K metro 0/Jobsnews – Roma – L’Italia chiude la settimana di lotta contro i cambiamenti climatici con una grande manifestazione. Da Nord a Sud, un milione di persone si sono date appuntamento in oltre 180 piazze per chiedere ai potenti della Terra un impegno concreto per l’ambiente. E’ la terza volta che gli studenti italiani,
K metro 0/Jobsnews – Roma – L’Italia chiude la settimana di lotta contro i cambiamenti climatici con una grande manifestazione. Da Nord a Sud, un milione di persone si sono date appuntamento in oltre 180 piazze per chiedere ai potenti della Terra un impegno concreto per l’ambiente. E’ la terza volta che gli studenti italiani, insieme alle associazioni ambientaliste e ai sindacati, scendono in strada, rispondendo alla chiamata di Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che da oltre un anno è diventata la portavoce dei ragazzi di tutto il mondo per la tutela ambientale. I cortei italiani hanno chiuso il ciclo di eventi della ‘Climate Action Week’. Nei giorni scorsi altre centinaia di migliaia di studenti hanno manifestato in diverse nazioni, dall’Australia alla Thailandia, dall’Indonesia all’India.
Al grido di “In questo momento vogliamo il cambiamento. Continuiamo questa battaglia, non possiamo smettere: siamo tantissimi! Tutti insieme facciamo paura” si è aperto a Roma il terzo sciopero globale per il clima, che è partito a Piazza della Repubblica ed è terminato a Piazza Madonna di Loreto, vicino a Piazza Venezia. Oltre 200mila gli studenti che non sono andati a scuola, giustificati dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, per gridare ai grandi della Terra l’emergenza climatica. “Il nostro pianeta è in fiamme: dall’Amazzonia alla Siberia, il disastro climatico è sotto gli occhi di tutti, ma i potenti continuano a non agire”. Da marzo è il terzo sciopero globale per il clima, che a Roma fino ad ora ha registrato il più alto numero di presenze, e solo in Italia ha coinvolto più di altre 100 città, a chiudere la settimana di mobilitazione per il clima. Gli studenti di età varia, dalle elementari, accompagnati da genitori o insegnanti, fino al liceo e alle università, si sono riuniti in una marcia colorata, festaiola, pacifica, apartitica ma con le idee chiare, come riportano i vari cartelli che hanno mostrato sfilando tra le vie di Roma. Largo alla fantasia e all’ironia negli slogan in italiano ed inglese che ricordano l’urgenza climatica. Molti cartelli in difesa anche di Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che ha dato vita agli scioperi per il clima e a questo spontaneo movimento giovanile dei Fridays for Future che unisce il mondo. Sul finire della manifestazione i giovani attivisti romani hanno lanciato un avvertimento: “Non finisce qui: continueremo ogni venerdì a scioperare nei luoghi del sapere e del lavoro perché deve cambiare il sistema, che deve basarsi sul bene comune. Dimostriamo come studenti e come cittadini che facciamo il cambiamento in quanto non ci stanno dando un futuro e a noi questo non sta bene”. Richieste anche nei confronti della sindaca di Roma Virginia Raggi: ieri l’assemblea capitolina ha approvato la dichiarazione di emergenza climatica proprio su proposta dei ragazzi di Fridays for Future Roma, che però ne vogliono la reale attuazione così da avere una città sostenibile, con trasporti pubblici efficienti ed abbattimento delle emissioni di CO2. Mentre al ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti i ragazzi di Fridays For Future Roma chiedono di annullare ogni collaborazione del MIUR con aziende inquinanti.
Le migliaia di giovani scese in piazza oggi a Torino per partecipare al terzo sciopero globale del clima hanno colpito anche Greta Thunberg. La giovane attivista svedese impegnata in battaglie contro i cambiamenti climatici ha postato sui social una foto che ritrae una delle vie del centro del capoluogo piemontese invasa dai giovani di Fridays for future. “Incredibili foto dallo sciopero del clima intorno al mondo! Milioni stanno marciando di nuovo oggi. Questa e’ Torino, Italia!”, scrive Greta.
