni terroristiche Isis e Pkk-Ypg”, ha twittato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ignorando tutti gli avvertimenti che nelle ore precedenti gli
K metro 0 – Istanbul – L’operazione turca contro la milizia curda nel nord-est della Siria è cominciata. “L’esercito turco ha avviato con l’Esercito siriano libero (Els) L’offensiva Fonte di pace contro le organizzazioni terroristiche Isis e Pkk-Ypg”, ha twittato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ignorando tutti gli avvertimenti che nelle ore precedenti gli erano arrivati dai leader mondiali, compreso quello del presidente russo, Vladimir Putin. “Il nostro obiettivo”, ha spiegato Erdogan, “è eliminare il corridoio usato dai terroristi e costituire al nostro confine Sud una regione di pace e serenità”.
Una escalation che si era accelerata nelle ultime ore quando le truppe di Ankara, almeno 5 mila uomini ammassati al confine hanno rimosso i blocchi di cemento alla frontiera per permettere il passaggio di carri armati, tir e blindati. Poco dopo l’annuncio di Erdogan, Gli F-16 turchi hanno colpito alcune postazioni curde città di Ras al-Ain, mentre l’artiglieria ha bombardato Tal Abyad.Tal Abyad e Ayn Issa. Diverse ore dopo, il ministero della Difesa turco citato dall’agenzia Anadolu, ha annunciato il via all’offensiva di terra. L’esercito turco è entrato in Siria insieme alle milizie locali dell’Esercito siriano libero appoggiate da Ankara.
La condanna internazionale per l’offensiva turca è stata pressoché unanime. Il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, hanno espresso “preoccupazione per l’iniziativa unilaterale”. La Francia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il cui presidente, Jerry Matthews Matjila, ha invitato a “proteggere i civili”. Il presidente della Commissione europea uscente, Jean-Claude Juncker, ha chiesto alla Turchia di “agire con moderazione e fermare l’operazione già in corso”. Ma solo l’Olanda convoca l’ambasciatore turco, il ministro degli Esteri olandese, Stef Blok, infatti, ha annunciato la convocazione dell’ambasciatore turco all’Aja dopo l’avvio dell’operazione turca contro i curdi nel nord della Siria. “I Paesi Bassi – scrive Blok in un tweet – condannano l’offensiva turca nel nordest della Siria. Ho convocato l’ambasciatore turco, facciamo appello alla Turchia perché non prosegua nella strada intrapresa”.
Dagli Stati Uniti il senatore repubblicano, Lindsey Graham, acerrimo oppositore della decisione di ritirare le truppe dalla regione siriana ha detto: “Guiderò gli sforzi al Congresso per far pagare a Erdogan un alto prezzo” per la campagna militare nel Nord-Est della Siria contro i curdi. Mentre per il primo vicepresidente della commissione Esteri della camera alta del Parlamento russo, Vladimir Dzhabarov, si tratta di “un’aggressione all’integrità territoriale e alla sovranità siriana”. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, si è mostrato più cauto nei confronti del Paese membro con il secondo esercito più grande dopo gli Stati Uniti con la seguente dichiarazione: “Comprendiamo le esigenze di sicurezza della Turchia. Chiediamo che l’azione sia proporzionata e misurata, che non destabilizzi la regione e che non porti sofferenze ai civili”. La Germania teme “il rischio di resuscitare” l’Isis.
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha chiesto alla Turchia di interrompere immediatamente ogni azione militare. Lo ha detto a margine della plenaria di Bruxelles: “Chiedo con forza alla Turchia di interrompere immediatamente ogni azione militare. C’è una popolazione che ha già sofferto duramente, non dobbiamo metterla in condizione di avere altre sofferenze”, ha dichiarato Sassoli. “Che si fermi questo intervento che non sarà mai una soluzione ai problemi che abbiamo. La comunità internazionale, l’Unione europea, le sue istituzioni, chiedono che questo intervento si fermi e si discuta la possibilità anche di un cuscinetto di sicurezza, ma certamente va fatto nella pace, nella stabilità, nel dialogo”, ha aggiunto. “La comunità internazionale si muova, credo che debba essere fatto ogni sforzo per evitare di aumentare le sofferenze di popolazioni che già hanno sofferto molto”, ha spiegato Sassoli rispondendo a chi gli ha fatto presente le difficoltà dell’Unione europea ad avere una voce unitaria nella vicenda.