K metro 0 – Nazioni Unite – Leader su leader si sono avvicendati lunedì al summit delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e ognuno di loro – se ne sono susseguiti circa 60 – ha promesso di impegnarsi di più nel contrastare il riscaldamento globale. Tutti hanno concordato sul fatto che non si stia facendo
K metro 0 – Nazioni Unite – Leader su leader si sono avvicendati lunedì al summit delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e ognuno di loro – se ne sono susseguiti circa 60 – ha promesso di impegnarsi di più nel contrastare il riscaldamento globale. Tutti hanno concordato sul fatto che non si stia facendo abbastanza. Il summit sul clima è stato uno degli appuntamenti cardine del programma ONU di quest’anno e prima degli interventi dei leader mondiali ha parlato la 16enne attivista climatica svedese Greta Thunberg. Il suo discorso, che ha voluto far leva questa volta sul lato emotivo della questione, è stato indirizzato proprio agli ospiti del summit, cui Greta ha rivolto ripetutamente queste parole: “Come vi permettete, avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre false promesse”. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha invece aperto l’incontro vero e proprio: “La Terra sta gridando: ‘Stop’. C’è poco tempo ma non è ancora troppo tardi”.
Mentre presidenti e premier hanno discusso le misure che verranno messe all’interno dei propri confini, il presidente francese Emmanuel Macron ha ricordato che i cambiamenti climatici andranno affrontati anche attraverso le politiche economiche e finanziarie, così da non importare beni che contribuiscono all’inquinamento atmosferico e soprattutto da non sovvenzionare impianti che inquinano in altri Paesi. Macron ha pregato di fornire un supporto maggiore al Green Climate Fund, che aiuta le nazioni più in difficoltà con le tematiche ambientali. Francia, Regno Unito, Germania, Norvegia, Danimarca e Svezia hanno recentemente raddoppiato gli aiuti inviati. “Siamo arrivati a 7 miliardi di dollari al momento”, ha spiegato Macron. “L’obiettivo è quello di arrivare a 10 miliardi per colmare l’uscita degli Stati Uniti”, e ha poi suggerito che Washington debba riconsiderare la propria decisione. “Agire, agire, agire”, ha incalzato il presidente francese. “Non possiamo permettere che i nostri ragazzi passino tutti i venerdì della loro vita a protestare”.
Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, riferendosi (neanche troppo implicitamente) alla scelta di Trump di abbandonare l’accordo di Parigi sul clima del 2015, ha dichiarato che i Paesi “devono onorare i propri impegni e continuare a seguire l’accordo di Parigi”. Poi ha aggiunto: “L’uscita di alcune nazioni dal patto non destabilizzerà l’obiettivo comune della comunità mondiale”, ha aggiunto Wang seguito da applausi scroscianti.
Per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il discorso odierno tenuto all’Onu da Greta Thunberg è stato “molto forte. Ben venga lo stimolo delle nuove generazioni”. Parlando alla stampa italiana a New York, dove si trova per i lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu, Conte ha però sottolineato che “noi abbiamo questa responsabilità pubblica”, come a dire che i leader sono chiamati ad agire sul clima anche senza tali stimoli.
Trump non era atteso al summit, tuttavia ha fatto un’apparizione fugace, ascoltando in silenzio alcuni degli interventi della giornata. Il presidente USA è intervenuto alle Nazioni Unite per parlare di tutt’altro argomento ed è sembrato riferirsi più alla sua base politica che ai leader mondiali presenti alle Nazioni Unite per discutere dei cambiamenti climatici. Il tycoon ha virato, infatti, sulla questione della persecuzione religiosa, che tanto è cara ai sostenitori evangelici che vogliono vederlo rieletto il prossimo anno. Le uniche dichiarazioni che ha rilasciato, dopo aver osservato in disparte alcuni interventi, sono state queste: “Credo ciecamente nell’aria pulita e nell’acqua pulita, ogni nazione dovrebbe impegnarsi per cambiare le cose, e dovrebbero farlo per conto loro. È molto, molto importante”. Trump all’evento cui ha preso parte, ovvero l’incontro sulle persecuzioni religiose, ha spiegato che fermare i crimini religiosi, rilasciare i prigionieri di coscienza e respingere le leggi che limitano la libertà religiosa è “un dovere morale urgente” per i leader mondiali. “circa l’80% della popolazione mondiale vive in Paesi in cui la libertà religiosa è minaccia, limitata o addirittura bandita”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, raccontando poi che quando è venuto a conoscenza della statistica non riusciva a crederci e ha chiesto di ricontrollare i dati.
di Leonardo Pasquali