K metro 0/leurispes – Roma – “Scindo, ergo sum”: la mossa di Renzi al vaglio del primetime. Il ritorno dell’“emergenza sbarchi” e il cambio di linea dell’Europa. Mentana sul clima: perché lo sciopero mondiale ha poca presa in Italia? L’analisi dell’Osservatorio Tg dell’Eurispes e della Sapienza Università di Roma dal 16 al 20 settembre. La scissione
K metro 0/leurispes – Roma – “Scindo, ergo sum”: la mossa di Renzi al vaglio del primetime. Il ritorno dell’“emergenza sbarchi” e il cambio di linea dell’Europa. Mentana sul clima: perché lo sciopero mondiale ha poca presa in Italia? L’analisi dell’Osservatorio Tg dell’Eurispes e della Sapienza Università di Roma dal 16 al 20 settembre.
La scissione di Matteo Renzi che abbandona il Partito Democratico risulta in settimana l’argomento più seguito dai Tg, con 22 presenze nei titoli. Solerti nel seguire una vicenda che indebolisce il nascente Esecutivo, già lunedì Tg4 e Tg5 sgomitano con Tg La7 per dare per primi la notizia (apertura per tutti e tre), battendo i Tg Rai che recuperano martedì (aperture per tutti). La “delicatezza” di Tg1 e Tg3 nel seguire questa vicenda consente ai Tg Mediaset, affiancati da Tg2, di proporre le coperture più “creative”: spicca la copertina di Tg5, dedicata martedì ai “due Mattei”, diversamente ma ugualmente protagonisti della scena politica, mentre Tg4 propone due servizi sulla figura e le aspettative del “rottamatore”. A fare il “colpaccio” è tuttavia Tg2, che propone in un servizio di martedì l’epopea delle scissioni nella sinistra, il giorno successivo intervista Matteo Renzi ponendo al “disertore” dei democratici, domande interessanti, in merito al Governo e sulle eventuali aperture ai transfughi dal centro-destra. Per il resto, la presentazione della nuova forza politica, “Italia Viva”, produce servizi in cui abbonda l’uso del “pallottoliere” per contarne i numeri alla Camera come al Senato.
Tra mercoledì e giovedì, l’azione di Governo riguadagna il centro della scena, con il Premier Conte molto seguito nel suo dialogo con i sindacati (5 titoli, apertura per Tg5 e Studio Aperto) come per l’intervento alla kermesse di Articolo 1 (apertura giovedì per Tg La7). Aperture divise, venerdì, tra prime pagine dedicate alla manifestazione mondiale per il clima (di cui tratteremo a seguire) e le dichiarazioni del Ministro Di Maio sulla prospettiva di accordo tra le nuove forze di Governo in vista del voto umbro.
Il primo “inciampo” del nuovo Esecutivo, con il voto segreto di mercoledì che ha salvato dall’arresto il deputato Sozzani di Fi ‒ accusato di corruzione e finanziamento illecito ‒ è un’ulteriore occasione di giubilo per i Tg Mediaset, con Tg4 che vi dedica l’apertura assieme a Tg La7 (titoli alti anche per Tg5 e Tg2). Analoga attenzione ricevono gli interventi di un polemico Di Battista, che tuona contro l’alleanza di Governo, riproposti giovedì fin dai titoli dalla inconsueta coppia Tg4-Tg La7. Da notare comunque che la già citata moderazione mostrata da Tg1 e Tg3 verso le difficoltà del nuovo Governo, trova un corrispettivo sulle reti Mediaset quando sarebbero da segnalare le difficoltà della Lega per i candidati in Emilia-Romagna o i cambi di casacca in Forza Italia. A trattare questi temi con maggiore chiarezza è Tg La7, che in un titolo mercoledì propone un Berlusconi ormai accerchiato, da un lato da Salvini, dall’altro dalla nuova forza politica di Toti.
Il leader di Forza Italia ha comunque goduto della “cassa di risonanza” dalle sue reti, che hanno dedicato, tra mercoledì e venerdì, 8 titoli ai suoi interventi contro il Governo, come sugli sviluppi in sede europea. Assai più presente, all’interno dei servizi, è ancora una volta Matteo Salvini, il cui viso ha campeggiato grazie alla costante riproposizione dei suoi video-selfie, seguiti venerdì dal suo intervento presso la convention di FdI “Atreju”. Molto presenti anche Meloni e Tajani, con interventi sia sui Tg Mediaset che su Tg2.
L’emergenza sbarchi riconquista spazio. I Tg Rai registrano, speranzosi, il sostegno internazionale all’Italia. Libia: le testimonianze dei torturati conquistano l’attenzione del primetime.