“Siamo 300mila oggi in piazza”. A dirlo sono i ragazzi del comitato Friday for Future di Milano che sono scesi in piazza oggi per la manifestazione per il clima. Il corteo è partito intorno le 9.30 da piazza Cairoli. Ad aprire il corteo lo striscione ‘Siamo inarrestabili, un altro mondo è possibile’. Gli studenti si sono riversati nel cuore della città con tantissimi striscioni come ‘we want climate justice’ o ‘cambiare è un obbligo morale’ che hanno colorato le vie. Il corteo si è concluso a Piazza Duomo dove hanno bruciato una Terra fatta di cartapesta. Il sindaco di Milano, Beppe Sala ha voluto salutare gli studenti e i ragazzi invitando una delegazione in Comune. “Vorrei che ascoltassero le nostre proposte e vorrei che il consiglio comunale ascoltasse poi, entro Natale, le proposte di questi ragazzi”, ha detto Sala la mattina prima di partecipare al Corteo. I ragazzi del comitato hanno detto, all’Adnkronos, “ci penseremo e ne discuteremo in assemblea. Siamo contenti che Sala sia venuto, anche se apprezziamo la sua partecipazione come cittadino più che come sindaco”. I ragazzi del comitato hanno sottolineato che questo corteo è una manifestazione apartitica e apolitica: “Noi accettiamo nessun colore politico”, sottolineano riferendosi anche ai giovani della Lega che sarebbero stati contestati in diverse città di Italia e anche a Milano. “Siamo stati insultati ed è un peccato per una manifestazione così importante. Noi siamo scesi in piazza per l’ambiente e non per Greta” ha sottolineato il coordinatore dei giovani della Lega, Luca Toccalini durante un flash mob organizzato a Palazzo Lombardia. In contemporanea con la mobilitazione per il clima era in corso uno sciopero dei trasporti che il sindaco Sala ha ritenuto “non opportuno”. I ragazzi si sono detti soddisfatti della partecipazione del corteo, sottolineando che “nessun potere forte sostiene noi o Greta. Lei ha solo 16 anni e si è resa conto che era necessario far qualcosa prima che la sua casa e le nostre case bruciassero. Noi giovani non potremo risolvere la crisi climatica, quelli che lo possono fare sono il governo e i politici e quelli che stanno causando la crisi climatica”. “Non ci basta più avere un ministro che ci lascia qualche ora per scioperare quando in realtà è un nostro diritto. La scuola deve educare al cambiamento deve creare coscienze critiche e consapevoli che possono cambiare nell’effettivo la nostra città”, hanno detto ancora i ragazzi del comitato, applauditi degli altri studenti. Alla fine del corteo è stato formato un cerchio intorno alla Terra dicartapesta che è stato poi bruciato come “simbolo del nostro mondo che sta bruciando” mentre i ragazzi urlavano “we are unstoppable another world is possible”.
“Avete caldo? È perché ci sono 23 gradi in autunno”. Un ragazzo, in conclusione del corteo di Bologna, si rivolge così agli oltre 15.000 che lo hanno accompagnato per le vie del capoluogo emiliano-romagnolo in occasione della terza mobilitazione globale per il clima. Nonostante il corteo abbia marciato sempre unito perché la tutela dell’ambiente è “un valore comune condiviso da tutti”, giunti alla terza manifestazione, a Bologna iniziano ad aprirsi le prime ‘divisioni interne’, soprattutto in merito allo stile da usare, anche nei confronti dell’amministrazione. In particolare, a storcere il naso sono i ‘ribelli’ di Extinction Rebellion, che hanno seguito tutta la mobilitazione dalle retrovie, non tanto perché non condividano i valori dei ragazzi di Fridays for future, che hanno organizzato la manifestazione di oggi, ma perché loro preferiscono “una via un po’ più radicale e diretta”. Anche per questo, da domenica sera gli attivisti di Xr saranno in piazza Maggiore pronti per il secondo appuntamento con ‘Nessun dorma’. I ribelli sono pronti a passare una notte all’aperto davanti a Palazzo D’Accursio aspettando che che arrivi lunedì, quando alle 13 il Consiglio comunale voterà per decidere se dichiarare lo stato di emergenza climatica ed ecologica anche a Bologna, come già fatto in altre città in regione e in Italia. Ma oggi, in tutta Italia, è stato il giorno dei Fridays for future che a Bologna hanno ‘raccolto’ oltre 15.000 persone, tutte ben visibili alla tappa conclusiva in piazza Verdi, nel cuore della città. Lì, un’assemblea pubblica per confrontarsi e un pranzo condiviso, tutti assieme. Passanti ed ‘estranei’ si fermano a fotografare, e si sente anche qualche adulto dire che “sì, fossero tutte così le manifestazioni ci andrebbero bene. Questi ragazzi sono stati proprio ordinati”. In realtà, qua e là qualche fuori programma c’è stato. Come il blocco al traffico sui viali (voluto e promesso), il blitz al distributore dell’Eni e la signora che inveisce contro la folla perché “è uno schifo manifestare per questo e non per i casi come Bibbiano”.
