K metro 0 – Bruxelles – “L’Unione europea (UE) e il Consiglio d’Europa condannano con fermezza la pena di morte sempre e in qualsiasi circostanza. La pena di morte è una punizione crudele, inumana e degradante in violazione del diritto alla vita. La pena di morte è vendetta e non giustizia; la sua abolizione contribuisce
K metro 0 – Bruxelles – “L’Unione europea (UE) e il Consiglio d’Europa condannano con fermezza la pena di morte sempre e in qualsiasi circostanza. La pena di morte è una punizione crudele, inumana e degradante in violazione del diritto alla vita. La pena di morte è vendetta e non giustizia; la sua abolizione contribuisce a rafforzare la dignità umana.
142 paesi, ossia il 74 % degli Stati membri delle Nazioni Unite, hanno già smesso di applicare la pena di morte, abolendola dal codice penale oppure non procedendo a esecuzioni per un lungo periodo. La tendenza abolizionista prosegue: il numero di sentenze e di esecuzioni è in calo. Nel 2018 si sono registrate esecuzioni in 20 paesi, corrispondenti a un minimo storico del 10% dei paesi del mondo.
Gli Stati membri del Consiglio d’Europa che non hanno ancora aderito ai protocolli n. 6 e n. 13 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sono invitati a farlo senza indugio. Il Consiglio d’Europa e l’UE esortano nuovamente la Bielorussia ad abolire la pena di morte e ad aderire alla comunità di nazioni che hanno scelto di sostituire la vendetta con la dignità umana. Invitano inoltre gli osservatori al Consiglio d’Europa che ancora non hanno abolito la pena di morte a impegnarsi in un dialogo sugli ostacoli che bloccano il cammino verso l’abolizione.
L’UE e il Consiglio d’Europa esortano tutti i paesi ad aderire all’Alleanza globale per un commercio libero da tortura, che attualmente coinvolge 62 Stati impegnati a limitare il commercio di merci utilizzate per la tortura e la pena di morte. La cooperazione globale contro la pena di morte può innescare un cambiamento ed è anche in grado di lottare contro la criminalità organizzata internazionale, poiché gli Stati abolizionisti spesso rifiuteranno di estradare sospetti verso paesi in cui potrebbero subire la pena capitale.
Sempre più persone e leader ritengono che la pena di morte non sia un deterrente contro i reati più efficace di altre punizioni e che non contribuisca alla sicurezza pubblica. La pena di morte colpisce in misura sproporzionata i membri di gruppi vulnerabili che non possono permettersi una difesa esperta, e i prigionieri nel braccio della morte continuano a rappresentare le fasce più emarginate della società. L’impatto di questa pena crudele si ripercuote anche sulle famiglie dei condannati a morte, in primo luogo sui loro figli. Negare ai figli e alle famiglie il funerale o la cremazione viola i loro diritti umani, in particolare il diritto a non subire trattamenti crudeli, inumani e degradanti. I figli che hanno perso genitori in questo modo subiscono un trauma profondo e un lutto prolungato. Nessuno meglio di queste vittime invisibili può capire l’impatto della pena di morte.
L’UE e il Consiglio d’Europa riconoscono l’importanza di un dibattito pubblico correttamente informato sulla pena di morte. È stato dimostrato che quanto più le persone sono informate sul processo di esecuzione, sulle ragioni dell’abolizione e sulle alternative alla pena capitale, tanto più sono favorevoli alla sua abolizione.” Conclude la dichiarazione.