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Bosnia. Presentata la gendarmeria serba bosniaca, tra episodi di corruzione ed emergenza migranti

Bosnia. Presentata la gendarmeria serba bosniaca, tra episodi di corruzione ed emergenza migranti

K metro 0 – Sarajevo – I procuratori bosniaci hanno aperto un’indagine su un’organizzazione criminale per comprendere le dinamiche della morte di uno studente, che ha scatenato le proteste in patria e le critiche da parte dell’Unione europea.  In una nota rilasciata mercoledì scorso, il procuratore capo Gordana Tadic ha spiegato ai genitori di Dzenan

K metro 0 – Sarajevo – I procuratori bosniaci hanno aperto un’indagine su un’organizzazione criminale per comprendere le dinamiche della morte di uno studente, che ha scatenato le proteste in patria e le critiche da parte dell’Unione europea.  In una nota rilasciata mercoledì scorso, il procuratore capo Gordana Tadic ha spiegato ai genitori di Dzenan Memic che si stanno valutando diversi profili ma nessun altro dettaglio è stato svelato. Memic, 22enne di Sarajevo, è morto a febbraio del 2016 e il suo decesso è stato inizialmente descritto come omicidio intenzionale, più tardi rettificato con ‘incidente automobilistico’. Proprio questo ha portato la popolazione a scendere in strada, si crede che ci possa essere di mezzo un tentativo di corruzione.

Intanto, la polizia bosniaca ha anche annunciato il ritrovamento di 34 migranti in un furgone nei pressi del confine con la Serbia. In una nota rilasciata dalle autorità mercoledì, si legge che un cittadino bosniaco è stato arrestato per aver tentato di trasportare i migranti partendo dalla città di Bratunaca, nella parte orientale del Paese. Secondo quanto ricostruito nel comunicato, le persone all’interno del furgone non erano in possesso dei documenti ma avrebbero dichiarato di essere siriani e palestinesi, tra questi anche alcuni minori. La polizia di Sarajevo ha anche arrestato un migrante di Algeri, che portava con sé un coltello, sospettato di aver colpito alcuni impiegati della stazione ferroviaria della capitale. Migliaia di migranti sono rimasti bloccati in Bosnia nel tentativo di raggiungere le nazioni dell’Europa occidentale, di solito entrano dalla Serbia o dal Montenegro e hanno intenzione di continuare il proprio cammino fino alla Croazia, stato membro dell’Unione europea.

Quella dei migranti non è l’unica grana che preoccupa il Paese, i serbi bosniaci martedì hanno messo in piedi una nuova unità di polizia che potrebbe alimentare le tensioni nel Paese balcanico, che ha dovuto affrontare una guerra devastante negli anni 90 e che rimane etnicamente diviso. La gendarmeria è stata presentata ai leader serbi bosniaci a Banja Luka, la città principale della regione controllata dai serbo-bosniaci.

I politici hanno spiegato che la costituzione del nuovo reparto rientra all’interno del progetto di ammodernamento del corpo di polizia, ma i bosniaci del Paese sono preoccupati che possa far riportare la paura negli altri gruppi etnici, visto quanto successo nel conflitto iniziato nel 1992 e conclusosi nel 1995 che ha causato la morte di 100mila persone. La Bosnia attualmente è formata da una parte serba, una controllata dai bosniaci, per lo più musulmani, e da croati. Le fazioni sono unite dalle istituzioni bosniache comuni, tra queste anche i servizi di sicurezza. La guida politica serba bosniaca Milorad Dodik, membro serbo della presidenza multietnica della Bosnia, ha rivelato che la nuova unità di polizia è stata progettata sul modello occidentale. “Ci stiamo organizzando diversamente”, ha dichiarato Dodik. “La Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina vuole mandare un messaggio di stabilità e pace, due priorità imprescindibili. Al contempo però vogliamo esser pronti ad affrontare qualsiasi minaccia che possa a rischio la sicurezza dei cittadini o l’ordine costituzionale della Repubblica”.

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