Gli incontri tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e i Presidenti di Francia e Germania spiccano nelle aperture delle testate Rai, con le dichiarazioni in favore di una redistribuzione europea dei migranti, sia da parte di Macron sia di Steinmeier, che lasciano preludere ad un esito favorevole per l’Italia del vertice di Malta del prossimo 23 settembre. Su questo piano, si colloca anche il duro scambio tra il Ministro Di Maio e l’Ungheria sul tema delle frontiere (titolo lunedì per Tg La7).
L’“emergenza sbarchi”, a fronte di arrivi che, per la prima volta a settembre segnalano una crescita marcata (+50%) rispetto al corrispettivo mese del 2018, ottiene 10 titoli, con coperture dettagliate da parte dei Tg Rai e Tg La7. In numerosi servizi viene segnalato l’aumento degli sbarchi fantasma, con le ong che – in questi giorni fuori dalla polemica salviniana – passano in secondo piano. Davanti a questa inversione di tendenza, nessuna testata si sbilancia con approfondimenti e valutazioni. La visita del Premier Serraj a Roma risulta per il primetime incolore e insapore, mentre hanno avuto spazio le testimonianze dei migranti, con i Tg Rai, ma anche Tg5, che propongono nei servizi di martedì il drammatico racconto di un profugo scampato dai lager libici e che ha fatto arrestare alcuni dei suoi aguzzini; intervista per il Tg3.
Il Medio Oriente domina la pagina degli esteri. L’impasse dopo il voto israeliano “batte” la guerra del petrolio tra Iran e Arabia Saudita. Il voto israeliano raccoglie ben 12 titoli, superando per coperture quelle dedicate alle gravissime tensioni tra Iran e Arabia Saudita a seguito dell’attacco a due raffinerie di Riad, con immediate conseguenze sulla produzione mondiale e sui prezzi del greggio. Molto sottotono le vicende britanniche, con le ultime evoluzioni sulla Brexit riprese mercoledì nei titoli dai soli Tg La7 e Tg4.
La giornata dell’ambiente si impone nell’informazione, ma non “conquista” il Paese. Il commento di Enrico Mentana. L’esordio della settimana di protesta mondiale, con iniziative in 150 paesi per imporre ai governi il contrasto al cambiamento climatico, ha suscitato nelle edizioni di primetime notevole interesse, venendo preceduta nelle giornate successive da diversi servizi sui Tg Rai e Tg5. Quest’ultimo ci ricorda come – per legge – per ogni 2 bambini che nascono in Italia le amministrazioni locali dovrebbero piantare almeno un nuovo albero. Si segnala il reportage suddiviso in più puntate del Tg3 sull’Italia “avvelenata” dall’inquinamento, spesso conseguenza del malaffare. Venerdì sono quattro le testate ad aprire su questi eventi: Studio Aperto, Tg5, Tg2 e Tg3, con quest’ultimo che vi dedica due titoli.
A proporre l’analisi più interessante è però Tg La7, con Mentana che segnala come una simile sollevazione mondiale non stimoli analoghe iniziative nel nostro Paese, con i sondaggi che segnalano che il cambiamento climatico non risulta ai vertici delle preoccupazioni degli italiani. A giudizio del Direttore, ciò si deve al modo in cui la politica affronta questi temi: in maniera estemporanea, con una forte connotazione di “sinistra” che li relega a posizioni “di parte”.
I temi del lavoro in evidenza su Tg3 e i Tg Mediaset. Tg5 si indigna sui ritardi della legge sui seggiolini “salva bebè”, ancora non entrata in vigore
Attenzione diffusa da parte delle testate Mediaset ai temi di lavoro e occupazione, con numerosi titoli e servizi. Buoni gli approfondimenti sulla situazione contrattuale dei rider, con Tg4 e Tg5 che – messi da parte i riferimenti ai clandestini – propongono interessanti estratti dai programmi contenitori. Molto seguito, tra giovedì e venerdì, l’evolversi del “Caso Whirlpool”, con titoli da parte di Tg3, Tg4 e Tg5.
Alla notizia di un altro bambino morto in macchina perché dimenticato dal padre, la testata di Clemente Mimun batte un colpo, segnalando che esiste una legge concepita per evitare queste tragedie, ma che mancano ancora i regolamenti attuativi (secondo titolo venerdì). Su di un altro piano, Tg La7 mercoledì ci ricorda che il Parlamento, su indicazione della Consulta, ha soltanto pochi giorni (scadenza lunedì 23) per legiferare in materia del fine vita. Risultato? Non se ne farà niente.
di Luca Baldazzi