K metro 0 – Ankara – La Siria del nord sta per essere invasa dalla Turchia. Questa notizia arriva direttamente dalla Casa Bianca, che ha annunciato il via libera del presidente Trump a questo possibile attacco. Non è mancata la risposta dei curdi che hanno dichiarato che una possibile invasione riporterebbe in azione l’Isis. L’annuncio
K metro 0 – Ankara – La Siria del nord sta per essere invasa dalla Turchia. Questa notizia arriva direttamente dalla Casa Bianca, che ha annunciato il via libera del presidente Trump a questo possibile attacco. Non è mancata la risposta dei curdi che hanno dichiarato che una possibile invasione riporterebbe in azione l’Isis.
L’annuncio è stato dato da Stephanie Grisham, responsabile della comunicazione della Casa Bianca, in una dichiarazione diffusa dopo un colloquio telefonico tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello americano Donald Trump. Con un messaggio su Twitter il capo della diplomazia turca, Mevlut Cavusoglu, dopo le ultime notizie sull’imminente nuova operazione militare turca nel nordest del Paese ha dichiarato: “Siamo determinati a garantire la sicurezza della Turchia ripulendo la regione dalla presenza dei terroristi. Contribuiremo a portare sicurezza, pace e stabilità alla Siria”.
Ankara considera le principali milizie armate curde, le YPG, un gruppo terroristico. Crede che siano in realtà la continuazione del PKK, partito politico curdo che opera in Turchia e che per decenni ha combattuto contro il governo turco per creare un proprio stato indipendente.
Non si sa ancora quando inizierebbe l’invasione del territorio siriano, l’operazione militare turca per prendere il controllo del nord-est del paese potrebbe iniziare in qualsiasi momento. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in una conferenza stampa prima di partire per la Serbia, e ha aggiunto: “C’è una frase che abbiamo sempre utilizzato: possiamo arrivare una notte all’improvviso. È assolutamente impossibile per noi tollerare ulteriormente le minacce di questi gruppi terroristici”.
Le forze militari statunitensi nel nord della Siria hanno iniziato a ritirarsi dalle aree lungo il confine con la Turchia. Lo rendono noto le Forze democratiche siriane e l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Quest’ultimo conferma il ritiro da posizioni chiave a Ras al-Ain e Tal Abyad. Funzionari dell’amministrazione Usa, hanno specificato che il personale militare degli Stati Uniti, 100-150 uomini, dispiegato in quella zona sarà ritirato prima dell’offensiva turca, anche se non completamente del territorio Siriano. La decisione della Casa Bianca è stata criticata anche da membri dell’amministrazione Trump e da diversi politici Repubblicani. Il Repubblicano Lindsey Graham ha annunciato la sua intenzione di presentare una risoluzione in Senato per costringere Trump a rivedere la sua decisione, se il piano del governo andrà avanti. Anche il senatore Marco Rubio ha definito la scelta di Trump un errore. Non è mancata la reazione dell’Onu: “ci prepariamo al peggio” alla luce di queste ultime notizie annunciata dalla Turchia.
Le forze curdo-siriane hanno affermato di esser pronte a “difendere a ogni costo” il nord-est della Siria, in particolare la zona al confine con la Turchia esposta alla pressione turca e da dove nelle ultime ore si stanno ritirando le forze americane. La zona è ora diventata un “teatro di guerra”. Queste le parole che arrivano dal portavoce delle forze curdo-siriane, Mustafa Bali, secondo quanto riportano i media locali e regionali.