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Media, la rassegna europea, l’appuntamento settimanale

Media, la rassegna europea, l’appuntamento settimanale

K metro 0 – Parigi – Diamo inizio ad un appuntamento settimanale di K metro 0.it che presenta una selezione delle notizie sull’Europa e in Europa tratte dalle maggiori riviste e dai maggiori quotidiani europei. In questo primo numero, ci concentreremo su due notizie che per l’intera settimana hanno interessato l’opinione pubblica europea: gli effetti

K metro 0 – Parigi – Diamo inizio ad un appuntamento settimanale di K metro 0.it che presenta una selezione delle notizie sull’Europa e in Europa tratte dalle maggiori riviste e dai maggiori quotidiani europei. In questo primo numero, ci concentreremo su due notizie che per l’intera settimana hanno interessato l’opinione pubblica europea: gli effetti dei Fridays for future, ovvero una generazione in cammino per la salvezza del pianeta, e il caos suscitato in Irlanda, Gran Bretagna e Unione Europea dal dibattito sulla Brexit.

Il settimanale tedesco Der Spiegel dedica la copertina ai “giovani di Greta Thunberg” e alla loro protesta. Giovani che hanno “paura delle tempeste e della fame”, scrive l’autorevole settimanale, paura della “estinzione della specie, ma soprattutto paura del torpore della politica”. E, prosegue, “come la maggioranza dei tedeschi, hanno paura delle conseguenze del riscaldamento globale”. In particolare, segnala Der Spiegel, i giovani tedeschi si sono raccolti sotto le insegne di Extinction Rebellion, un movimento di protesta internazionale che ha già prodotto 100mila membri solo in Gran Bretagna in appena un anno su tutto il pianeta, “catturando l’attenzione della polizia, dei politici e dei media. Oggi, esistono gruppi in ben 50 Paesi in tutto il mondo. Il movimento ha incontrato un successo inedito anche in Germania, racconta lo Spiegel, e continua a fare proseliti, tra persone che “cominciano a chiedersi cosa sarà la vita nel futuro e come potremo sopravvivere nel futuro”. Ma nello stesso tempo denuncia che “i governi non sono abbastanza pronti a quanto sta accadendo. Tre interrogativi emergono da questo movimento, scrive lo Spiegel: “il governo dovrebbe dichiarare l’emergenza climatica e dire la verità sulla crisi ecologica, qualunque cosa essa voglia dire. In secondo luogo, le emissioni di gas nocivo vanno ridotte a zero dal 2025. E in terzo luogo, il governo dovrebbe costituire un’Assemblea dei cittadini per decidere quali misure prendere per combattere il cambiamento climatico”.

Sullo stesso tema dei giovani e del cambiamento climatico apre il quotidiano spagnolo El Paìs, raccontando le proteste in 60 città contro la mancanza di azione di fronte al cambiamento climatico. “Nella mattinata di domenica”, scrive il quotidiano El Paìs, “centinaia di attivisti, quasi tutti giovani, si sono riuniti a Madrid, nel cuore della capitale. Parallelamente, un altro gruppo, più grande, si è fermato davanti al ministero della Transizione ecologica, in un’azione che ricorda le mobilitazioni dei Friday for future del 15 marzo scorso”. El Paìs ricorda che le proteste nelle 60 città spagnole sono state convocate dal collettivo Extinction Rebellion, “un gruppo che si batte contro il riscaldamento globale. In Spagna i movimenti giovanili sono ormai uniti, dai Fridays for future, a Greenpeace e ai Ecologistas en Acción”. E tutti assieme, scrive ancora il quotidiano, hanno dati vita al “collettivo 2020 Rebelión por el Clima”.

Da Berlino e Madrid ci spostiamo a Parigi, dove la settimana è segnata dalle preoccupazioni sulla imminente Brexit. Secondo il settimanale Le Journal du Dimanche, è Macron il protagonista della settimana, essendosi dedicato a verificare se un accordo tra la Ue e la Gran Bretagna è ancora possibile, dopo la presentazione “a Bruxelles da parte di Boris Johnson mercoledì scorso di un suo piano quale offerta finale. Piano accolto dai vertici della Ue con molto scetticismo”, scrive ancora il settimanale francese, “dal momento che molti punti restano ancora da chiarire”. Per questa ragione, il presidente Macron “giudica che i prossimi giorni saranno decisivi. Il negoziato deve proseguire rapidamente nei prossimi giorni con il team di Michel Barnier, per valutare alla fine della settimana prossima se è possibile un accordo”. Il settimanale ricorda poi che “i prossimi 17 e 18 ottobre è previsto un vertice europeo che dovrà verificare se un accordo esiste o se invece non esiste”.

Ma se sulla sponda francese si continua a lavorare, insieme coi partner europei, ad un accordo, sulla sponda irlandese è invece forte l’irritazione nei confronti del premier britannico Johnson. I quotidiani irlandesi sono unanimemente concordi che la proposta di Johnson sia da respingere. Alcuni commentatori sostengono infatti che la descrizione del confine irlandese fatta dal primo ministro come “confine solo tecnico” manifesti una totale mancanza di sensibilità politica. L’autorevole Irish Times scrive infatti che “la proposta di Johnson è irrealistica e inapplicabile. Una frontiera richiede controlli, infrastrutture e un elevato livello di monitoraggio e di forze di polizia che oggi non esistono. Interventi di questo tipo”, aggiunge l’Irish Times, “sono politicamente tossici”.  Il quotidiano Irish Independent scrive a sua volta che il piano di Johnson per la Brexit “richiede troppo e concede davvero troppo poco. Si dovrebbe parlare, discutere, di più, ma l’arte della conversazione è anche l’arte dell’ascolto, e di essere ascoltati”, conclude il quotidiano indipendente irlandese. Ma in tutta Europa le opinioni non sono diverse. “Le proposte per una nuova Brexit sono una schifezza per tutti”, scrive l’autorevole Süddeutsche Zeitung. E infine anche sul francese Liberation si osserva che Johnson descrive il confine irlandese come questione “tecnica”, mentre i problemi da affrontare sono “assai più profondi e complessi. È una questione politica”, scrive Liberation, “di pace, di identità, di preservazione del mercato unico, ovvero della sopravvivenza dell’Unione Europea”. Ed è su questi punti che i prossimi giorni e le prossime settimane saranno decisivi.

 

di Joseph Villeroy

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