K metro 0 – Parigi – Regno Unito, Francia, e Germania si sono uniti agli Stati Uniti lunedì nell’accusare l’Iran per gli attacchi agli impianti petroliferi in Arabia Saudita. Il ministro degli Esteri iraniano ha scaricato le responsabilità per l’accaduto sui ribelli yemeniti e ha spiegato che “Se l’Iran fosse stato dietro questi attacchi, non
K metro 0 – Parigi – Regno Unito, Francia, e Germania si sono uniti agli Stati Uniti lunedì nell’accusare l’Iran per gli attacchi agli impianti petroliferi in Arabia Saudita. Il ministro degli Esteri iraniano ha scaricato le responsabilità per l’accaduto sui ribelli yemeniti e ha spiegato che “Se l’Iran fosse stato dietro questi attacchi, non ne sarebbe rimasto nulla della raffineria”.
Quanto avvenuto il 14 settembre si sta ancora sta ripercuotendo sulla regione, mentre i leader mondiali si sono riuniti all’Assemblea generale dell’ONU e mentre gli esperti indagano, su richiesta dell’Arabia Saudita, sui responsabili e su cosa sia veramente successo. I capi di stato di Gran Bretagna, Francia e Germania hanno pubblicato una nota in cui confermano il proprio sostegno all’accordo del nucleare stretto con l’Iran nel 2015, abbandonato dagli Stati Uniti, e chiedono a Teheran di non infrangerlo ulteriormente. “Non esiste altra spiegazione” oltre a quella che “l’Iran sia responsabile per questi attacchi”, si legge. Parigi continua a cercare una soluzione diplomatica per allentare le tensioni tra USA e Teheran, che sono andate aumentando dopo gli attacchi agli impianti sauditi e ha cautamente evitato di puntare il dito su una delle parti. All’inizio del suo viaggio a New York, il presidente francese Emmanuel Macron, infatti, si è guardato attentamente dall’assegnare responsabilità per quanto accaduto. È ancora da capire perché abbia poi improvvisamente cambiato idea e dato la colpa all’Iran. Poco prima che il comunicato fosse pubblicato infatti, Macron aveva parlato in conferenza stampa alle Nazioni Unite, rivelando che avrebbe incontrato separatamente Trump e Rouhani nei giorni seguenti per cercare “un punto d’incontro” e non per un’escalation. Gli attacchi del 14 settembre sono stati definiti dal presidente francese una “svolta” ma hanno convinto ancora di più Parigi del suo compito di mediazione.
Nel frattempo, sempre nella giornata di martedì, in Francia si sono tenute decine di manifestazioni che hanno ostacolato il corretto funzionamento del trasporto pubblico. I sindacati hanno infatti indetto uno sciopero per protestare contro la riforma pensionistica proposta da Macron. Gli impiegati dell’SNCF (ferrovie dello stato) sono furiosi visto che le modifiche potrebbero eliminare il particolare sistema loro riservato, che gli permette di andare in pensione prima rispetto a tanti altri lavoratori francesi. Macron ha spiegato che quello in vigore attualmente è troppo costoso e complicato, con ben 42 trattamenti specifici riservati a differenti professioni, e che vorrebbe rimpiazzarlo con uno unico e sostenibile. Il parlamento, poi, in questi giorni è impegnato anche su un’altra questione molto spinosa, ovvero quella della legge che vorrebbe rendere possibile per le donne single e le coppie omosessuali la fecondazione in vitro e le relative procedure. La norma ‘bioetica’ è arrivata ieri sul tavolo dell’Assemblea Nazionale, la legge francese al momento permette la riproduzione assistita solo per le coppie eterosessuali sterili. Il servizio sanitario nazionale coprirebbe i costi per tutte le donne sotto i 43 anni e tra le altre cose, i bambini concepiti grazie alla banca del seme potranno scoprire l’identità del donatore su richiesta al raggiungimento dei 19 anni (cambiamento radicale rispetto all’attuale sistema di protezione dell’identità dei donatori).