Giovani e tanti giovanissimi al loro battesimo in piazza a Firenze: “E’ la mia prima manifestazione”, raccontano in molti. Altri, più grandicelli ma non certo dei veterani spiegano di avere preso parte ad altri cortei, ma sempre sulle orme di Greta Thunberg. Il tutto condensato in un mix di sensazioni: c’è la speranza, carattere distintivo dei movimenti globali in erba, ma anche tanta apprensione per il futuro condensata in un concetto che rimbalza lungo tutto il corteo: la catastrofe ambientale. Lo testimoniano decine e decine di cartelli, ma soprattutto voci e considerazioni lampo, che vanno a formare una sorta di ‘dizionario’ catastrofista: la fine dei ghiacciai, quella degli ecosistemi, la desertificazione del pianeta, le gigantesche migrazioni climatiche. Tutte ‘profezie’ con sullo sfondo un futuro simile a quello descritto nel film “Interstellar”, diretto da Christopher Nolan. Poi ci sono ricercatori universitari, che preferiscono soffermarsi sulle “evidenze scientifiche” del problema piuttosto che sugli ‘effetti speciali’. Dentro la pancia del ‘serpentone’, in zone meno claustrofobiche della testa del corteo, famiglie e bimbi di pochi mesi in passeggino: “Sono qui per lui, mio figlio, perche’ il 2030 o il 2050 è il suo futuro”, spiega una mamma. Infine c’è il grande ‘partito’ di Greta, di chi sta con lei senza se e senza ma, e chi “magari ha dietro qualcuno, però ha inchiodato il mondo su questi temi. E a me basta e avanza”.
Sono “oltre 100mila” secondo gli organizzatori di Fridays for future Napoli gli studenti che hanno sfilato oggi tra le strade del capoluogo partenopeo per rivendicare azioni più incisive per l’ambiente e contro i cambiamenti climatici. Il corteo, dopo oltre tre ore di marcia, si è fermato in piazza san Domenico. Forti le ripercussioni sul traffico cittadino a causa dei diversi blocchi stradali che hanno interessato diversi punti del centro di NAPOLI. Partecipate anche altre due manifestazioni organizzate in Campania, a Salerno e Caserta oltre che a NAPOLI, in occasione dello sciopero per il clima.
“Da Foggia a Lecce, da Bari a Taranto: sono 100mila gli studenti pugliesi che oggi hanno manifestato nei 13 cortei che hanno inondato le strade della Puglia, con un messaggio chiaro: dalla politica non vogliamo solo pacche sulle spalle, costruiamo insieme la Puglia del futuro”. Lo affermano in una nota l’Unione degli studenti (Uds) della Puglia e Rete della conoscenza Puglia. “La Regione Puglia – sottolinea il cui coordinatore dell’Uds Puglia, Davide Lavermicocca – finanzi immediatamente un piano per mettere a norma gli istituti scolastici e ridurre l’impatto ambientale ed energetico degli stessi”. “Oggi – prosegue Vittorio Ventura, coordinatore della Rete della Conoscenza Puglia – eravamo in piazza anche con i lavoratori perché la battaglia per la giustizia climatica riguarda tutti e tutte noi”. “L’8 novembre – concludono Ventura e Lavermicocca – torneremo nelle piazze di tutta la Puglia per continuare la nostra lotta: la mobilitazione non si ferma, avanti fino alla vittoria”.
di Beppe Pisa