K metro 0 – Genazzano – Proseguendo il nostro giro di interviste in occasione del “Festival delle città” a Roma, ascoltiamo un altro Sindaco del Lazio: Alessandro Cefaro, che dal 27 maggio scorso è alla guida dell’amministrazione di Genazzano, Comune di 6000 abitanti, anch’esso di antiche origini. Genazzano – a 45 km. da Roma, della
K metro 0 – Genazzano – Proseguendo il nostro giro di interviste in occasione del “Festival delle città” a Roma, ascoltiamo un altro Sindaco del Lazio: Alessandro Cefaro, che dal 27 maggio scorso è alla guida dell’amministrazione di Genazzano, Comune di 6000 abitanti, anch’esso di antiche origini. Genazzano – a 45 km. da Roma, della cui area metropolitana fa parte – è un centro da un suggestivo borgo medievale, con il Castello Colonna con tre chilometri quadrati di superficie. Posto al confine tra la Provincia di Roma e quella di Frosinone e si innalza su di uno stretto sperone di tufo vulcanico. Ad una altezza di 600 metri, ha nella parte alta del paese un parco chiamato Parco degli Elcini, dove prima era collocata la “Castegna Rotonda”, uno degli alberi più antichi e simbolici del parco, che nel 2011 è stata abbattuta da un fulmine. Famosa per la sua Infiorata, una delle più antiche del Lazio, risale al 1883, si svolge ogni prima domenica di luglio, a cui partecipa tutta la popolazione, sia per la raccolta dei fiori che per la realizzazione dei disegni. Vanta anche importanti monumenti, come il Santuario della Madonna del Buonconsiglio, il Ninfeo opera di Donato Bramante e il già citato Castello Colonna.
Sindaco Cefaro, cosa vuole fare la giunta da Lei presieduta per valorizzare l’identità di Genazzano (la “Genestanum” dei romani, sembra chiamata così a causa delle ginestre che abbondano nelle sue campagne)?
Il programma della giunta, che da pochi mesi presiedo, prevede il recupero dell’originaria vocazione del nostro paese, come importante centro agricolo (con produzione di vino e, specie da qualche anno a questa parte, olio) ma anche luogo di attrazione turistica. Questo, anche per rispondere alla domanda di lavoro dei giovani, ora penalizzati dal calo delle tradizionali possibilità di lavoro presso l’ACOTRAL o gli impianti industriali di Colleferro (area da tempo in crisi). Stiamo lanciando un progetto importante: l’”AGRIEASY by Genazzano”: la creazione di un team interdisciplinare di ingegneri, agronomi, produttori di vino e altri specialisti che studieranno le produzioni agricole più adatte alle capacità di Genazzano, e si occuperà anche del recupero dei terreni incolti e abbandonati. Essenziale è poi il potenziamento dell’offerta culturale del nostro comune, sulla quale lascio la parola all’Assessore alla Cultura, Massimiliano Lucci.
Assessore Lucci, parliamo allora di cultura a Genazzano: qual è il vostro principale progetto?
Non dimentichiamo che, in passato, la nostra cittadina ha ospitato iniziative importanti, come la mostra del 1979 sulla Transavanguardia curata da Achille Bonito Oliva, il progetto “La zattera di Babele”, Carlo Quartucci, Carla Tatò, Jannis Kounellis, Germano Celant, Marina Abramovic, Giovanna Marini, Daniel Buren, Lawrence Weiner, Rudi Fuchs ed altri grandi artisti negli anni ’81- ’83, e il Premio Genazzano degli anni ’50 – ’80 (con la presenza, in giuria, di nomi come Pasolini, Argan, Carlo Levi). Da tutto questo è nata l’idea di realizzare, nelle stanze del Castello Colonna, una pinacoteca, che esporrà le opere – di un enorme valore culturale ed economico, questa collezione sinora è rimasta ferma nei depositi, e che vanta la presenza di artisti di fine ‘800 come Scipione Vannutelli, Cesare Caroselli, e del ‘900 come Vespignani ed Ennio Calabria, Trombadori ecc.. Se tutto va bene, apriremo la Pinacoteca entro l’autunno. Stiamo studiando una forma di collaborazione attiva e permanente con le scuole di Genazzano e con quelle del territorio che hanno l’indirizzo di studi per l’arte, la cultura e il turismo. Noi vogliamo mettere al centro del nostro pensare per lo sviluppo, i giovani che sono la nostra rivoluzione culturale. Bisogna fare uno sforzo tutti insieme e capire che noi abbiamo una fucina, una fabbrica culturale, il Castello e il paese tutto può mettere a frutto 2000 anni di storia, con la ritrovata capacità “Culturale”