K metro 0 – Berlino – il riscaldamento globale non tocca solo il pianeta, ma anche tutte le piazze del mondo. È iniziata venerdì 20 settembre la settimana dedicata allo sciopero mondiale sul clima. Attese milioni di persone per le strade di tutto il mondo e imponenti eventi e manifestazioni saranno organizzate in ogni angolo del
K metro 0 – Berlino – il riscaldamento globale non tocca solo il pianeta, ma anche tutte le piazze del mondo. È iniziata venerdì 20 settembre la settimana dedicata allo sciopero mondiale sul clima. Attese milioni di persone per le strade di tutto il mondo e imponenti eventi e manifestazioni saranno organizzate in ogni angolo del pianeta. Obiettivo primario della protesta è: chiedere un’azione diretta ai vari governi, per proteggere il pianeta dai cambiamenti climatici. Greta Thunberg, diventata leader di questo movimento globale, ha annunciato da New York che si terranno 4.638 eventi in ben 139 Paesi. Saranno manifestazioni del tutto pacifiche, che vedranno come protagonisti soprattutto giovani, ma la vera sfida sarà quella di portare per strada i lavoratori. Lo sciopero avrà il suo culmine al vertice per il clima organizzato e promosso dalle Nazioni Unite (Climate Action Summit 2019) a New York, dal 21 al 23 settembre. Il sipario sulla settimana, dedicata alle proteste, calerà a Montreal, in Canada, il 27 p.v. In questo stesso giorno, in Italia si terranno, in concomitanza, eventi, scioperi e cortei in varie città.
In Europa sono previste oltre 1.240 manifestazioni sparse in ben 37 Paesi. Solo in Germania gli eventi che si contano sono circa 530 secondo il “Fridays for Future movement”, ed è proprio in Germania, il governo ha adottato una strategia che include una serie di misure per ridurre le emissioni di gas serra nell’edilizia, in agricoltura, nell’industria e nei trasporti. Intanto il governo ha iniziato a portare avanti una serie di progetti di sviluppo della produzione di energia pulita (solare, eolica o biomassa), la cui quota nella produzione di elettricità nazionale dovrà salire dall’attuale 40 percento al 65 percento. Berlino si è impegnata per 54 miliardi di euro entro il 2023, e 100 miliardi entro il 2030, per finanziare un robusto piano di tutela dell’ambiente. Le cifre sono contenute nel pacchetto di misure salva-clima concordate all’interno della Grosse Koalition. Il piano prevede, tra le altre cose, di puntare sul potenziamento del trasporto ferroviario, investendo la maggior parte dei fondi promessi nelle infrastrutture su rotaia. Previsti inoltre incentivi, con speciali abbonamenti, per chi utilizza i mezzi pubblici. Tra le fonti di finanziamento, si prevede di tassare maggiormente il traffico aereo.
Mentre in tutte le città tedesche si è vissuta oggi una giornata piena di eventi e di proteste. Le prime manifestazioni di protesta sono partite anche fuori dall’Europa. In Australia, tantissime persone sono scese per le strade delle più grandi città del Paese: Sydney e Canberra. I dimostranti chiedono al loro governo, che è il più grande esportatore di carbone e gas naturale liquido al mondo, di intraprendere azioni più concrete per ridurre le emissioni di gas serra.
Da non sottovalutare il fatto che le proteste arrivano in un momento delicato della politica australiana, in cui l’opposizione di centro-sinistra sta discutendo se abbandonare le posizioni sulla riduzione del gas serra australiano, 45% al di sotto dei livelli del 2005 entro il 2030, assunte nella campagna elettorale del maggio scorso e non condivise dagli elettori alle urne.
È di sicuro originale la forma della protesta in Thailandia: i giovani manifestanti fanno finta di essere morti davanti al ministero dell’Ambiente. Circa duecento persone a Bangkok si sono date appuntamento davanti al ministero, dove si sono sdraiate per simulare una strage e incitare anche qui, il proprio governo, ad assumere iniziative concrete contro l’impatto dell’azione dell’uomo nei cambiamenti climatici.